VIVERRA (dal lat. viverra "furetto"; lat. scient. Viverra Linneo, 1758; fr. civette; sp. civeta; ted. Schleichkatze; ingl. civetcat)
Genere di Carnivori viverriformi o erpestoidi, che dà il nome alla famiglia omonima (lat. scient. Viverridae Gray, 1821-Bonaparte, 1845). Le viverre sono di dimensioni variabili da 80 a circa 30 cm. di lunghezza di tronco e di forme ora tarchiate e pesanti, ora snelle ed eleganti. Pur mostrando parecchie affinità con i felini, somigliano in generale nell'aspetto esterno alle mustele: la testa è lunga, il collo sottile, gli arti bassi e muniti di unghie retrattili, la coda lunga o almeno di lunghezza media. Manca sempre un sacco intorno all'ano, che è però munito di due ghiandole; sono presenti anche ghiandole perineali conglobate odorifere. Nei molari superiori si può spesso riconoscere ancora il tipo primitivo di denti tritubercolari a corona triangolare con un tubercolo in ciascun angolo.
La loro dieta è essenzialmente, ma non esclusivamente, carnea. Si adattano agli ambienti più svariati di pianura e di montagna, aridi o acquitrinosi, più o meno brulli o boscosi. Sono in gran parte terragnole, ma molte si arrampicano con grande sicurezza sugli alberi, alcune nuotano ottimamente. Si nascondono in buche sotterranee tra i crepacci delle rocce, nei tronchi di albero cavi. Hanno abitudini prevalentemente notturne; sono indubbiamente d'intelligenza assai sveglia, hanno olfatto acutissimo, vista buona, udito assai fine. Molte specie si adattano con una certa facilità alla prigionia e sono abbastanza trattabili, almeno finché giovani. Abitano prevalentemente l'Asia meridionale e l'Africa, ma sono rappresentate anche nell'Europa meridionale-occidentale; mancano completamente in America e in Australia.
La famiglia si suddivide nelle sottofamiglie: delle Viverre, degli Emigali, Cinogali, Paradossuri, Eupleri, Linsanghi.
Alla sottofamiglia delle Viverre (lat. scient. Viverrinae Gray, 1825-Svainson, 1835) appartengono forme prevalentemente terragnole, pentadattili, prettamente digitigrade, con unghie perfettamente retrattili e con borsa marginale ben distinta sul padiglione dell'orecchio.
Ne fanno parte i generi: Viverra-civetta, Viverra-zibetto, Viverricola (v.), Genetta (v.), Osbornittide.
La Viverra-civetta o Civetta (lat. scient. Civettictis Pocok, 1915) misura circa cm. 70 di lunghezza di testa e tronco, 35 di coda e 30 di altezza alla spalla, ha forma robusta, con arti relativamente alti, testa assai larga con muso aguzzo, rinario piuttosto stretto, occhi relativamente grandi con pupilla rotonda, orecchi piuttosto piccoli ma acuminati, ghiandole perineali fortemente sviluppate. Il piede anteriore e il posteriore hanno la porzione interdigitale della palma, rispettivamente della pianta, nuda. Il pelame è assai lungo, non molto fitto, piuttosto ruvido, in sostanza grigiobruno argentato più o meno giallastro, assai variamente macchiato e striato di nero; una cresta erigibile, nera, assai cospicua va dalla nuca fin sulla parte basale della coda. La Civetta si nutre di piccoli mammiferi, di uccelli e particolamente delle loro uova, in mancanza di meglio di rettili, anfibî, insetti, frutta e radici. Partorisce da 2 a 5 piccoli. Se ne distinguono 4 specie e sottospecie (1935) distribuite in Africa a sud del Sahara. La secrezione della ghiandola perineale chiamata in commercio zibetto, dal profumo intenso di muschio, ha avuto e ha tuttora rilevante importanza nell'economia umana, un tempo anche come cardiocinetico ed ora come ingrediente di profumeria specialmente in Oriente. Sino dalla fine del 1500 è documentato il fatto, ancora oggi in uso, che le Civette venivano catturate, tenute in prigionia e largamente esportate per estrarre, circa due volte alla settimana, lo zibetto dalle loro ghiandole perineali. Dall'Egitto questa pratica si diffuse nel passato anche in molte città d'Italia, del Portogallo, d'Olanda e di Germania. Nel 1927 la Colonia Eritrea importò dall'Etiopia per lire 76.000 di zibetto a L. 1800 il chilogrammo.
La Viverra-zibetto o Zibetto, chiamata Tangalunga nella penisola malese e nella Sonda (lat. scient. Viverra Linneo, 1758) è della statura della precedente o lievemente maggiore, ha forme più snelle, rinario più largo, orecchi un poco più grandi e tondeggianti, palma e pianta rivestite di pelo nella loro porzione interdigitale, pelame più denso, meno ruvido e sprovvisto di cresta dorsale. Se ne distinguono 12 specie e sottospecie diffuse nell'India, India ulteriore, Cocincina, Siam, Annam, Cina, Formosa, Filippine, Sumatra, Borneo, Celebes.
L'Osbornittide (lat. scient. Osbornictis Allen, 1919) si avvicina indubbiamente alle Genette anche per le dimensioni e per l'aspetto generale, ma è di forme un poco meno snelle, con coda assai meno lunga e più villosa. Il rinario è minuto, la palma e la pianta sono nude. L'unica specie, Osbornictis piscivora Allen, dal colore rosso-castagno lucente, con macchie chiare sulla guancia e con la coda nera, vive in luoghi acquitrinosi del Congo Belga tra i fiumi Ubanghi e Congo.