PUNTONI, Vittorio
PUNTONI, Vittorio. – Nacque a Pisa il 24 giugno 1859 in una famiglia di origine umile, figlio di Mariano e di Angiola Meini. Ebbe una sorella, Ida.
Studiò presso la Scuola normale superiore e nel 1881 si laureò con Enea Piccolomini, tra i primi esponenti italiani della filologia formale, discutendo una tesi su Le rappresentanze figurate relative al mito di Ippolito, in cui si riflettevano interessi e metodi (con feconda interazione di filologia e archeologia) di un altro rappresentante della wissenschaftliche Methode, il predecessore di Piccolomini, Domenico Comparetti.
Post lauream, per gli uffici di Piccolomini, ebbe otto anni di assegno mensile all’Istituto di studi orientali Gori-Feroni di Siena, dove imparò copto, ebraico e arabo, e donde si avviò a una brillante carriera accademica: libero docente a Pisa (1884), dopo un periodo al ginnasio di Pontedera, ebbe l’incarico di letteratura greca e storia comparata delle lingue classiche e neolatine a Messina (1888), divenne professore straordinario di letteratura greca a Palermo (1890-92), e infine professore di letteratura greca (e di storia antica, per incarico) a Bologna (1892-1926), dove successe a Gaetano Pelliccioni e a Luigi Alessandro Michelangeli.
Il 24 ottobre 1885 sposò Emma Ida Giacomelli, con la quale ebbe tre figli: Vittorio nel 1887, Paolo nel 1889 e Lino nel 1894. Il primogenito, ‘Vittorino’, fu infettologo all’Università di Roma e accademico dei Lincei dal 1956.
Nel 1896 Puntoni successe a Giovanni Capellini e a Francesco Roncati (prorettore nel 1895-96) come primo rettore dell’Università di Bologna del Novecento, incarico che mantenne per ventun anni (1896-1911, 1917-23). Nel primo mandato salvò l’Università, portandola a uscire dalla crisi e a svecchiarsi: cruciali furono gli appoggi di Enrico Panzacchi (alla Camera) e di Giosue Carducci (al Senato), nonché del ministro dell’Istruzione, l’imolese Giovanni Codronchi. Nel 1897 Puntoni stipulò una convenzione che ridiede ossigeno e lena all’Ateneo e ne firmò una seconda nel 1910 (quando era sindaco di Bologna Giuseppe Tanari).
Nel 1900 chiese invano a Codronchi di poter lasciare il rettorato e tornare agli studi e nel 1917, morto il rettore Leone Pesci e dopo il prorettorato di Alfonso Poggi, gli venne anzi richiesto un secondo mandato, durante il quale diede nuova prova di quel «genio pratico del Rettore dello Studio», elogiato da Carducci. Spirito patriottico (mosso dal quale aderì nel 1925 al Manifesto degli intellettuali del fascismo), si adoperò in atti di beneficenza durante il conflitto.
Ricoprì numerosi incarichi politico-istituzionali: fu consigliere comunale a Bologna (dal 1899), senatore del Regno (dal 1922), membro della Commissione reale per la riforma della scuola media, del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione (1905-09, 1913-17) e della relativa Giunta (1907-09, 1915-17), membro dell’Accademia delle scienze di Bologna (1907) di cui fu presidente della Classe di scienze morali (1912), socio corrispondente (1920) e nazionale (1921) dell’Accademia dei Lincei, socio della Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna.
Pluridecorato, fu commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia (1899; Gran cordone dal 1907), di quello della Stella polare di Svezia (1897), dell’Orden civil Alfonso XII di Spagna (dal 1902-03), di quello dei Ss. Maurizio e Lazzaro (1904) e di quello Equestre di S. Marino (1907). Fu cittadino onorario di Bologna (nel 1911: un’iscrizione latina di Giovanni Pascoli ne celebrò il primo rettorato) e di Calcinaia in provincia di Pisa (1913), sua residenza estiva, nonché sostenitore del ginnasio di Pontedera, di cui fu il primo direttore (1887-88).
Filologo puro, grecista e bizantinista aperto all’orientalistica, Puntoni fu esponente di spicco del filellenismo della nuova filologia, contrapposta alla retorica latineggiante.
Studiò in prospettiva comparatistica, producendo pregevoli lavori di filologia e mitologia comparata, attraverso figure come Fedra, Ippolito e Lino. Di particolare pregio lo studio della versio latina di Giovanni da Capua (Directorium humanae vitae) e poi di quella greco-bizantina (1081 ca.) di Simeone Antiocheno (Στεφανίτης καὶ ᾽Iχνηλάτης, Stefanites e Ichnelates), della tradizione araba (Kalīlah wa Dimnah, Calila e Dimna, di Ibn al-Muqaffa) di una raccolta di novelle indiane, e il lavoro sulla versione copta degli Atti del martirio di S. Ignazio.
Talora influenzati dalla scuola analitico-interpolazionista tedesca del tempo, i lavori filologici – per lo più di ampio respiro, di rado limitati a brevi note – sono sorretti da metodo, equilibrio e prudenza e lo rivelano giudice rigoroso. Oltre alla predilezione per la Teogonia esiodea (varie memorie e un’edizione, nel 1917) e per gli Inni omerici (notevole l’edizione critica dell’Inno a Demetra del 1896), da ricordare il lavoro sul Critone platonico, il commento alle Elleniche senofontee e l’insuperata edizione degli scoli laurenziani alle orazioni di Gregorio Nazianzeno; ma di ottima fattura sono anche le note su frammenti lirici di Saffo (1908-1909) e di Ibico (1914-1915).
Ricco, in un uomo votato all’educazione nazionale e pervaso di spirito pratico, l’elenco dei lavori scolastici: importanti la sua Grammatica della lingua greca (1907), superamento ‘anomalista’ di quella di Curtius, e la citata Teogonia.
Il connubio tra una rigorosa disposizione filologica e la praticità del suo ingegno era programmatico in Puntoni, la cui vita fu tutta dedicata all’«affermazione di un grande principio, più che civile, più che patriottico, universale ed umano», come egli dice nell’Annuario dell’Università del 1898: quello «della conciliazione tra la scienza e la vita, tra il pensiero e l’azione, tra l’intelletto e la volontà». Che egli praticò da rettore e filologo, con rigore e passione, con attenzione alle parole e cura per le cose.
Morì a Roma il 21 marzo 1926.
Le esequie solenni si tennero a Bologna il 26 marzo, alla Cappella dei Bulgari dell’Archiginnasio. È sepolto nel cimitero bolognese della Certosa.
Opere. Alcune favole dello Στεφανίτης καὶ ᾽Iχνηλάτης secondo una redazione inedita di prete Giovanni Escammetismeno, in Studi di filologia greca, 1881, vol. 1, n. 1, pp. 29-39; Scolii alle Orazioni di Gregorio Nazianzeno, ibid., 1882, vol. 1, n. 2, pp. 133-180, ibid., 1884, vol. 1, n. 3, pp. 207-241; Postille sopra gli Aurei Versi dei Pitagorici, ibid., 1882, vol. 1, n. 2, pp. 181-192; Gnomologii acrostici fragmentum Graece una cum metaphrasi Copto-Sahidica, Pisa 1883; De Phaedrae indole et moribus in Euripidis Hippolyto Stephanephoro, Pisa 1884; Le rappresentanze figurate relative al mito di Ippolito, in Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, IV (1884), pp. 1-100 (già diss. Pisa 1881); Directorium humanae vitae alias Parabola antiquorum sapientum. Accedunt prolegomena tria ad librum Στεφανίτης καὶ ᾽Iχνηλάτης, ibid., pp. I-XVI, 101-454 (tesi di abilitazione) = Pisis 1884 (monografia autonoma); Il martirio di S. Ignazio vescovo di Antiochia, versione copta inedita, Pisa 1884; Sulla formazione del mito di Ippolito e di Fedra, Pisa 1884 (unico volume di una progettata serie di Studi di mitologia greca ed italica); Collazione dell’᾽Iππόλυτος Στεφανηφόρος di Euripide sul cod. Laur. 32, 2, in Studi di filologia greca, 1884, vol. 1, n. 3, pp. 323-339; Il mito e il canto di Lino specialmente considerato nei suoi rapporti col mito e col lamento di Adone, in Studi e documenti di storia del diritto, VI (1885), pp. 25-80; Sul primitivo significato della formula proverbiale greca ἀπὸ δρυός-ἀπὸ πέτρης, ibid., VII (1886), pp. 133-170; Sopra alcune recensioni dello “Stephanites kai Ichnelates”, in Memorie dell’Accademia nazionale dei Lincei, s. 4, II (1886), 1, pp. 113-182; Sul catalogo delle Nereidi nella Teogonia esiodea, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XV (1887), pp. 289-295; Herodoti Historiarum libri, recognovit V. Puntoni, I, Firenze 1887, II, Firenze 1889, V, Firenze 1890, VI, Firenze 1895; Sulla narrazione del mito di Prometeo nella Teogonia esiodea, in Memorie dell’Accademia delle scienze di Torino, s. 2, XXXVIII (1888), pp. 443-459; Στεφανίτης καὶ ᾽Iχνηλάτης. Quattro recensioni della versione greca del “Kitàb Calìlah wa Dimnah”, a cura di V. Puntoni, Firenze 1889; Senofonte. Le Storie Elleniche, commentate da V. Puntoni, Torino 1890 (Libri I e II, rist. 1922, 1925, 1929), 1893 (Libri III-V, rist. 1923, 1929), 1895 (Libri VI-VII, rist. 1923), rist. I-V, Torino 1947; Sulla composizione del Proemio della Teogonia esiodea, in Rivista di filologia e di istruzione classica, XX (1892), pp. 369-413; Sull’inno ad Ecate nella Teogonia esiodea, ibid., XXI (1893), pp. 201-219; La nascita di Zeus secondo la Teogonia esiodea, in Studi italiani di filologia classica, I (1893), pp. 41-73; Sopra alcune interpolazioni nel testo della Titanomachia esiodea, ibid., III (1895), pp. 35-67; Frammenti di una recensione greca in prosa del Physiologus, ibid., pp. 169-191; Sulla seconda parte del catalogo degli Olimpî nella Teogonia esiodea, ibid., pp. 193-204; Per la sticometria negli scritti del Nuovo Testamento, ibid., p. 495; Prochiron legum, pubblicato secondo il codice Vaticano greco 845, a cura di F. Brandileone - V. Puntoni, Roma 1895; Indicis codicum Graecorum Bononiensium ab A. Oliverio compositi supplementum, in Studi italiani di filologia classica, IV (1896), pp. 365-378; Indice de’ codici greci della Biblioteca estense di Modena, ibid., pp. 379-536; L’inno omerico a Demetra, con apparato critico scelto e un’introduzione di V. Puntoni, Livorno 1896; Letteratura greca. Appunti dalle lezioni del prof. Puntoni per Fausto Micheli, Bologna 1897; Grammatica della lingua greca, compilata per uso delle scuole classiche, I, 1-2, Palermo 1904-1905, Bologna 1905 (1907), poi Grammatica della lingua greca, per uso delle scuole classiche, Bologna 1915 (1918, 1921; rivista da C. Bione: 1933, 1936, 1937, 1942, 1944, 1950, 1953); Esercizi e letture per lo studio della lingua greca nel ginnasio, I, Esercizi, Bologna 1907 (poi Esercizi greci: per uso dei ginnasi, Bologna 1914, 1923, con A. Beltrami); Sull’inno omerico IX (S.-A.): ΕΙΣ ΑΡΤΕΜΙΝ, in Memorie dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna, ΙΙ (1907-1908), pp. 161-165; Sopra un frammento di Saffo (Mus. Berlin. P. 9722, col. I), ibid., III (1908-1909), pp. 183-196 (sul fr. 94 V.); Sulle fonti dell’inno omerico ad Apollo, ibid., VI (1911-1912), pp. 3-33; La favola esopica dell’aquila e della testuggine, ibid., pp. 35-68; Typhoeus nella Teogonia esiodea, ibid., VII (1912-1913), pp. 137-176; Sull’inno omerico X ad Afrodite, in Rendiconti dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna, VIII (1914-1915), pp. 28-34; Primavera e amore in un frammento di Ibico, ibid., pp. 36-46; Il sonno dei Proci nel libro II dell’Odissea, ibid., IX (1915-1916), pp. 117-126; Isocrate. Consigli a Demonico, Bologna 1917; Platone. Il Critone, Bologna 1917 (rist. 1947, 1961); Teogonia esiodea, ed. in usum scholarum per cura di V. Puntoni, Bologna 1917.
Fonti e Bibl.: Per una bibliografia su Puntoni si rimanda a E. Degani, Filologia e storia. Scritti di Enzo Degani, II, Hildesheim-Zürich-New York 2004, pp. 1071 s.