inerpicarsi
v. intr. pron. [prob. lat. *hirpicare, der. di hirpex -pĭcis «erpice»; propr. «salire aggrappandosi come i denti dell’erpice»] (io m’inérpico, tu t’inérpichi, ecc.). – Arrampicarsi faticosamente [...] com., riferito a piante rampicanti. Anticam. anche inerpicare, senza la particella pron. ◆ Part. pass. inerpicato, anche come agg., di luogo situato in posizione elevata, e per lo più ripida e scoscesa: un paesino inerpicato in cima alla montagna. ...
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ebreo
ebrèo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. hebraeus, gr. tardo ἑβραῖος, adattam. della voce aramaica corrispondente all’ebr. ῾ibrī (pl. ῾ibrīm), dal nome del supposto capostipite ῾Ēber]. – 1. a. Appartenente [...] no la religione mosaica: l’esodo degli E.; essere di stirpe e., di origini e.; Tanto piacque al Signor di porre in cima Questa fanciulla e. (Manzoni, con riferimento alla Madonna); un e. polacco; un e. osservante, non osservante. E. errante, persona ...
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spericolato
agg. [part. pass. di spericolarsi]. – 1. Che si espone ai pericoli con eccessiva imprudenza e temerarietà, che non teme il rischio: ragazzi s.; è un guidatore incauto e s.; non verrò più [...] in macchina con te, sei troppo s.; anche come s. m. (f. -a): è uno s.; guarda quegli s. in cima al tetto! 2. tosc., non com. Timoroso, facile a impaurirsi. ◆ Avv. spericolataménte, in modo spericolato, con sprezzo del pericolo: guidare ...
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lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] lasciarlo stare; con altro senso, per indicare l’indiscutibile valore di una persona: nella fisica non è una cima, ma come matematico bisogna lasciarlo stare; lasciar stare qualcosa, smettere di toccarla: lascia stare quei fiori!; lasciar vivere ...
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lassu
lassù (ant. lassuso) avv. [comp. di là e su avv. (ant. suso)]. – In quel luogo là in alto (contrario di laggiù): lassù in cima; lassù, sulle montagne; abito lassù al sesto piano; bisogna salire [...] a piedi fin lassù; sono caduto di lassù; talora per indicare paesi settentrionali: è gente venuta di lassù; ripetuto, lassù lassù, molto in alto: [l’aquilone] già come un punto brilla Lassù lassù (Pascoli). ...
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laterale
agg. [dal lat. lateralis, der. di latus -tĕris «lato, fianco»]. – 1. Che si trova di fianco o ai lati (rispetto a una linea mediana, alla fronte di un edificio, ecc.): pareti l., porte l., altari [...] destro e sinistro. Con accezioni specifiche: a. In botanica, di foglia, fiore, gemma, ramo, ecc., che s’inseriscono non alla cima ma ai lati del ramo, del fusto, ecc.; si contrappone ad apicale. b. In genealogia, linea l., o collaterale, discendenza ...
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falcone
falcóne s. m. [lat. falco -ōnis]. – 1. Lo stesso che falco; più propr., si dà questo nome ai falchi di maggiori dimensioni adoperati in falconeria: caccia col f. o del falcone. 2. Nell’Italia [...] macchine e strutture: a. Antenna o lungo palo di legno o di acciaio che si erige sul suolo, per attaccarvi in cima carrucole o paranchi, con cui sollevare in posizione verticale pali, elementi di costruzioni metalliche e simili. b. Antica macchina d ...
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flettere
flèttere v. tr. [dal lat. flectĕre] (io flètto, ecc.; pass. rem. flettéi o flèssi; part. pass. flèsso, raro flettuto). – 1. Piegare, sia formando un angolo sia incurvando: f. un braccio, f. [...] il gomito, f. un ginocchio; f. un ramo, una sbarra; Come la fronda che flette la cima Nel transito del vento (Dante). Nel rifl. e nell’intr. pron., piegarsi: flettersi sulle ginocchia, fare delle flessioni; i rami si flettevano sotto il peso della ...
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vantare
v. tr. [lat. tardo vanĭtare, propr. «essere vano», der. di vanus «vano», vanĭtas «vanità»]. – 1. a. Parlare di qualche cosa in tono elogiativo, sia per dimostrare il proprio compiacimento sia [...] di avere scoperto lui la formula segreta; anche, dichiarare una propria capacità: si vantava di essere in grado di raggiungere la cima in meno di un’ora. c. Millantarsi: si vanta delle proprie imprese. Con uso assol., esaltare sé stesso, parlare di ...
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mozzare
v. tr. [der. di mózzo1] (io mózzo, ecc.). – Recidere, con un colpo di solito secco e deciso, una parte dal tutto al quale essa è per natura attaccata: m. la cima di un albero; troncare, amputare: [...] m. la coda al cane; m. la testa, decapitare. In senso fig., m. il discorso, troncarlo improvvisamente; m. la parola in bocca o in gola a qualcuno, impedirgli di continuare a parlare; m. il fiato, il respiro, ...
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In botanica, c. di un albero o di un ramo è la parte terminale del fusto o del ramo, cui si attribuisce funzione di equilibrio riguardo all’assorbimento e alla distribuzione della linfa ( funzione di c.).
Ramificazione a c. Tipo di ramificazione...
cima
. Compare solo in poesia, con 25 occorrenze, di cui 2 nelle Rime, le altre nella Commedia.
Col valore di " sommità di una pianta " in diversi esempi, con uso proprio e metaforico: in Pd XIII 135 si ha il prun che rigido e feroce nell'inverno...