Fisiologo (Frauenfeld 1881 - Muralto, Canton Ticino, 1973). Premio Nobel per la medicina o fisiologia nel 1949, fu autore di importanti ricerche sulle relazioni tra ipotalamo e sistema nervoso autonomo nel controllo delle funzioni degli organi interni.
Prof. (1917-51) di fisiologia a Zurigo; premio Nobel per la medicina o la fisiologia nel 1949; accademico pontificio (1955). Le sue ricerche più importanti hanno avuto come oggetto lo studio delle funzioni dell'ipotalamo e devono la loro rinomanza alla copiosità dei dati ricavati, alla loro sistematicità e alla particolare metodica con cui furono esperite. H. sfruttò il metodo tradizionale del raffronto degli effetti della stimolazione e della successiva distruzione delle zone in esame, controllando al microscopio, a esperimento concluso, l'effettiva localizzazione delle regioni colpite; ricorse, però, a una tecnica di grande precisione (fini elettrodi guidati da un apparecchio stereotassico) e poté così operare in zone estremamente limitate, riuscendo a esplorare una zona di ridotte dimensioni e di difficile accesso, quale è l'ipotalamo nell'animale da esperimento. Con tale metodo di analisi individuò nella detta regione i centri superiori delle due sezioni del sistema nervoso vegetativo, localizzando quelli ortosimpatici, che per la loro azione dinamogena indicò come sistema ergotropo, nella porzione posteriore e centrale dell'ipotalamo, quelli parasimpatici, che denominò sistema trofotropo, perché favorenti i processi di restauro, nella porzione anteriore. Dimostrò altresì le caratteristiche specifiche delle reazioni ipotalamiche, mettendo in evidenza che esse si svolgono secondo modelli di attività altamente coordinati: per es., la reazione di addormentamento del gatto per stimolazione dell'ipotalamo riproduce tutto il comportamento usuale, perché l'animale si adagia sul fianco, si aggomitola, poi chiude gli occhi e progressivamente rilascia la muscolatura.