(croato Rijeka) Città della Croazia (143.800 ab. nel 2001), posta nel Golfo del Quarnaro che salda la penisola istriana alla costa croata. Sorge ai piedi di alcune balze calcaree che scendono ripide verso il mare, formando una costa alta e rocciosa senza cimosa costiera, pianeggiante solo presso la foce del fiume Rječina. In questo tratto si estendono per una lunghezza di 8 km le installazioni portuali e i cantieri navali: per volume di traffico marittimo il porto supera nettamente gli altri scali della costa orientale adriatica; vi passa anche gran parte del movimento commerciale dell’Ungheria. Al movimento portuale contribuiscono le varie industrie esistenti nella città (raffineria di petrolio; cantieri navali; manifattura di tabacchi; stabilimenti meccanici e chimici).
L’antica Tarsatica, probabilmente municipio romano sin dal 1° sec. d.C., poté resistere alle incursioni slave col concorso dei Franchi e successivamente sviluppare sempre più attivi scambi commerciali con la costa anconetana, entrando perciò, sin dal 13° sec. (durante il quale fu per la prima volta designata col nome attuale), in conflitto con Venezia; soggetta nel 10° sec. ai vescovi di Pola, poi ai signori di Duino, dal 1399 ai conti di Walsee, riuscì a conquistare tuttavia l’autonomia cittadina, che le fu confermata nel 1466, quando passò agli Asburgo. L’imperatrice Maria Teresa, dichiarandone nel 1779 l’annessione all’Ungheria, poneva le basi del suo floridissimo sviluppo successivo. Divenuta l’unico porto marittimo del paese, F. ben presto si sviluppò economicamente ed ebbe anche un notevole impulso demografico. Nonostante la notevole immigrazione di Croati e Ungheresi, restò tuttavia un centro essenzialmente italiano; e gli ultimi decenni del 19° sec. e l’inizio del successivo videro maturare un movimento irredentista. Al termine della Prima guerra mondiale, le richieste di annessione avanzate da Italiani e da Croati determinarono l’insorgere della cosiddetta questione di F.: alla proposta di W. Wilson di stabilire una linea di confine dal Monte Maggiore all’Arsa, con F. città libera, rispose il Consiglio nazionale fiumano che fin dal 1918 aveva proclamato l’annessione di F. all’Italia. Incidenti fra la popolazione fiumana e le truppe interalleate d’occupazione (1919) portarono la Conferenza di Parigi a deliberare lo scioglimento del Consiglio nazionale e della Legione volontari fiumani, e l’allontanamento delle truppe e delle navi italiane. Così G. D’Annunzio, con un corpo di volontari, occupò militarmente F. (1919), sollevando la più viva reazione da parte delle correnti democratiche. Si giunse in tal modo al Trattato di Rapallo (1920), per il quale F. fu costituita in Stato libero e indipendente, ma nel 1922 repubblicani, fascisti ed ex-legionari costrinsero alle dimissioni il governo autonomo e l’Italia procedette a un’annessione di fatto, riconosciuta nel 1924 con gli accordi di Roma dalla Iugoslavia in cambio di Porto Barosa e il cosiddetto Delta. Durante la Seconda guerra mondiale F. partecipò attivamente alla resistenza contro le truppe hitleriane che l’avevano occupata nel 1943 e furono cacciate nel 1945 dall’armata iugoslava di liberazione. Dopo l’incorporazione di F. nella Repubblica popolare croata, secondo le decisioni del Trattato di Parigi (1947), la popolazione optò in gran parte per il trasferimento fuggendo in Italia.
La città è stata designata capitale europea della cultura per il 2020 insieme a Galway (Irlanda).