Fiume della Toscana (241 km; bacino di 8247 km2); è il maggiore, dopo il Tevere, dell’Italia peninsulare e bagna le province di Arezzo, Firenze e Pisa. Nasce dalle pendici meridionali del Monte Falterona, a 1358 m (Capo d’Arno). Dopo soli 12 km di corso raggiunge a Stia l’altitudine di 440 m e acquista i caratteri di vero e proprio fiume. Attraversa quindi il Casentino con direzione SE e sbocca nel piano di Arezzo descrivendo una larga curva ai piedi del Pratomagno. Qui volge a O e, prima di Montevarchi, entra per la gola dell’Imbuto nel Valdarno Superiore, che ne costituisce il secondo bacino. Alla confluenza con la Sieve, l’A. piega verso O mantenendo questa direzione fino alla foce. Dopo aver attraversato la pianura di Firenze e la città stessa, entra nel Valdarno Inferiore dalla gola della Gonfolina e, attraversata una larga pianura alluvionale, tocca Pisa, e sfocia (Bocca d’A.) nel Mar Ligure a Marina di Pisa.
La portata varia secondo le stagioni da 7 a 2000 m3/s. Le grandi piogge provocano talvolta rovinose piene: di eccezionale gravità quella che nel novembre 1966 inondò la piana di Firenze e parte del Valdarno Inferiore. La Greve, la Pesa, l’Elsa e l’Era, sono i maggiori affluenti di sinistra, la Sieve, il Bisenzio e l’Ombrone, quelli di destra.
La valle dell’Arno è densamente popolata e ricca di grandi centri abitati. Nel tratto fra la confluenza con la Chiana e Montevarchi, sono stati ricavati due laghi-serbatoi (Levane e la Penna) per la produzione di energia idroelettrica. Il fiume è navigabile per un breve tratto da Pisa a Pontedera.