JARUZELSKI, Wojciech Witold
Generale e uomo politico polacco, nato a Kurow, nei pressi di Lublino, il 6 luglio 1923 da una famiglia della piccola nobiltà terriera con tradizioni militari. Nel 1939 fu deportato in URSS con i genitori; lavorò in miniera, frequentò quindi una scuola allievi ufficiali sovietica e nel 1943 si arruolò nei reparti militari polacchi che combattevano a fianco dell'Armata rossa contro i Tedeschi. Partecipò a numerose operazioni belliche fino alla conquista di Berlino. Nel 1945-47 combatté contro le formazioni di guerriglia ostili al nuovo corso socialcomunista del governo polacco.
Entrato nel 1947 nel Partito comunista, negli anni successivi compì una rapida carriera militare e politica. Nel 1960 divenne commissario politico delle forze armate, l'anno successivo fu eletto al Parlamento; dal 1965 al 1968 fu capo di Stato maggiore generale, nel 1971 entrò nell'ufficio politico del Partito Operaio Unificato Polacco (POUP, il Partito comunista). Dopo la crisi apertasi nel partito, non più in grado di controllare il vasto movimento popolare di protesta raccoltosi intorno al sindacato indipendente Solidarność, fu nominato Primo ministro nel febbraio 1981 e, nell'ottobre, Primo segretario del POUP, conservando la carica di ministro della Difesa che deteneva dal 1968. Nel dicembre 1981 promosse il colpo di stato militare che inaugurò una fase di repressione bloccando i tentativi di riforma, senza chiudere tuttavia completamente i canali di dialogo con la Chiesa e con Solidarność.
Primo ministro fino al 1985, nel novembre di quell'anno divenne presidente del Consiglio di Stato, carica equivalente a quella di capo dello Stato alla quale venne rieletto il 19 luglio 1989, quando abbandonò la segreteria del POUP. Nel febbraio dello stesso 1989 aveva favorito l'apertura di un negoziato a ''tavola rotonda'' (ossia paritario) con l'opposizione, negoziato che consentì il ritorno di Solidarność alla legalità in cambio dell'accettazione delle riforme economiche suggerite dal governo. La transizione a un sistema multipartitico accompagnata dalla riduzione del peso politico del Partito comunista ridussero progressivamente i margini di mediazione del presidente J. che nel settembre 1990, dopo aver accettato di lasciare la carica, non si ripresentava alle successive elezioni presidenziali.