Uomo politico (Baranello 1757 - Napoli 1828). Educato a Napoli alla scuola di G. Filangieri, fu giudice della Gran corte della Vicaria, avvocato fiscale del Reale patrimonio, direttore della Finanza (1798); al ritorno dei Borboni, resse il ministero delle Finanze (1800-03). Durante il decennio francese fu consigliere di stato (1808), ministro della Giustizia (1809) e infine ministro dell'Interno fino al 1815. Esiliato al ritorno di Ferdinando IV, poi riammesso nel regno, nel 1820 fu nominato ministro dell'Interno del governo costituzionale. Studioso di problemi economici, nel 1790 aveva pubblicato un'opera sulla Sila, nella quale aveva cercato di determinare le ragioni che rendevano passivo quel vasto territorio della Corona. Tra gli altri suoi scritti, un Rapporto generale sulla situazione del Regno di Napoli per gli anni 1806-1811 (1813).