VISCONTI di Modrone, Luchino (App. II, 11, p. 1116)
Regista, morto a Roma il 17 marzo 1976. Dopo il contributo portato all'evoluzione e all'approfondimento del neorealismo cinematografico italiano con La terra trema (1948), si propone anche come letterato autentico affrontando in tre film-romanzi prima la nostra storia risorgimentale alla luce di un'interpretazione tutta lirica (Senso, 1954), poi la società contemporanea italiana con i problemi drammatici del Nord e del Sud riletti attraverso la grande letteratura russa (Rocco e i suoi fratelli, 1960), quindi i tramonti e lo scontro generazionale interpretati, sullo sfondo della Sicilia fra Garibaldi e i Borboni, in cifre di colta e quasi sublimata nostalgia (Il Gattopardo, 1963, dal romanzo di G. Tomasi di Lampedusa). Su una linea che, con la mediazione della cultura tedesca, lo conduce in seguito alla trilogia storico-letteraria della Caduta degli dèi (1969), di Morte a Venezia (1971, dal romanzo di Th. Mann) e di Ludwig (1973; ed. integrale 1980). Seguono, nonostante una malattia che lo mette a dura prova, due film "da camera", carico uno di affascinanti e presaghe suggestioni autobiografiche, Gruppo di famiglia in un interno (1974), nuovamente indirizzato il secondo alla rilettura raffinata e sottile di testi letterari, L'innocente (1976), dal romanzo omonimo di d'Annunzio. Lasciando, nel cinema italiano, il segno di una personalità irripetibile, sia sul piano della cultura, sia su quello dello stile, dell'impegno umano e del rigore. Come dimostra anche la sua attività prima di regista teatrale e poi d'opera lirica, avviata l'una nel 1945 (I parenti terribili di J. Cocteau) con un totale rinnovamento dei logori schemi della scena italiana di quegli anni, dando rilievo all'autorità del regista e puntando, nonostante la dovizia di elementi sontuosi, su un realismo via via sempre più psicologico e interiore (Tre sorelle di Čechov, 1952; La locandiera di Goldoni, 1952; Uno sguardo dal ponte di A. Miller, 1958, fino a L'Arialda di G. Testori, 1960); avviata l'altra nel 1964 (La vestale di Spontini) e proseguita per due decenni (l'ultima regìa è Manon Lescaut di Puccini, nel 1974) con un rispetto totale, anche qui, per la realtà e la verità, mai in contraddizione con le esigenze della musica e le necessità del palcoscenico. Additato come un capolavoro, in questo senso, l'allestimento alla Scala della Traviata di Verdi (1955), interpretata da M. Callas.
Bibl.: Visconti e la critica, a cura di L. Micciché, in Bianco e Nero, n. 8, Roma 1958, con bibliografia; L. Visconti, in Premier Plan, n. 17, Lione 1961; G. Ferrara, Visconti, Parigi 1963, con filmografia; Y. Guillaume, L. Visconti, ivi 1966; C. Lowell-Smith, Visconti, Londra 1967; L'opera di L. Visconti, a cura di M. Sperenzi, Atti del convegno di studi di Fiesole, Firenze 1969; D. Novotna, L. Visconti, Praga 1969; A. Racoviceanu, L. Visconti, Bucarest 1969; L. Oliva, L. Visconti, Praga 1972; P. Baldelli, Visconti, Milano 1973; Visconti: il teatro, a cura di C. d'Amico de Carvalho, Reggio Emilia 1977, con biografia, teatrografia e bibliografia critica; Album Visconti, la vita e le opere in 221 fotografie, a cura di C. d'Amico de Carvalho, Milano 1978.