Comune (71 km2 con 61.314 ab. nel 2020) della Toscana, capoluogo economico della provincia di Massa-Carrara (➔ Massa). È situata a circa 6 km da Massa e dal Tirreno, su un poggio all’estremità occidentale di una conca circondata dalle più alte vette delle Alpi Apuane e percorsa dagli affluenti del torrente Carrione, che ne attraversa la sezione orientale. La città è costituita da una parte più antica sulla sommità del poggio e un’altra moderna, che si estende verso il mare, fino a unirsi ormai con Avenza e Marina di C. (notevole il movimento turistico balneare). È centro dell’industria marmifera apuana (esportazione dalla stazione di Avenza e dal porto di Marina di C.). Altre attività industriali riguardano i settori chimico, tessile, meccanico e alimentare.
La città nacque dal progressivo sviluppo di una curtis de Cararia, infeudata nel 963 da Ottone I al vescovo di Luni. Nel 1322 divenne signoria di Castruccio Castracani, poi di Lucca, infine dei Visconti, che la tennero fino al 1402. Divenuta dominio dei Malaspina (15° sec.), legò le sue vicende a quelle di Massa. Dal 1938 al 1946 fu unita, con Massa e Montignoso, nel comune di Apuania.
Marmi di C. Calcari metamorfici, di età liassica, costituenti nelle Alpi Apuane una imponente formazione dello spessore di diverse centinaia di metri. Perfettamente lucidabili e scolpibili, costituiscono materiale da costruzione e decorativo di gran pregio. Tra essi meritano citazione: lo statuario, puro e bianchissimo, facilmente scolpibile; il bianco ordinario, a grana più grossolana e con qualche venatura grigia; il bianco chiaro, usato per sculture varie, di minor valore dello statuario; il bardiglio, con venature più abbondanti, di colore decisamente grigio-azzurrognolo.