Poetessa (Marino, Roma, 1490 - Roma 1547). Figlia di Fabrizio, che era nipote di papa Martino V, e di Agnese di Montefeltro, figlia del duca Federico di Urbino. Sposò nel 1509 Ferrante d'Avalos, marchese di Pescara e nel 1525 rimase vedova. Trascorse la sua vedovanza quasi sempre nei monasteri, dapprima a Roma, poi a Montecassino e infine a Orvieto (ma al termine della sua vita era di nuovo a Roma nel convento delle Benedettine). Per la devozione al marito, per la purezza dei costumi, per lo spirito di carità e il fervore religioso da cui era animata, fu una delle più nobili figure del tempo. Michelangelo, che essa conobbe intorno al 1534, intrattenne con lei una pensosa corrispondenza e le dedicò non poche delle sue rime . Fu vicina ad alcuni esponenti dell'"evangelismo erasmiano" (in particolare Juan de Valdés ), seguendo quella sua religiosità "tutta spirituale e interiore".
Nelle Rime (1538, 1539, ecc.) e nelle Rime spirituali (1546, 1548, ecc.), rubricabili in "amorose", "sacre e morali", "epistolari", evocò, in moduli petrarcheschi, il suo amore per il marito, il dolore per la morte di lui e, con mirabile misura, l'intensità della fede dalla quale erano animati tutti i momenti della sua esistenza. Inaugurò, con il suo Canzoniere, il petrarchismo femminile e spirituale del Cinquecento (a lei prossime Veronica Gambara e Laura Battiferri). Ricco di spunti intensamente lirici il suo Carteggio.