Vulcano
Dio romano, corrispondente all'Efesto della mitologia greca, signore del fuoco e della lavorazione dei metalli.
Il culto di V., il cui nome è forse di origine etrusca, sarebbe stato introdotto in Roma, secondo Varrone, da Tito Tazio; già in età antica erano indette in suo onore le feste dette Vulcanalie, mentre più tardi, in età storica, gli vengono conferiti tutti gli attributi e le parentele che Efesto aveva nella mitologia greca: figlio di Giove e di Giunone; marito di Venere; mirabile artefice di opere; divinità del fuoco; ha sede, tra le varie località che gli assegna il mito, anche nella regione dell'Etna, nel cui interno (in Mongibello a la focina negra, If XIV 56) attende al lavoro con l'aiuto dei Ciclopi. Per di più V. è considerato, nella mitologia romana, padre di Caco, di Ceculo o di Servio Tullio.
D. lo ricorda due volte: come dio del fuoco in Cv II IV 6 Vulcano, lo quale [i gentili] dissero dio del fuoco, e come fabbro dei fulmini di Giove in If XIV 52-57, nella sacrilega invettiva di Capaneo contro Giove (ov'è detto buon Vulcano [v. 57] nel senso di " abile ", " valente nel lavoro ", non, come chiosa il Tommaseo, per eco di Virg. Aen. VIII 377 in cui Venere lo chiama " carissime coniunx ").