Volga
Il grande fiume della nazione russa
Il fiume Volga è un potente elemento di unificazione della Russia, produttore di ricchezza e di commerci, ma anche di storie e tradizioni popolari conosciute in tutto il paese. Con un percorso sinuoso e lento il Volga attraversa una gran parte della pianura russa e, tramite affluenti e canali, è collegato con il Mar Baltico e il Mar Bianco, ma non raggiunge mai il mare aperto
Con oltre 3.500 km di corso e più di 1.360.000 km2 di bacino di raccolta – più di quattro volte l’Italia – il Volga è di gran lunga il fiume più grande d’Europa, anche se il suo corso interessa il territorio di un solo paese, la Russia, a differenza degli altri grandi fiumi europei. Anzi, si può dire che il Volga, con la ricchissima rete dei suoi affluenti, è stato uno degli elementi che hanno contribuito alla formazione della Russia, e non per nulla è considerato il fiume nazionale russo.
Una parte molto grande della Russia europea rientra nel suo bacino ed è bagnata dal fiume o da affluenti che in passato hanno rappresentato vie di comunicazione molto importanti – e che tuttora hanno grande rilievo. Dalla sorgente alla foce, infatti, il fiume scende un dislivello di appena 300 m, il che vuol dire che ha un corso lento – oltre che abbondante d’acqua – e ben navigabile malgrado il gelo invernale; così anche molti dei suoi affluenti. Questa rete di vie navigabili, che in totale oggi sviluppa circa 20.000 km, ha molto facilitato l’espansione russa tra Mosca e gli Urali e l’antica unificazione della Moscovia, e poi lo sviluppo economico recente del paese.
Il Volga nasce a nord-ovest di Mosca, a circa 270 m di quota, da una serie di laghi e paludi su un modesto rilievo (Rialto del Valdai). Dopo un primo breve tratto in cui scorre verso sud-est, ai piedi del Valdai riceve i primi affluenti e piega verso nord-est, diventa già navigabile e passa non lontano da Mosca, cui è collegato da un canale. Nei pressi della città di Rybinsk il fiume forma un grandissimo bacino artificiale, da cui esce in direzione sud-est. Dopo Rybinsk, procedendo alquanto a zig-zag, il Volga bagna la grande città di Nižnij Novgorod, dove riceve il primo grande affluente, l’Oka. Poco oltre il fiume raggiunge una larghezza di almeno 1 km e una portata d’acqua costante e notevolissima; molto spesso, però, si allarga in laghi e paludi, dato che la pendenza si fa molto debole, il letto del fiume tende a colmarsi di detriti e l’acqua si spande nella pianura intorno.
Dopo un tratto in direzione est, a Kazan´ il fiume piega più o meno verso sud, procedendo sempre in maniera sinuosa; riceve il Kama da sinistra, altri affluenti meno importanti da destra; bagna le città di Samara, Saratov e Volgograd. Qui si divide in due rami principali ed entra nella Depressione Caspica, una pianura al di sotto del livello del mare, finché sfocia nel Mar Caspio, un grande bacino chiuso – praticamente un enorme lago salmastro senza comunicazione con gli oceani – che a sua volta si trova a circa 30 m sotto il livello medio del mare. Il Volga – che qui raggiunge i 3 km di larghezza – forma un grande delta che avanza di oltre 90 m all’anno, depositando enormi quantità di detriti.
Dal grande bacino di Rybinsk, alimentato dal Volga, parte verso nord un canale navigabile, detto Volga-Baltico, che tocca i laghi Onega e Ladoga e poi raggiunge San Pietroburgo e il Golfo di Finlandia. Dal Lago Onega un altro canale – detto Mar Bianco-Mar Baltico – raggiunge appunto il Mar Bianco, cioè il Mar Glaciale Artico. Questa rete di canali consente dunque, per esempio da Mosca, di navigare fino ai due mari settentrionali.
Già nel Medioevo il medio e basso corso del fiume era normalmente impiegato per commerciare – raggiungendo il Mar Caspio e poi navigando fino alle sue sponde orientali – con le regioni dell’Asia centrale.
Tutto il corso del fiume è poi molto pescoso e anche questa è stata in passato una risorsa economica importante. Più di recente, accanto allo sviluppo della navigazione, il Volga è diventato un enorme produttore di elettricità grazie a una serie di impianti idroelettrici costruiti lungo il suo corso e sugli affluenti.
La navigabilità e la disponibilità di grandi quantità d’acqua, infine, ha attirato sulle sponde del fiume una quantità impressionante di grandi fabbriche, che però ne hanno gravemente inquinato le acque.