Patriota e letterato (Napoli 1840 - ivi 1886). Allievo del De Sanctis a Zurigo e suo collaboratore (1863-67) sulle pagine dell'Italia e della Patria, arricchì la propria cultura a contatto col Romanticismo germanico, ma non seppe acquisire l'equilibrio e la finezza critica del maestro, tendendo piuttosto a quell'espressione polemico-umoresca che, esercitata dopo il '70 nel giornalismo dell'opposizione, alimentò i molti suoi scritti durante l'insegnamento di letteratura italiana e tedesca (poi di estetica) all'università di Napoli.
Figlio di Paolo Emilio e di Carlotta Poerio, sorella di Alessandro; allievo, a Zurigo, di F. De Sanctis, ne raccolse le celebri lezioni su Petrarca; combatté nel 1859 e nel 1866, fu prigioniero di guerra in Croazia. Dopo aver studiato filosofia a Berlino, tornò in patria, e a Napoli tenne corsi d'estetica tra il 1863 e il 1866: di tale insegnamento divenne titolare nel 1884, ma non poté tenere mai lezione a causa delle condizioni di salute. Giornalista e polemista vivace e instancabile, nella politica e nelle lettere (Fame usurpate, 1877), collaborò all'Italia di F. De Sanctis (1863-66), alla Patria, di cui fu direttore, alla Nuova Patria (1870-71), e dopo l'avvento della Sinistra l'avversò nell'Araldo e nel Fanfulla, sostenendo una politica basata sul principio d'autorità. Fu nel 1879 consigliere provinciale per Napoli; nel 1872 aveva fondato, con F. Fiorentino e B. Spaventa, il Giornale napoletano di filosofia e lettere.
La sua opera narrativa (Mastr'Impicca, 1874; Dio ne scampi dagli Orsenigo, 1876; Per questo Cristo mi feci turco, 1883), rivalutata negli ultimi decenni, si distingue nel panorama letterario del tempo per un'estrosa inventiva linguistica, non aliena da arcaismi e da contaminazioni dialettali, che corrisponde a un atteggiamento programmaticamente anticonformista. Raccolse canti e novelle popolari: La novellaia fiorentina (1871); I canti del popolo meridionale (2 voll., 1871-72); La novellaia milanese (1872).