VISCONTI, Violante
– Secondogenita di Galeazzo (II) e di Bianca di Savoia, nacque fra il 1354 e il 1355 (se si presta fede a Giovanni de’ Mussi, secondo il quale all’epoca della morte, nel 1386, Violante «non habebat ultra annos XXXII», Chronicon placentinum, 1730, col. 547).
Appena tredicenne fu organizzato il suo matrimonio con Lionello di Clarence, figlio di Edoardo III d’Inghilterra. L’unione rappresentava un secondo, importante passo nella proiezione politica viscontea sullo scenario europeo (dopo il matrimonio di Gian Galeazzo, fratello maggiore di Violante, con Isabella di Valois, nel 1360). Le trattative furono avviate nell’estate del 1366, quando ancora la rottura degli accordi di Brétigny tra Francia e Inghilterra appariva remota: in luglio Edoardo III nominò alcuni emissari per trattare con Galeazzo il matrimonio di Violante con uno dei suoi figli (Binaghi Olivari, 2007, p. 131). Il 19 gennaio 1367 Galeazzo incaricò Pietro da Mandello e Simone da Concorezzo di presentare al re la stesura provvisoria dei patti dotali per il matrimonio con Lionello (J.C. Lunig, Codex..., 1725, coll. 409-412), ratificati a Westminster il maggio successivo (C. Santoro, La politica finanziaria..., 1976, pp. 165 s.).
Gli accordi definitivi stabilirono la concessione a Lionello delle terre piemontesi di Alba, Cherasco, Mondovì, Cuneo e il versamento di 100.000 fiorini da parte di Galeazzo (Stanburrough Cook, 1916, pp. 27-29; Binaghi Olivari, 2007, p. 132).
Fra il marzo e l’aprile del 1368 Lionello intraprese il viaggio verso Milano, scortato fra gli altri anche da Amedeo VI di Savoia, zio di Violante (Stanburrough Cook, 1916, pp. 30-53). Arrivò nella città ambrosiana il 27 maggio; il matrimonio, officiato dal vescovo di Novara Oldrado Maineri, fu celebrato il 5 giugno.
Abbondante risonanza, nelle cronache coeve, ebbe il fastoso banchetto disposto nella curia grande dell’arengario, cui parteciparono, fra gli altri, anche Francesco Petrarca, Jean Froissart e forse Geoffrey Chaucer (ibid., p. 75; Levi Pisetzky, 1955, pp. 889 s.; Binaghi Olivari, 2007, pp. 130-138).
Terminate le celebrazioni e consumato il matrimonio, Violante fece ritorno a Pavia, mentre Lionello si recò in Piemonte per prendere possesso delle terre ricevute in dote. In breve tempo, tuttavia, si ammalò, trovando la morte ad Alba il 7 ottobre 1368.
Dopo la scomparsa del duca di Clarence, i cavalieri inglesi che lo seguivano rifiutarono di rendere a Galeazzo i possedimenti piemontesi, mettendosi sotto la protezione di Giovanni II Paleologo, marchese del Monferrato (Cognasso, 1955, pp. 461 s.). Si aprirono dunque aspre contese per il dominio dell’area, che si risolsero solo nel 1377 quando, con la mediazione del papa Gregorio XI, fu orchestrata la pacificazione fra Galeazzo e Ottone III Paleologo, detto Secondotto, figlio del marchese del Monferrato.
Gli accordi prevedevano, fra le altre cose, il matrimonio del giovane marchese con Violante, la quale avrebbe portato in dote 30.000 fiorini: le nozze furono celebrate probabilmente in agosto (ibid., pp. 490-493; cfr. Repertorio diplomatico visconteo, 1918, p. 265 n. 2254).
Anche in questo caso, il matrimonio fu breve. Secondotto passò qualche tempo a Pavia, ma già in inverno era in Piemonte, impegnato nel recupero di Asti. In queste vicende si inserì Gian Galeazzo Visconti, che ne approfittò per esautorare il marchese dal governo della città. Secondotto provò a far valere le proprie ragioni, ma, in aperto contrasto con Gian Galeazzo, riparò nel Cremonese e poi nel Parmense. Nel dicembre del 1378 trovò la morte, forse a opera di un sicario visconteo (Haberstumpf, 2014, pp. 2-4).
Violante non rimase vedova a lungo: anch’ella, come Gian Galeazzo, fu coinvolta nelle trame matrimoniali orchestrate dallo zio Bernabò al fine di consolidare la sua primazia all’interno del dominio visconteo. Nel 1380 Gian Galeazzo aveva sposato la cugina Caterina; l’anno dopo fu il turno di Violante la quale, «contra suam voluntatem» secondo Mussi (Chronicon placentinum, cit., col. 546), prese per marito il cugino Ludovico (Corio, 1978, p. 869). Bernardino Corio menziona in proposito l’opportuna dispensa papale rilasciata dal papa avignonese Clemente VII.
Va peraltro rilevato che la possibilità di un matrimonio di Violante con uno degli eredi di Bernabò era già affiorata, ma senza esito, qualche anno prima: nel 1370 infatti Urbano V aveva accordato alla «ducissa Clarentie» la dispensa matrimoniale per potersi unire «cum quocumque viro sibi quarto consanguinitatis vel affinitatis gradu conjuncto quem elegerit» (Urbain V..., a cura di M. Hayez - A.M. Hayez, 1983, p. 192 n. 26427).
Violante seguì il marito a Lodi e a Cremona, le città che Bernabò aveva affidato all’amministrazione di Ludovico nel 1379 (Comani, 1902, p. 247; Cognasso, 1955, p. 495). A questo periodo risalgono alcune, pur flebili, tracce dell’azione di governo di Violante, che si manifestava soprattutto nell’opera di mediazione e tutela dei propri sudditi (e anche di alcuni suoi protetti), come suggeriscono due lettere inviate a Francesco Gonzaga il 23 novembre 1381 (per prendere informazioni circa il ferimento di un milanese, Repertorio diplomatico visconteo, 1918, p. 341 n. 2878) e il 2 dicembre 1382 (in cui pregava il signore di dar favore a Bassano dell’Acqua, suo famiglio e cittadino di Lodi, che si recava a Mantova per escutere alcuni crediti, L. Osio, Documenti diplomatici..., 1864, p. 235). In questa seconda missiva Violante si firmava «consors magnifici et excelsi domini domini Ludovici Vicecomitis». Si occupò anche delle istituzioni lodigiane: un suo intervento in favore dell’ospedale di S. Bassiano si può inferire da un successivo privilegio di Gian Galeazzo, che nel 1387 confermò le immunitates di cui l’ospedale godeva «tempore quondam domine Violantis sororis prelibati domini» (Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. D 59 suss., c. 53v).
Anche il terzo matrimonio non fu facile: nel 1385 Ludovico subì la medesima sorte del padre Bernabò, finendo arrestato e completamente esautorato dal potere a opera di Gian Galeazzo. Morì in carcere a Trezzo, nel 1404 (Litta, 1823-1828, tav. III). Nelle accuse formulate contro Bernabò, si faceva anche riferimento alle ingiurie e alle offese perpetrate dal vecchio signore nei confronti della nipote (Cognasso, 1955, p. 516).
Violante morì l’anno successivo: Mussi ne lasciò un breve ritratto, teso a sottolineare (accanto alle virtù di «bona, sapiens pia et honesta domina») la «malam fortunam» che le aveva riservato un primo marito «non bene ordinatum», un secondo «non bene sensatum» e un terzo sposato contro la sua volontà. Fu sepolta a Pavia, in S. Pietro in Ciel d’Oro (Chronicon placentinum, cit., col. 546).
Non vi sono certezze sulla sua discendenza: dai primi due matrimoni non nacquero figli, mentre di Ludovico è noto almeno un erede, Giovanni, che nel 1413 fu incluso nella transazione che regolava i rapporti tra Filippo Maria Visconti e gli eredi di Bernabò ancora viventi. Non è però chiaro se fosse nato da Violante, oppure se fosse illegittimo (Frisi, 1794, II, p. 181; Litta, 1823-1828, tav. III).
Fonti e Bibl.: Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. D 59 suss., c. 53v; J.C. Lunig, Codex Italiae Diplomaticus, Francofurti & Lipsiae 1725, coll. 409-412; Chronicon placentinum ab anno CCXXII usque ad annum MCCCCII, auctore Iohanne de Mussis cive placentino, nunc primum ex manuscripto codice Bibliothecae Estensis, in RIS, XVI, Mediolani 1730, coll. 797, 549 s., 546 s.; L. Osio, Documenti diplomatici tratti dagli archivj milanesi, I, Milano 1864, p. 235; Repertorio diplomatico Visconteo. Documenti dal 1263 al 1402, II, Milano 1918, pp. 265, 341; C. Santoro, La politica finanziaria dei Visconti, I, Milano 1976, pp. 165 s.; Urbain V (1362-1370). Lettres communes, a cura di M. Hayez- A.-M. Hayez, IX, Paris 1983, p. 192 n. 26427.
A.F. Frisi, Memorie storiche di Monza e sua corte, Milano 1794, I, p. 191, II, p. 181; P. Litta, Famiglie celebri d’Italia, IX, Visconti di Milano, Milano 1823-1828, tav. III; F.E. Comani, Sui domini di Regina della Scala e dei suoi figli, indagini critiche, in Archivio storico lombardo, XXIX (1902), pp. 211-248 (in partic. p. 247); A. Stanburrough Cook, The last months of Chaucer’s earliest patron, New Haven 1916, pp. 27-53; F. Cognasso, L’unificazione della Lombardia sotto Milano, in Storia di Milano, V, La signoria dei Visconti (1310-1392), Milano 1955, pp. pp. 3-564 (in partic. pp. 461 s., 490-493, 516); R. Levi Pisetzky, Nuove mode della Milano Viscontea nello scorcio del Trecento, Milano 1955, 873-908 (in partic. pp. 889 s.); B. Corio, Storia di Milano, a cura di A.M. Morisi Guerra, Milano 1978, p. 869; M.T. Binaghi Olivari, Le nozze di V. V. e Lionello duca di Clarence. Milano, 5 giugno 1368, in Bollettino della Società pavese di storia patria, CVII (2007), pp. 129-144 (in partic. pp. 130-138); W. Haberstumpf, Ottone III Paleologo, in Dizionario biografico degli Italiani, LXXX, Roma 2014, pp. 2-4.