zaiditi
Seguaci della setta musulmana sciita che prende il nome dal quinto imam, Zaid ibn ‛Ali, nipote di Husain, e che oggi sopravvive soprattutto nello Yemen. Morto Zaid (740), combattendo contro il califfo omayyade Hisham ibn ‛Abd al-Malik, i suoi seguaci fondarono uno Stato nel Tabaristan (864), che si resse fino al 1033. Di questi z. faceva parte il gruppo che, stabilitosi nella Penisola Arabica, a Rass, nel sec. 9°, irradiò una forte propaganda nello Yemen settentrionale. Qui, alla fine del secolo, sorse la dinastia zaidita detta rassita, continuata dall’imamato yemenita di San’a, al potere dalla fine del sec. 16° e fino al 1962 (➔ Yemen). Gli z. si distinguono dagli altri sciiti sulla questione dell’imamato: una parte di essi (i butridi) ammette la legittimità dei primi tre califfi ortodossi, e tutti negano i caratteri di infallibilità e impeccabilità dell’imam e il suo carattere messianico. Pur ammettendo che l’imam vada scelto nello Ahl al-bayt, gli z. ritengono che, dopo la morte di Husain, non valga più la successione, ma che il candidato debba farsi scegliere dalla comunità manifestando la sua attitudine al comando e la consistenza del suo seguito. Da questa posizione derivano il carattere militante e bellicoso dello zaidismo, in contrasto con lo sciismo imamita, e il riconoscimento da parte degli z. di molteplici imam. In campo dogmatico, gli z. non si differenziano grandemente dagli altri sciiti, mentre il diritto è affine a quello dello hanafismo. Il e le confraternite non vi sono ammessi.