introspezione
introspezióne s. f. [dall’ingl. introspection e fr. introspection, der. del lat. introspectus, part. pass. di introspicĕre «guardare dentro», comp. di intro- e specĕre «guardare»]. – In [...] filosofia e psicologia, procedimento di osservazione diretta e intenzionale dei fatti di coscienza, compiuta dal soggetto stesso allo scopo di analizzarli; anche, la tecnica narrativa con la quale l’autore sottopone sé stesso (in opere ...
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introvertere
introvèrtere (o introvertire) v. tr. [comp. di intro- e del lat. vertĕre «volgere»] (io introvèrto o introvertisco, ecc.; non è usato il pass. rem.). – Volgere in dentro; è usato quasi esclusivam. [...] in senso fig., nel rifl. introvertersi (o introvertirsi), ripiegarsi nella coscienza, rivolgere l’attenzione e gli interessi al proprio mondo interiore. ◆ Part. pass. introvèrso (o introvertito), anche come agg. e sost. (v. la voce). ...
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rimordimento
rimordiménto s. m. [der. di rimordere], letter. – Rimorso: r. di coscienza; senza freno alcuno di r. o di vergogna (Boccaccio); specificando il motivo del rimorso: il r. che di tanto in [...] tanto la infestava d’essersi fatta giustizia da sé stessa (Rovani) ...
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rimorso2
rimòrso2 s. m. [der. di rimordere]. – Il rimordere della coscienza, la consapevolezza tormentosa di aver fatto del male: lo tormentava il r. delle sue colpe; non hai r. di esserti comportato [...] in tal modo?; non sento, non provo alcun r. per quel che ho fatto; essere preso, afflitto da tardivi r.; spinto dal r., confessò tutto; quel ricordo non gli suscitava alcun r.; nelle mie storie d’amore ...
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intuarsi
intüarsi v. rifl. [der. di tuo, col pref. in-1], ant. – Penetrare profondamente con lo spirito in te, cioè nella tua coscienza, nel tuo sentimento; è verbo coniato da Dante (cfr. inmiarsi). ...
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appellare
v. tr. e intr. pron. [dal lat. appellare, propr. «rivolgere la parola»] (io appèllo, ecc.). – 1. tr., letter. a. Chiamare per nome, nominare o denominare: questa, che ’l vulgo appella morte [...] trans.: appellare una sentenza, un’ordinanza. Per estens., appellarsi a un’autorità, a un superiore; appellarsi all’elettorato; mi appello alla tua coscienza, al tuo senso di giustizia. ◆ Part. pres. appellante, anche come agg. e sost. (v. la voce). ...
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rimozione
rimozióne (meno com. remozióne) s. f. [dal lat. remotio -onis, der. di removēre «rimuovere», part. pass. remotus]. – 1. a. L’azione di rimuovere, il fatto di venire rimosso: lavorare alla r. [...] per la quale si costituisce l’inconscio in quanto deposito di idee o immagini legate alla soddisfazione di pulsioni che non vengono fatte accedere alla coscienza perché ritenute inaccettabili: in questo senso è detta anche r. originaria o primaria. ...
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intuire
intüire v. tr. [dal lat. intueri «vedere dentro», comp. di in-1 e tueri «guardare, osservare»] (io intüisco, tu intüisci, ecc.). – Cogliere nella sua essenza e realtà un oggetto di pensiero avvertendolo [...] presente alla coscienza; più comunem., conoscere per avvertenza immediata ciò che non è per sé manifesto, senza quindi l’aiuto della riflessione o di un processo razionale induttivo o deduttivo: i. un fatto, una verità; i. un pericolo; i. la gravità ...
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socinianesimo
socinianéṡimo (o socinianismo) s. m. [der. di sociniano]. – Dottrina teologico-morale elaborata e sistemata dai due teologi senesi del sec. 16°, Lelio e Fausto Socini, diffusa in Europa [...] leggi morali nel discorso della montagna (quindi ripudio della guerra, del giuramento, ecc.), difesa della libertà di coscienza. Per questi motivi, e soprattutto per l’affermazione del valore della ricerca razionale anche per la comprensione della ...
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fuori
fuòri (pop. fòri e fòra; ant. e poet. fuòra; ant. fòre e fuòre) avv. e prep. [lat. fŏris, fŏras]. – 1. avv. a. Nella parte esterna, esternamente, rispetto a un luogo, a un ingresso, o anche, parlando [...] ; fuor di proposito, a sproposito, in momento inadatto; esser f. di sé, non capire più nulla, non avere perfetta coscienza dei proprî atti (per delirio, febbre, ecc.), o essere in stato di grande eccitazione (per rabbia, furore, oppure per ...
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Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori.
Diritto
Libertà di c. Diritto di sentire e professare opinioni e fedi religiose...
È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella filosofia moderna, con Campanella e Cartesio;...