PUCCITELLI, Virgilio
PUCCITELLI, Virgilio. – Nacque a San Severino nelle Marche il 18 settembre 1599, quarto di cinque figli di Puccitello e Virginia Landi, di nobile famiglia locale.
Battezzato in S. Lorenzo il giorno stesso della nascita, trascorse l’infanzia nelle immediate vicinanze, in via S. Lorenzo (l’odierna via Salimbeni). Studiò nel collegio dei barnabiti al santuario della Madonna dei Lumi (un suo fratello, Severino, in religione Celestino, fu predicatore barnabita e divenne poi vescovo di Ravello). Virgilio dovette far parte del coro della cattedrale settempedana, dove si deve essere distinto nel canto: fu infatti deciso di farne un castrato. Proseguì a Roma gli studi letterari e musicali e dovette acquisire competenze in teologia, in vista del sacerdozio. Risiedé in Roma almeno a partire dal 1614: in quest’anno è attestato come soprano in S. Lorenzo in Damaso; tra il 1° novembre 1615 e il 31 gennaio 1618 fece parte della cappella di S. Giovanni in Laterano, dove cantò poi ancora saltuariamente nel 1618 e di nuovo in aprile-maggio 1625. Incerti gli eventi intermedi: si ritiene ch’egli vada identificato con il Virgilio Pucinelli o Picinelli soprano che compare alla corte di Mantova dall’aprile 1620 al 1622 (Parisi, 1989).
Dal decreto del 3 novembre 1634 con cui Ladislao IV Vasa, re di Polonia (1632-1648), lo assunse nel novero dei segretari reali risulta che Puccitelli, prima dell’arrivo in Polonia, aveva viaggiato per «Paesi stranieri» (Targosz-Kretowa, 1965, p. 257; Gentili, 1838, III, pp. 312 s., con data erronea). La prima notizia certa della sua presenza in Polonia risale al febbraio del 1631 (Masetti Zannini, in Miscellanea Settempedana, 1979, p. 79): ma doveva aver raggiunto già nel 1628-29 la corte varsaviana di Sigismondo III Vasa (1587-1632), padre di Ladislao; non si sa se abbia trovato impiego a corte come cantante, né ricoperto altri incarichi per conto del sovrano. Il 26 dicembre 1635 (Targosz-Kretowa, 1965, pp. 257 s.) il re aumentò di 300 ducati napoletani il suo salario annuo (ignoto l’importo iniziale). Nel giugno del 1638 Puccitelli lasciò temporaneamente la Polonia al seguito di Ladislao e della consorte Cecilia Renata d’Asburgo arciduchessa d’Austria, in viaggio verso Baden presso Vienna, distaccandosi però dalla comitiva reale alla volta dell’Italia, ufficialmente per motivi di salute, come risulta da una lettera di raccomandazione del sovrano firmata a Nikolsburg (oggi Mikulov, in Moravia) il 6 agosto 1638, indirizzata alla municipalità di San Severino (Targosz-Kretowa, 1965, p. 258). Rimase lontano dalla Polonia fino ai primi del 1640. Oltre a San Severino – probabilmente in questo periodo fu aggregato all’Accademia dei Conferenti della Florida – soggiornò a Roma, Venezia, Milano e Napoli. Alla fine del 1638, passando per Genova, si recò in Francia, dapprima ad Avignone e poi a Sisteron, nel tentativo (peraltro inane) di liberare il fratellastro di Ladislao, Giovanni Casimiro Vasa, ivi fatto incarcerare da Richelieu. Di ritorno dalla Francia, si fermò ancora qualche mese in Italia prima di tornare alla corte di Ladislao, al più tardi nel febbraio 1640, facendo tappa a Vienna (cfr. lettere cit. in Targosz-Kretowa, 1965, pp. 269-273; Masetti Zannini, in Miscellanea Settempedana, 1979, pp. 80 s.). Per ordine del sovrano accudì al trasporto d’una versione del Ratto d’Europa di Guido Reni.
In Italia Puccitelli si occupò fra l’altro di reclutare nuovi cantanti per la cappella del re polacco; acquistò e inviò a Varsavia tessuti per gli allestimenti di opere e balletti; si mise in contatto con Giovanni Ciampoli, che per volontà di Ladislao avrebbe dovuto redigere una storia della Polonia (morto l’autore nel 1643, l’opera restò incompiuta; alcuni frammenti apparvero postumi come Istoria di Pollonia nelle sue Prose, Roma 1667, pp. 336-466); infine verseggiò il dramma per musica Armida abbandonata, che prima del maggio 1639 spedì a Ladislao (una volta composta la musica, l’opera venne data a Varsavia nel gennaio del 1641, dopo il ritorno di Puccitelli).
In quel periodo deve essere stato aggregato all’Accademia veneziana degli Incogniti, come sembra indicare il titolo di «academico incognito» che accompagna il suo nome sul frontespizio delle Nozze d’Amore e di Psiche (Varsavia 1646).
Negli anni del servizio polacco in veste di poeta teatrale e segretario reale Puccitelli fu attivo oltre che a Varsavia in altre città del Paese; per alcuni mesi si fermò a Vilna (1636, 1644, 1648) e a Danzica (1645, 1646), e soggiornò varie volte a Cracovia. Tra il 1635 e il 1648 poetò per Ladislao IV drammi musicali, favole pastorali, introduzioni e intermedi recitati nei balletti di corte.
Non sono pervenute le musiche di questi spettacoli, dati a Varsavia, Vilna e Danzica: se ne attribuisce generalmente la paternità al maestro di cappella reale, il viterbese Marco Scacchi, documentata con certezza nel solo caso del Ratto di Helena sulla base di una lettera del 5 luglio 1636 del nunzio apostolico alla corte polacca, Mario Filonardi, al cardinal Francesco Barberini, spedita da Vilna (cit. in Ruggeri, in Miscellanea Settempedana, 1979, p. 141; dalla stessa missiva risulta che la partitura del Sant’Alessio di Giulio Rospigliosi e Stefano Landi sarebbe stata di modello agli artefici dei drammi musicali polacchi).
Con ogni probabilità Puccitelli lasciò la Polonia a metà 1649, con una commendatizia del re Giovanni II Casimiro Vasa (1648-1668) indirizzata al viceré di Napoli (19 dicembre 1648: in base a essa avrebbe dovuto riscuotere la somma di 2676 scudi napoletani; doc. cit. in Gentili, 1838, III, p. 316), una conferma del salario vitalizio di 300 ducati napoletani (23 marzo 1649) e un salvacondotto reale (13 luglio; doc. cit. in Targosz-Kretowa, 1965, pp. 259 s.). A Napoli trascorse circa tre anni. Nel 1653 fece ritorno nelle Marche.
Morì a San Severino il 26 dicembre 1654.
Fu sepolto nella basilica di S. Lorenzo, dove si vede un suo ritratto (attribuito a Tommaso Dolabella). Nel Liber mortuorum si legge: «il molto monsignore e molto reverendo signor Virgilio Puccitelli, eunuco cantore e segretario del re Ladislao di Polonia per le lettere di Italia, morì nella sua propria casa in communione di Santa Madre Chiesa di età di anni 56 […]. Fu un buono et onorato sacerdote» (Paciaroni, in Miscellanea Settempedana, 1979, p. 94 n. 5).
I seguenti componimenti sono documentati da libretti o scenari a stampa (per le attribuzioni dei testi adespoti cfr. in particolare Targosz-Kretowa, 1965; Szweykowska, 1976; Lewański, in Miscellanea Settempedana, 1979; Przybyszewska-Jarmińska, 2011): La Dafne (adespoto), Varsavia, 10 dicembre 1635 (il libretto è perduto), scenario a stampa in polacco (Dafnis przemieniona w drzewo bobkowe. Apolog abo baśń Owidiuszowa); Il ratto di Helena, dramma musicale, Vilna, 4 settembre 1636, e scenario in polacco (Idyllum abo akt o porwaniu Heleny); seconda versione Il ratto d’Elena, Varsavia, 12 febbraio 1638, e scenario in polacco; La prigion d’Amore (adespoto), balletto, Varsavia, 15 settembre 1637; La s. Cecilia, dramma musicale, Varsavia, 23 settembre 1637 (per le nozze del sovrano), e scenario in polacco (Summaryusz historyey o S. Cecyliey); L’Africa supplicante (adespoto), balletto, Varsavia, 14 febbraio 1638; Narciso trasformato, favola pastorale, Varsavia, 3 maggio 1638, e scenario in polacco (Narcyz przemieniony, fabuła pasterska); Maga sdegnata, introduzione al balletto, Varsavia, 18 febbraio 1640; Armida abbandonata, azione, Varsavia, gennaio 1641; L’Enea, favola drammatica, Varsavia, 9 ottobre 1641; Atlante languente, «introduttione di balletto di dodeci eroi» (adespoto), Varsavia, [12 giugno 1642]; Attioni sceniche [Apollo festante, Tancredi dolente, Acchille ritrovato, Europa rapita] rappresentate nelle nozze dell’infanta Anna Caterina Costanza, principessa di Polonia e Svezia, con Filippo Guglielmo duca di Neoburgo, Varsavia, 16 giugno 1642; Andromeda, favola drammatica, Vilna, 6 marzo 1644, e scenario in polacco; Le nozze d’Amore e di Psiche, dramma musicale, Danzica, 15 febbraio 1646, e scenario in francese (in J. Le Laboureur, Histoire et relation du voyage de la Royne de Pologne et du retour de Madame la Mareschalle de Guébrian, Paris 1648); Circe delusa, dramma musicale, Vilna, 16 aprile 1648. Facsimile del Narciso trasformato, del Ratto d’Elena (1638) e della S. Cecilia in V. Puccitelli, Drammi musicali, I, San Severino Marche 1976 (rist. Bologna 1988); facsimile del Ratto di Helena (1636), dell’Andromeda e della Circe delusa, con traduzione lituana, in Opera Lietuvos didžiųjų kunigaikščių rūmuose (L’opera nel palazzo dei granduchi di Lituania), a cura di J. Trilupaitienė, Vilnius 2010.
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G.C. Gentili, De ecclesia Septempedana, III, Macerata 1838, pp. 203-296, 311-316; Uladislao IV re di Polonia a monsignor Giovanni Ciampoli. Lettera inedita, Cingoli 1861; S. Servanzi Collio, Alcuni uomini illustri di Sanseverino Marche, in Documenti inediti e notizie raccolte [...] a provare che innanzi al secolo XIV il Municipio di Sanseverino Marche teneva scuole e convitti, Camerino 1877, pp. 51 s.; V.E. Aleandri, Un marchigiano musicista e poeta in Polonia, segretario del re Ladislao IV, in Rivista marchigiana illustrata, XVI (1919), pp. 57-66; K. Targosz-Kretowa, Teatr dworski Władysława IV (1635-1648) (Il teatro alla corte di Ladislao IV), Kraków 1965, ad ind.; A. Szweykowska, Twórczość Virgilio Puccitellego dla polskiej sceny (1635-1648) (Le opere di Virgilio Puccitelli per la scena polacca), in O dawnym dramacie i teatrze: studia do syntezy (Sul dramma e sul teatro nell’antichità: studi per una sintesi), a cura di W. Roszkowska-Sykałowa, Wrocław 1971, pp. 84-144; Ead., Dramma per musica w teatrze Wazów (Il dramma per musica nel teatro dei Vasa), Kraków 1976, ad ind.; Miscellanea Settempedana, II, V. P. e il teatro per musica nella Polonia di Ladislao IV, a cura di O. Ruggeri, San Severino Marche 1979 (in partic. J. Lewański, V. P. e il suo teatro per musica, pp. 9-50; G.L. Masetti Zannini, La nunziatura di Varsavia e la segretaria italiana del re (1635-1645), pp. 63-89; R. Paciaroni, Il testamento di V. P. segretario del re di Polonia, pp. 91-101; O. Ruggeri, Scenografia e cronaca teatrale in alcuni dispacci di Filonardi, pp. 139-155; A. Szweykowska, Un dramma per le nozze reali (La s. Cecilia), pp. 157-166; Z.M. Szweykowski, La musica per i drammi di V. P., pp. 167-186); A. Szweykowska, Melodramma “Andromeda” (1644), in Muzyka, XXXII (1987), 4, pp. 17-28; S.H. Parisi, Ducal patronage of music in Mantua, 1587-1627, diss., University of Illinois 1989, pp. 475, 614 s.; A. Pellegrino, Teatro e società nel Maceratese tra il 1650 e il 1850, in Camerino. Teatro allo specchio, a cura di A.A. Bittarelli, Camerino 1990, pp. 168-170; Id., Una civiltà teatrale. Lo spettacolo nelle Marche, in Il teatro nelle Marche. Architettura, scenografia e spettacolo, a cura di F. Mariano, Firenze 1997, p. 147; J.W. Hill, Roman monody, cantata and opera from the circles around cardinal Montalto, I, Oxford 1998, p. 39; A. Żórawska-Witkowska, “Dramma per musica” at the court of Ladislaus IV. Vasa (1627-1648), in Italian opera in central Europe, I, Institutions and ceremonies, a cura di M. Bucciarelli - N. Dubowy - R. Strohm, Berlin 2006, pp. 21-49; A. Pellegrino, V. P. e il dramma musicale, in Musicultura on line, 2007, http://www. musiculturaonline.it/musicult/musicae/ showpar.php?p=90 (21 marzo 2016); W. Witzenmann, Die Lateran-Kapelle von 1599 bis 1650, Laaber 2008, pp. 481, 489 s., 499, 508, 510, 512, 568, 769 s.; A. Pellegrino, V. P., un drammaturgo europeo accademico della Florida, in Itinerari barocchi. Letteratura, musica e teatro nella San Severino del Seicento, a cura di A. Pellegrino - M. Ranieri, San Severino 2010, pp. 104-122; Id., V. P. e il dramma per musica, in Studi maceratesi, 2011, vol. 45, pp. 683-774; B. Przybyszewska-Jarmińska, Źródła do dziejów muzyki na dworach polskich Wazów ze zbiorow zamku Skokloster (Szwecja) (Fonti per la storia della musica alle corti reali dei Vasa polacchi conservate nel castello di Skokloster, Svezia), in Muzyka, LVI (2011), 2, pp. 3-15.