VITALISMO
Il vitalismo è quella dottrina biologica che, in contrapposto al meccanicismo, afferma l'irriducibilità dei processi vitali a fenomeni fisici e chimici, e li considera perciò governati da forze autonome e diverse da quelle che intervengono nella materia non vivente (v. meccanicismo e vitalismo).
Il meccanicismo afferma che l'organismo, come una macchina, non è nulla più che la somma delle sue parti, e l'unità, l'individualità sua, morfologica, fisiologica e psichica, sono semplicemente il risultato della somma dei processi fisici e chimici elementari, tutti completamente analizzabili con i metodi e coi principî delle scienze fisiche. Il vitalismo, invece, scorge nei fenomeni dell'adattamento fisiologico, della finalità dei processi vitali, ecc., qualche cosa di più: un'idea, o forma, o ἐυτελεχεια, che presiede e governa i fenomeni fisici che stanno a base della vita. L'organismo è quindi, sostanzialmente, secondo questa concezione, eguale alla somma degli elementi morfologici e dei processi fisici e chimici fondamentali, più una entità metafisica, variamente rappresentata dalle diverse scuole vitaliste, che ne regola e indirizza il corso.
Recentemente, dopo che la dottrina vitalista fu adattata alle necessità della biologia moderna, per opera soprattutto di H. Driesch, e nuovamente introdotta nella scienza col nome di "neovitalismo", si è cercato da più parti di comporre l'antitesi "meccanicismo-vitalismo". Riconosciuta l'insufficienza, per lo meno attuale, del meccanicismo, a dar ragione di tutti i fenomeni della vita, di fronte alle difficoltà e a una istintiva repugnanza dei biologi - formatisi alla scuola del meccanicismo, del positivismo e dell'indagine sperimentale - a ricorrere a principî metafisici che sfuggono all'indagine positiva, e che sono perciò sempre sospetti di troppo stretta parentela con la virtus dormitiva dell'oppio, alcuni studiosi hanno tentato di girare la difficoltà. Si sono formate varie correnti di pensiero, che in ultima analisi si fondano, quasi tutte, sul concetto di "unità biologica" o "totalità" (Ganzheitsbegriff), come fatto fondamentale e primitivo, dal quale si deve partire nell'analisi dei fenomeni biologici. L'unità degli organismi non è dunque il risultato della somma di tanti processi elementari, non il termine a cui giungono tutti questi processi, ma piuttosto il primo e capitale attributo degli organismi - e perciò della vita - al quale sono subordinati poi tutti i fenomeni fisici e chimici elementari. Nel giudicare i fenomeni biologici, afferma J. S. Haldane, non si deve partire dai postulati sui quali si basano le scienze fisiche, ma da postulati diversi, proprî ed esclusivi della biologia. I fenomeni biologici sono in un piano diverso da quelli fisici ed è vano ogni tentativo di ridurli in termini fisici. A. Meyer va più oltre, e afferma che compito della biologia teorica deve essere quello "di formulare gli assiomi, i principî e le leggi della biologia, in modo tale che le leggi fisiche possano essere dedotte da quelli per successive semplificazioni".
In sostanza, secondo questo modo di vedere, l'antitesi fra meccanicismo e vitalismo non ha ragion logica di esistere, perché indica semplicemente l'impossibilità di giudicare alla stessa stregua e di paragonare fenomeni che sono qualitativamente e sostanzialmente diversi. Secondo il Haldane, un terzo gruppo di fenomeni, ancora diversi dai due primi (fisici e biologici) e ancor esso interpretabile soltanto partendo da postulati diversi, è quello delle scienze psicologiche. Queste teorie, che hanno avuto varî nomi: "olismo" (holism, J. C. Smuts), "organicismo", "concezioni organismiche, o totalitarie, o unitarie", hanno suscitato vivo fervore di discussioni. In alcune di esse non è sempre facile discernere quello che è mera tautologia, o vitalismo più o meno larvato (ciò che i sostenitori negano, nel modo più reciso), da quello che costituisce qualcosa di concettualmente nuovo. Indubbiamente, però, questi tentativi per portare le scienze biologiche su un piano indipendente da quelle fisiche rappresentano una tendenza che trova oggi molto seguito, e questo fatto dimostra ancora ciò che da più parti si rende evidente, che è necessaria una revisione dei principî delle scienze biologiche e delle scienze fisiche.
Bibl.: V. meccanicismo e vitalismo. Nel periodico Scientia (Milano), a partire dal 1922, si trovano numerosi contributi alla discussione del problema. Cfr. inoltre: F. Alverdes, Organismus und Holismus. Neuere theoretische Strömungen in der Biologie, in Der Biologe, V (1936); L. v. Bertalanffy, Theoretische Biologie, Berlino 1932; A. Bizzarri, Le direzioni fondamentali dei processi biologici, Bologna 1936; H. D. riesch, Il vitalismo. Storia e dottrina, Palermo 1911; B. Dürken, Mechanismus und Vitalismus im Weltbild des Biologen, in Hochland, XXXI (1924); J. S. Haldane, The philosophical basis of Biology, Londra 1931; A. Meyer, Ideen und Ideale der biologischen Erkenntnis, Lipsia 1934; id., Die Idee des Holismus, in Scientia, 1935; J. C. Smuts, Holism and evolution, 2ª ed., Londra 1927; J. v. Uexküll, Theoretische Biologie, 2ª ed., Berlino 1928. Il periodico Acta biotheoretica, Leida 1935 segg., è interamente dedicato a questi problemi.