Letterato italiano (Peveragno 1828 - Torino 1900). Combatté nella guerra del 1848 e del 1849; deputato per due legislature, fondò numerosi giornali piemontesi (Espero, Gazzetta piemontese, Gazzetta letteraria, ecc.) e diresse la parte letteraria della Gazzetta ufficiale. Scrisse drammi storici, novelle (ebbe grande successo il Novelliere contemporaneo), una quarantina di romanzi tra i quali vanno ricordati, per un certo impegno sociale, La Plebe, 1867 e Aristocrazia, 1881, mentre L' Odio, 1862 e Povera Giovanna, 1869, rivelano un consumato mestiere. La fama di B. è affidata ad alcune commedie, tra le quali celebre Le miserie d'monssù Travet (1863), in dialetto, storia di un piccolo impiegato schiavo del dovere, che sa però ribellarsi quando vede in gioco la sua dignità. Serena e ricca di ricordi personali la storia del Regno di Vittorio Emanuele II (1878-95). S'impegnò con felici risultati anche nel genere autobiografico (Visioni del passato, pubbl. su La Stampa, 5 febbr.-26 sett. 1898, e I miei tempi, 1899).