VITERBO (XXXV, p. 488; App. I, p. 1129)
La città ha subìto, durante l'ultima fase della guerra, danni ingenti sia nella zona monumentale sia nei quartieri periferici di Porta Romana e di Porta Fiorentina. In complesso il 30% dei vani esistenti anteguerra risultava distrutto o gravemente danneggiato nel 1945. Ora la ricostruzione è in corso, specialmente verso la periferia e gran parte della popolazione, evacuata nella seconda metà del 1943, è rientrata. Il comune contava, al 31 dicembre 1947, 41.354 ab.; la provincia, alla stessa data, contava 251.784 abitanti.
Quasi tutte le più importanti chiese di Viterbo sono state danneggiate assai gravemente: quella duecentesca di S. Francesco, più volte colpita con grave danno non solo delle sue strutture gotiche (rimesse in luce nel restauro in corso), ma anche in alcuni dei suoi monumenti funebri tra cui quello di Clemente IV (l'altro di Adriano v, opera di Arnolfo, sebbene sia stato sconnesso dalle esplosioni, mercé le opere di protezione precedentemente approntate è salvo); la chiesa di S. Giovanni in Zoccoli, già restaurata; quella di S. Andrea a Piano Scarano pur essa nuovamente in ordine; quella di S. Sisto dove si sta lavorando, l'altra di S. Maria della Verità dove il risucchio d'aria, prodotto dalle bombe che hanno abbattuto la facciata della chiesa, ha provocato il distacco dalle pareti della Cappella Mazzatosta di una vasta zona degli affreschi ivi dipinti nel 1469 da Lorenzo da Viterbo. Anche a S. Maria della verità si lavora, e il chiostro del convento accanto alla chiesa è già stato ricomposto nei tratti abbattuti, mentre presso l'Istituto centrale del restauro sono state ricomposte, con i minimi frammenti, le parti cadute dell'affresco e se ne è iniziato il ricollocamento in situ (v. restauro, in questa App.). Danni notevoli ha subìto anche il duomo di Viterbo, ove fra l'altro sono andate distrutte le tele settecentesche che ne adornavano la navata maggiore e le chiese di S. Agostino, S. Angelo, S. Bernardino, S. Francesco di Paola, S. Leonardo, S. Maria in Gradi, S. Maria del Paradiso e poi i palazzi del comune, quello degli Alessandri, dei Mazzatosta e la casa di Valentino della Pagnotta accanto al duomo e il palazzo Pocci, sede della Biblioteca comunale, distrutto con tanta parte delle sue raccolte. Anche la Rocca e la fontana che sorge sulla piazza antistante, hanno subìto danni gravi: così la Porta Fiorentina che tuttavia ci si è affrettati a ricostruire.