Letterato serbo (Tršić, Bosnia, 1787 - Vienna 1864). Pur essendo di origine umilissima, raggiunse sin da giovane un grado di cultura eccezionale per l'ambiente e le condizioni del tempo. A Vienna (dal 1813) conobbe lo slavista J. Kopitar, che determinò l'indirizzo della sua attività, e cioè il rinnovamento della cultura del popolo e della lingua parlata. Per raggiungere questo scopo, K. completò la sua cultura con viaggi e soggiorni in Russia (1819) e in Germania (1823-24), ove si laureò in filosofia e dove, fra altri, conobbe Jakob Grimm, che premise una prefazione all'edizione tedesca della sua grammatica serba (Kleine serbische Grammatik, 1824). Nei ripetuti viaggi e soggiorni in Serbia, Croazia, Montenegro e Dalmazia raccolse il materiale per il suo Lexicon Serbico-Germanico-Latinum (1818) e per la fondamentale raccolta dei canti popolari serbi (Srpske narodne pjesme, 1823-33), dei racconti e dei proverbî. Un posto a sé nell'opera di K. occupano la traduzione del Nuovo Testamento (1847) e alcuni scritti storici ed etnografici. Le sue innovazioni ortografiche e grammaticali ebbero presto successo presso i giovani, ma l'introduzione ufficiale delle stesse trovò forti ostacoli, specie fra il clero ortodosso, e avvenne solo nel 1868.