Zurigo
Città della Svizzera, capol. del cantone omonimo, all’estremità settentr. del Lago di Zurigo, alla confluenza fra il Limmat – emissario del lago – con la Sihl. L’antica Turicum risale al periodo celtico-romano. Sede di un piccolo forte durante le operazioni del 25-15 a.C., nel 4° sec. d.C. vi fu costruito un castrum, forse abbandonato nel 401. Il contiguo vicus si accrebbe nel corso del 5° sec. d.C. all’epoca della migrazione degli alamanni; dall’876 è designata ancora come castrum. La città si sviluppò rapidamente sia grazie alla fondazione della prepositura di Grossmünster e dell’abbazia di Fraumünster, nella prima metà del sec. 9°, sia grazie all’afflusso di mercanti e artigiani nel sec. 10°. Nei secc. 10°-12° Z. fu sottoposta al governo di balivi imperiali, carica che fu tenuta dai conti di Lenzburg e poi dai duchi di Zähringen. Nel corso del sec. 13° Z. cercò di svincolarsi dall’autorità imperiale, mentre in essa andavano prevalendo le classi mercantili e industriali a danno dell’autorità esercitata sino allora dall’abbazia di Fraumünster; di fronte alla politica finanziariamente oppressiva degli Asburgo, Z. nel 1291 si unì, con Uri, Schwyz e Unterwalden, alla lega contro Rodolfo d’Asburgo, che fu però sconfitta presso Winterthur (1292). Nel 1336 Z. fu teatro di una rivolta della classe artigiana e dei cavalieri, sotto la guida di Rodolfo Brun, contro la classe dei mercanti, degli orefici, degli agenti di cambio e dei setaioli. Il governo fu allora suddiviso fra gli elementi della nobiltà e della borghesia mercantile, riuniti nella Constaffel, e i rappresentanti dell’artigianato, che fondarono, con quelli della Constaffel, un consiglio. A capo di esso fu nominato, in qualità di dittatore a vita, il borgomastro Brun. Questa Costituzione durò fino al 1798, salvo successive limitazioni dell’autorità del borgomastro. In lotta con i conti di Rapperswil, Z. prevalse, ma essendo poi passata una parte della contea di Rapperswil agli Asburgo, si trovò a dover fronteggiare i signori feudali di Rapperswil, i duchi d’Austria. Trovò alleati nei Quattro cantoni (Uri, Schwyz, Unterwalden e Lucerna), con i quali concluse (1351) un patto di alleanza, ma fu poi costretta nel luglio 1355 a siglare una pace separata con gli Asburgo. Intanto Z. andava estendendo i suoi possessi territoriali; già l’imperatore Carlo IV aveva fatto dono della maggior parte del lago (1362); poi, tra la fine del sec. 14° e il principio del 15°, la città incorporò estesi territori. L’aspirazione verso il retroterra portò Z. a scontrarsi, verso la metà del sec. 15°, con il cantone di Schwyz; ne derivò un lungo periodo di guerra (1443-50), nel corso del quale Z., alleata agli Asburgo, fu ripetutamente sconfitta dai Cinque cantoni (ai quattro tradizionali si era aggiunto nel 1352 Zug). Con la Pace di Einsielden (1450) riebbe il suo territorio, ma dovette sciogliersi dal suo patto d’alleanza con l’Austria, entrando nella Confederazione svizzera. Il ceto medio zurighese e il consiglio cittadino aderirono (1525) alla Riforma predicata nella cattedrale da H. Zwingli. Essendo rimasti i Cinque cantoni fedeli al cattolicesimo, Z. scampò dal pericoloso isolamento solo perché Berna si pose al suo fianco, nel 1528, seguita poi da Basilea e Sciaffusa, formando quella unione evangelica che escluse, fino al 1798, ogni possibile ritorno al cattolicesimo. Fallì però il tentativo di sottomettere a Z. l’intera Svizzera orientale dopo la vittoria dei cantoni cattolici a Kappel (dove cadde lo stesso Zwingli) nell’ottobre 1531. All’epoca in cui a Z. erano confluiti i protestanti fuggiaschi da Locarno (1555), si era avuto l’inizio di un’attività industriale in senso moderno, poi favorita dalla concessione di asilo provvisorio agli ugonotti cacciati dalla Francia (1685), venendo poste le basi della grande fioritura economica del sec. 18°. Dopo la vittoria sui cantoni cattolici a Villmergen (1712), Z. si trovò a essere con Berna il centro principale della Confederazione. Dal sec. 17° si andarono accentuando i contrasti tra le classi e l’antagonismo tra la città e il contado. Con la Rivoluzione francese, il malcontento andò aumentando: un tentativo di ribellione fu soffocato nel 1795 a Stäfa. Invaso il Paese dai francesi, nel marzo 1798 il cantone di Z. dovette accettare l’ordinamento democratico dettato dalla Francia. Il 4 giugno 1799, sconfitto A. Massena presso la città, questa fu occupata dall’arciduca Carlo, ma già il 26 sett. Massena, vittorioso nella seconda battaglia di Z., la rioccupava. Dopo la caduta di Napoleone, Z. tornò a una costituzione a carattere patriarcale-assolutista, fino al 1831, quando i liberali fecero approvare una nuova Costituzione, che eliminò gli ultimi resti di istituti feudali.
Il Consensus Tigurinus è l’atto con cui J.H. Bullinger e G. Calvino attuarono (1549) l’unione dei riformati svizzeri in materia sacramentale ed eucaristica, sulla quale l’accordo con i luterani era fallito. Con esso la dottrina di Calvino sull’Eucarestia divenne la dottrina ufficiale della Chiesa riformata svizzera, mentre quella di Zwingli rimaneva viva nella concezione popolare. Esso precorse la seconda Confessio helvetica.