VOLTURNO (XXXV, p. 584; App. II, 11, p. 1127)
Il V. è il principale fiume e il più sfruttato per l'energia elettrica dell'Italia Meridionale. Le prime centrali sono sorte a Capo Volturno e lungo le falde del Matese a Prata Sannita e a Piedimonte d'Alife. Nel dopoguerra si è provveduto non solo alla ricostruzione di queste centrali e di quelle sul Calore (S. Mango), distrutte durante la guerra, ma anche all'impianto di una centrale sotterranea a Colli al Volturno e allo sfruttamento dei salti tra il Volturno (Venafro) e il Garigliano (Rocca d'Evandro) e tra il Rio Torto, affluente del Sangro, e il Volturno (Capovolturno). Le opere per deviare parte delle acque del V. nel Garigliano sono state ultimate nel 1953, quelle per deviare le acque del Rio Torto sono state parzialmente completate nel 1959.
La bonifica del Volturno. - La bonifica del basso V. fu iniziata già sotto i Borboni con la sistemazione dei corsi dei Regi Lagni e dell'Agnena, è stata continuata dall'O.N.C. dopo la prima guerra mondiale, tra il Monte di Cuma e il lago di Patria, ma solo nell'ultimo dopoguerra è stata portata avanti in modo organico da un Consorzio, il quale sta provvedendo alla costruzione di case rurali e alla trasformazione agraria e fondiaria.
L'area del comprensorio di bonifica è di 50.000 ha, ripartita tra le province di Napoli e di Caserta; ma le opere irrigue interessano attualmente piccole aree tra il v. e l'Agnena, mentre canali di irrigazione si vanno eseguendo nella terra di Mazzoni e nella tenuta dei Carditello e dovranno essere alimentati dalle acque del V., sul quale si sta creando uno sbarramento all'altezza di Ponte Annibale.
Bibl.: D. Ruocco, L'alta valle del Volturno. Studio antropogeografico, Consiglio Naz. delle Ricerche, Memorie di Geografia antropica, vol. XII (1956), fasc. II.