positivo
poṡitivo agg. [dal lat. tardo positivus, propr. «che viene posto» (usato soprattutto nel sign. grammaticale), der. di ponĕre «porre», part. pass. posĭtus]. – 1. In generale, che è posto come [...] con un sign. più concreto di porre («collocare»), il termine fu usato (come agg. e come s. m.) per indicare l lui non ti voleva danneggiare; tu sei un impiccione: questo è p.; non c’è, non si sa ancora nulla di positivo. Come locuz. avv., di positivo ...
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comunque
comùnque avv. e cong. [comp. di come e -unque]. – 1. Seguito da verbo al congiuntivo: a. In qualunque modo: c. vadano le cose, bisogna rassegnarsi; c. tu la pensi, io agisco così. b. non com. [...] faccia finta di nulla. 2. ant. Con il verbo all’indicativo, appena che: C. questo romor fu sentito, A furia ognun si lieva da sedere (Pulci). 3. Usato ellitticamente, in frasi di tono risolutivo o conclusivo, ha valore simile a «in ogni modo, in ogni ...
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nodo
nòdo s. m. [dal lat. nōdus]. – 1. a. Intreccio di uno o più tratti di corda (o filo o nastro o altro elemento flessibile e relativamente sottile), consistente in un avvolgimento del tratto su sé [...] . nexum): tre anni dopo finalmente per la legge Petilia fu sciolto affatto il diritto eroico del nodo: onde poté tutta Notaro e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil novo (Dante); c’era ancora quel n. del voto, e più stretto che mai (Manzoni, ...
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cancelleresco
cancellerésco agg. [der. di cancelliere e cancelleria] (pl. m. -chi), letter. – Proprio della cancelleria e dei cancellieri: formule c.; pedanteria c.; stile c., burocratico, prolisso. [...] e a garantirne la genuinità. Scrittura minuscola (o gotica) c. italiana, varietà della corsiva diffusa in Europa fra il Italia assunse caratteristiche di particolare eleganza grafica e fu adoperata largamente, soprattutto in Toscana, per la ...
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citare
v. tr. [dal lat. citare «chiamare, invitare», frequent. di ciere «muovere, far venire a sé»]. – 1. a. Chiamare in giudizio, proporre una domanda giudiziale contro qualcuno: c. qualcuno dinanzi [...] Renzo vengono citati a deporre ciò che posson sapere (Manzoni). c. Nel giudizio penale, ordinare, da parte dell’autorità giudiziaria, di comparire nel tempo e nel luogo stabiliti: fu citato dal pubblico ministero. 2. estens. Allegare, riportare ...
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materia
matèria (ant. matèra) s. f. [dal lat. materia]. – 1. a. Nell’accezione più generica, ciò che costituisce tutti i corpi, la sostanza fisica che, assumendo forme diverse nello spazio, può essere [...] Nella storia del pensiero filosofico e scientifico, il concetto di materia fu espresso inizialmente dal gr. ὕλη (che corrisponde al lat. ); entrare in m., in argomento; svolgere, esaurire la m.; c’è m. per un articolo, per un libro; indice delle ...
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grande
agg. [lat. grandis]. – Quando è premesso al sostantivo che determina, può avere l’elisione davanti a vocale (con grand’impegno, una grand’emozione), mentre davanti a consonante, e anche davanti [...] fig., alludendo a differenze di valore o d’idee: tra me e voi c’è un grande abisso); un gran cane, un gran somaro; piedi grandi, pittore, un gran capitano, un gran medico, un grand’attore; fu uno degli uomini più grandi del suo tempo; anche con nomi ...
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fare2
fare2 (ant. fàcere) v. tr. [lat. facĕre] (pres. fo 〈fò〉 [radd. sint.] o fàccio, fai [ant. faci], fa [radd. sint.; ant. e poet. face], facciamo, fate, fanno; imperf. facévo, ecc. [ant. e poet., [...] fatto sì che assolvessero il reo; fecero tanto che lo costrinsero a cedere. c. Col semplice che e un congiuntivo (o di e un infinito): fa nostra figliola; quant’è che l’han fatto cardinale?; fu fatto senatore; è molto orgoglioso di quel suo figliolo e ...
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secolo
sècolo s. m. [dal lat. saecŭlum «generazione; lungo spazio di tempo; periodo di cent’anni», e nel lat. crist., sul modello del gr. αἰών, calco a sua volta dell’ebraico, «vita terrena; mondo», [...] fra l’anno 501 e il 600 incluso; il sec. 13° o XIII (sottint. d. C.), gli anni che vanno dal 1201 al 1300, cioè il Duecento; è vissuto tra il 18 Corruttibile ancora, ad immortale Secolo andò, e fu sensibilmente (Dante). Su questo sign. ha soprattutto ...
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salutare2
salutare2 v. tr. [lat. salūtare «augurare salute», der. di salus -utis «salute»]. – 1. a. Rivolgere a una persona, nell’incontrarla o nell’accomiatarsi da lei, gesti o parole di saluto: s. [...] ?; la macchina si è fermata all’improvviso, e ti saluto, non c’è stato più verso di farla muovere. Talvolta il verbo è anche usato ecc., a un’autorità: s. la bandiera; il soldato fu punito perché non aveva salutato il capitano; il reparto ha salutato ...
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Retore greco (circa 160-225 d. C.); fu famoso da giovanetto per la sua facilità d'improvvisazione. I suoi scritti tecnici di retorica, a noi giunti, costituirono un vero e proprio corso (specialmente la parte Sulle idee, cioè le figure o qualità...
Liberto d'origine, nel 52-60 d. C. fu procuratore della Giudea, che governò molto duramente; dopo il suo richiamo fu accusato, ma senza conseguenze, dagli Ebrei. Sposò Drusilla, nipote di M. Antonio il triumviro, in seguito un'altra Drusilla...