XANTO (XXXV, p. 817)
Gli scavi che la missione francese ha condotto nel sito dell'antica città della Licia tra il 1950 e il 1962 hanno chiarito i problemi topografici sulla dislocazione delle due acropoli e dei monumenti funerari, e hanno indagato i problemi storico-artistici relativi all'incontro fra l'indigena cultura figurativa, legata al substrato licio, e la prepotente influenza ellenica. È stato chiarito l'andamento delle mura difensive dell'acropoli licia risalenti al 5° secolo a. C.; a N dell'acropoli, su una piccola spianata, erano eretti i monumenti funerari. Nel periodo ellenistico si costruì una cinta di mura molto più ampia, data la grande estensione raggiunta dalla città che torna al suo nucleo primitivo solo in tarda epoca bizantina.
Le più antiche testimonianze archeologiche appaiono sull'acropoli licia e consistono in resti di un palazzo, in cui fu rinvenuta ceramica greca dell'8° secolo, giunta tramite Rodi, che mostra somiglianze con gli edifici neoittiti della Siria settentrionale. La città fu occupata dai Persiani verso il 540 e fu incendiata nel 470; sull'acropoli si trovano resti di un secondo palazzo e di un tempio a tre celle con abbondanti frammenti di ceramica a figure nere.
Verso il 540 a. C., con il pilastro del leone, uno dei primi monumenti funerari di grande mole, ha inizio l'influenza ellenica; tra il 500 e il 470 è datato il monumento delle Arpie con decorazione attribuibile, forse, ad artisti milesi che raffigurarono, in uno stile molto prossimo a quello della Ionia, i membri della famiglia dinastica. Il 5° secolo è l'epoca della grande influenza ellenica: sull'acropoli fu eretto un secondo tempio e altri edifici cui sono attribuiti frammenti di scultura in stile severo in cui la componente indigena è molto evidente.
Gli scavi recenti hanno permesso un'esatta ricostruzione del monumento delle Nereidi (circa 400 a. C.): su un alto zoccolo, tipico dei monumenti funerari di X., sorge un tempietto perittero ionico, la cui cella accoglieva quattro letti funebri; la decorazione, che celebra battaglie e trionfi del re, è ricchissima: in un fregio, forse opera di greci della Ionia che conoscono modelli attici, è descritta una battaglia sul tipo delle amazzonomachie; in un altro fregio, in una paratattica disposizione di figure, affiora il sostrato indigeno.
Tra il 5° e il 4° secolo l'ellenizzazione cresce; la necropoli di quest'epoca sulle pendici dell'acropoli licia reca innovazioni originali. Tra le due acropoli nel 2° secolo d. C. fu eretta l'agorà con un grande teatro; un'iscrizione menziona pure un bouleuterion. Nella zona della città sorsero numerose chiese cristiane.
Il materiale dei nuovi scavi è in parte al museo di Antalya, in parte in un antiquarium locale.
Bibl.: Fouilles de Xanthos. I, P. Demargne, Les piliers funéraires, Parigi 1958; II, H. Metzger, L'acropole lycienne, ivi 1963; III, P. Coupel-P. Demargne, Le monument des Néréides. L'architecture, ivi 1969; IV, H. Metzger, Les céramiques archaïques et classiques de l'acropole lycienne, ivi 1972; V, P. Demargne, Tombes-maisons, tombes rupestres et sarcophages, con app. di E. Laroche, Les épitaphes lyciennes, ivi 1974.