Città della Toscana (185,7 km2 con 88.734 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. Sorge nella pianura del Valdarno Inferiore fra i Monti d’Oltreserchio e il M. Pisano, a breve distanza dalla sponda sinistra del Serchio. Il suo abitato è circondato dalla cinta delle mura (4 km) iniziate nei primi anni del Cinquecento e ultimate nel 1645. Lo sviluppo topografico e demografico della città tra la metà del 17° e la metà del 19° sec. avvenne all’interno delle mura, con profonde trasformazioni edilizie. Dal 20° sec. si sono sviluppati i quartieri esterni, soprattutto verso S, dove è sorto anche un moderno quartiere industriale, e verso N, costituendo ormai un unico anello. L. è un vivace centro commerciale, favorito dalla sua posizione in una fertile regione agricola. Molto attivi sono anche il settore quaternario (numerose le banche, di antica tradizione) e, soprattutto, il turismo.
Sorta in un’isola fluviale del Serchio, L. fu stazione dei Liguri, occupata forse dagli Etruschi nel 5° secolo. Colonia latina nel 180, municipium nel nuovo ordinamento d’Italia attuato dopo la guerra sociale, sotto Augusto fu assegnata all’Etruria. Con l’occupazione longobarda (570 circa) L., retta da un dux et iudex, fu capoluogo della Tuscia. Nella lotta tra Chiesa e Impero rimase fedele all’Impero. Nel 1126 si alleò con Genova contro Pisa, con la quale venne più volte a conflitto durante i sec. 12° e 13°, finché indebolita da conflitti interni, fu conquistata da Uguccione della Faggiola signore di Pisa (1314); il risentimento contro la vessatoria politica pisana portò al potere Castruccio di Gerio Antelminelli, che lottò, invano, contro Firenze fino alla morte (1328). Dopo un periodo di assoggettamento a signorie, L. comprò l’autonomia da Carlo IV nel 1369; da allora sulla città pesò il fatto che la sua indipendenza derivasse da una concessione imperiale. Nel 16° sec., sconvolta dalla rivolta degli «straccioni» (tessitori ribelli alle riduzioni controllate della produzione) e di fronte al pericolo che il contado potesse mettere in crisi le strutture corporative cittadine, L. vietò la tessitura nelle campagne (1531) e l’accesso alle cariche dei contadini e discendenti (1538; 1556). La repubblica aristocratica finì con l’occupazione francese del 1799; nel 1805 L. fu elevata a principato sotto Felice Baciocchi ed Elisa Bonaparte. Al principe si affiancarono il consiglio, il segretario di stato e i senatori; fu introdotto il codice francese (1806), il sistema decimale e la moneta francese, regolata l’amministrazione e gli istituti di cultura, compiuti notevoli lavori pubblici. Caduto Napoleone, L. fu assegnata a Maria Luigia di Borbone (1817-24); il figlio Carlo Ludovico, con il trattato di cessione anticipata alla Toscana (1847), segnò la fine dell’autonomia statale lucchese.
Abitati e necropoli testimoniano lo sviluppo di L. dall’età del Ferro alla fondazione della città romana, di cui restano tracce della cinta quadrata. Del periodo augusteo e imperiale si conservano resti di un edificio templare nel foro, dell’anfiteatro e del teatro. Molte chiese (il duomo di S. Martino, S. Michele, S. Frediano) ebbero origine in periodo longobardo e furono poi trasformate e abbellite nel 12° e 13° sec. quando la città, che le industrie rendevano prospera, ricostruì le proprie case di calcare bianco e mattoni rossi, ad archeggiature a pieno centro, e acquistò quella fisionomia che la distingue ancora oggi e che la rende una delle più belle e suggestive città d’Italia.
Provincia di L. (1773 km2 con 382.543 ab. nel 2020, distribuiti in 33 comuni). Si estende in parte su una fascia pianeggiante, la Versilia, in parte sulle Alpi Apuane (altezza max M. Pisanino 1945 m) e sul versante meridionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, includendovi l’intero bacino del Serchio propriamente detto, e cioè la Garfagnana. Rientra nei confini della provincia anche un tratto della pianura dell’Arno. Varie le condizioni climatiche: in Versilia e nella pianura dell’Arno il clima è mite, mentre è continentale in Garfagnana e piuttosto rigido sui rilievi. La popolazione è distribuita in modo diseguale: la più alta concentrazione demografica si ha in Versilia, dove si susseguono rinomati centri balneari (Viareggio, Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta e Lido di Camaiore), e nella piana di L., mentre le Alpi Apuane e la Garfagnana sono caratterizzate, a causa delle modeste risorse locali, da un notevole spopolamento. L’agricoltura, anche se in declino, è altamente specializzata in Versilia e nella piana di L., dove si producono fiori coltivati in serra, frutta e ortaggi; Viareggio è il centro di commercializzazione dei fiori. L’industria (rami tessile, dell’abbigliamento, delle materie plastiche, calzaturiero, cartario) produce circa 1/3 del reddito della provincia, affiancato da un terziario specializzato (servizi per l’impresa e commercio). Fondamentale è il turismo, attivo non solo lungo la costa, ma anche sulle Alpi Apuane, sull’Appennino e nella stazione termale di Bagni di Lucca.
Per salvaguardare la Garfagnana, pittoresca zona montuosa e collinare, è stato istituito il Parco naturale dell’Orecchiella.