Scrittore algerino di lingua francese e araba (Constantine 1929 - Grenoble 1989). Nato in una famiglia di intellettuali della tribù di Keblout, frequentò la scuola coranica, poi la scuola francese. Nel 1946 pubblicò la raccolta poetica, Soliloques, cui fecero seguito i Poèmes de l'Algérie opprimée (1948). Iscrittosi al partito comunista, collaborò come giornalista ad Alger républicain. Allo scoppio della guerra d'Algeria si esiliò in Europa. La sua opera romanzesca (Nedjma, 1956; Le polygone étoilé, 1966), tesa a ricostruire l'identità nazionale dell'Algeria, segna una svolta nel romanzo maghrebino sul piano stilistico e della tecnica narrativa, prossima ai grandi innovatori del 20º secolo (Joyce, Faulkner, Dos Passos). L'impegno politico traspare anche nella produzione teatrale (Le cadavre encerclé, 1955; Le cercle des représailles, 1959; La femme sauvage, 1960; L'homme aux sandales de caoutchouc, 1970). Tornato in patria dopo la dichiarazione d'indipendenza, ha fondato il Théâtre de la mer, dedicandosi al recupero della lingua araba popolare.