vulcano
La montagna che sputa fuoco
Un vulcano si forma là dove il magma, dopo avere attraversato la crosta terrestre, raggiunge la superficie. La composizione chimica del magma, che può cambiare nel tempo per uno stesso vulcano, condiziona la sua forma e il tipo di eruzione. Dall’alterazione dei depositi vulcanici deriva un suolo molto fertile e per questo motivo l’uomo, sfidando anche il pericolo, ha da sempre vissuto a ridosso dei vulcani
Un vulcano è un’apertura sulla superficie della Terra in corrispondenza della quale il magma erutta, cioè fuoriesce in superficie, insieme a gas e cenere. Il magma eruttato prende il nome di lava. Ogni vulcano è alimentato da un serbatoio (camera magmatica) collegato alla superficie tramite il condotto vulcanico, che sbocca in corrispondenza del cratere, in genere situato alla sommità del vulcano. A volte il magma fuoriesce da crateri e fratture laterali. Se la camera magmatica si svuota in seguito a un’eruzione, la porzione di crosta sovrastante collassa e si forma una vasta depressione, chiamata caldera. L’eruzione di un vulcano può essere effusiva o esplosiva, e questo dipende dalla composizione chimica del magma, in particolare dalla percentuale di silice (SiO2). I magmi poveri in silice (basici) sono poco viscosi, cioè più fluidi, e danno origine a effusioni di lava che scorre lungo i fianchi del vulcano; i magmi ricchi in silice (acidi) sono più viscosi e si raffreddano velocemente, ostruendo talvolta il condotto vulcanico. Se il magma entra in contatto con l’acqua presente nel sottosuolo si ha un’eruzione freatica, con esplosioni di vapore acqueo accompagnate da fuoriuscita di rocce e cenere dal condotto. Non è considerata eruzione l’emissione di gas dalle fumarole e di acqua calda dai geyser (giacimenti minerari).
La composizione chimica del magma influisce anche sulla forma dei vulcani, generalmente conica, che costituisce la base per la loro classificazione. Stratovulcani sono i vulcani formati da strati alternati di lava solidificata e di materiale sciolto, causati all’alternarsi di eruzioni effusive ed esplosive; gli stratovulcani, che sono i più comuni sul nostro pianeta, hanno fianchi ripidi e possono avere più crateri separati, creati da eruzioni diverse. Esempi italiani sono il Vesuvio e l’Etna, che con i suoi 3350 m è il vulcano più alto d’Europa. Coni di cenere sono invece detti i vulcani formati quasi interamente da cenere e altri prodotti vulcanici sciolti: si tratta di piccoli vulcani con fianchi ripidi e crateri centrali di piccole dimensioni. Sono chiamati vulcani a scudo quelli formati dall’emissione di lave molto fluide, che percorrono grandi distanze prima di solidificarsi. Hanno grandi dimensioni, crateri sommitali molto ampi e fianchi poco inclinati. Un esempio è il Mauna Loa, nelle Isole Hawaii, che è anche la montagna più alta della Terra, in quanto si erge dal fondo dell’Oceano Pacifico per circa 9000 m e la sua base supera i 100 km di larghezza. È un vulcano a scudo anche il Monte Olimpo, il più grande del Sistema Solare allo stato attuale delle conoscenze: si trova su Marte, è alto 27 km e largo alla base oltre 700 km.
Nella maggior parte dei casi un’eruzione è preceduta da una serie di fenomeni che mettono in allarme gli scienziati, tra cui un rigonfiamento indicante che il magma si sta accumulando vicino alla superficie e l’aumento dell’emissione di anidride solforosa (SO2). Per classificare un’eruzione si utilizza il VEI, l’Indice di esplosività vulcanica, che dipende dal volume di materiale eruttato, dalla durata della fase di esplosioni continue, dall’energia dell’esplosione (stimata dall’altezza della colonna di cenere e gas al disopra del vulcano).
I vulcani, come i terremoti, si concentrano lungo i margini delle placche litosferiche (tettonica): la maggior parte dell’attività vulcanica avviene lungo le dorsali oceaniche ma non è direttamente osservabile. Esistono isolate catene di vulcani all’interno delle placche, che si formano in corrispondenza dei cosiddetti punti caldi (sulla Terra ce ne sono alcune decine), zone dove risalgono in superficie imponenti colonne di materiale più caldo dal mantello.
Da sempre l’uomo, incurante del pericolo, ha vissuto in prossimità dei vulcani poiché il suolo vulcanico è molto fertile e adatto alla coltivazione. Vale per tutti, come esempio italiano, la città di Napoli, costruita alle pendici del Vesuvio, uno dei vulcani più esplosivi del mondo.