condurre
(ant. condùcere) v. tr. [lat. condūcĕre «condurre insieme, stipendiare, prendere in affitto», comp. di con- e dūcĕre «guidare, condurre»] (io conduco, tu conduci, ecc.; pass. rem. condussi, [...] terra ... (Petrarca); Amor condusse noi ad una morte (Dante); anche indurre, persuadere: I fui colui che la Ghisolabella indursi, risolversi: Non sanza tema a dicer mi conduco (Dante). b. Comportarsi, contenersi (meno pop. di portarsi): condursi ...
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lungo1
lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una [...] suono, di parole: nota l.; un l. suono di campane; un l. squillo di tromba; Mutar lor canto in un «Oh!» lungo e roco (Dante); Il gemer l. di persona morta (Foscolo). Di quantità discontinua: per l. ordine d’anni. Come predicato: l’arte è l. e la vita ...
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riso2
riso2 s. m. [lat. rīsus -us, der. di ridēre «ridere»] (pl. le risa). – 1. La facoltà di ridere: il r. è, con il linguaggio, proprio ed esclusivo dell’uomo; il canto degli uccelli ... è dimostrazione [...] hanno un aspetto ridente: il r. della primavera, del cielo, dei fiori; Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso De l’universo (Dante); ne’ campi ove splenda Più vago il giorno e di natura il r. (Leopardi). 4. letter. Sorriso: Con sì dolce parlar e con ...
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vasello
vaṡèllo s. m. [dim. di vaso] (pl. -i; ant. le vaṡèlla). – 1. ant. o letter. Piccolo vaso, vasetto (ma usato anticam. anche col sign. generico di vaso): Se mai candide rose con vermiglie In vasel [...] d’ogni malizia. 2. ant. Vascello, cioè nave o navicella: quei sen venne a riva Con un vasello snelletto e leggero (Dante); il papa l’avrebbe aiutato a quell’impresa con numero di genti e di vaselli (Sarpi). ◆ Dim. vaṡellétto, vaṡellino, questo usato ...
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cittadino2
cittadino2 s. m. (f. -a) [uso sostantivato dell’agg.]. – 1. a. Chiunque abita in città o risiede in una determinata città: i c. di Venezia, di Palermo; c. operosi, pacifici, tranquilli; spesso [...] Poi ch’Amor femmi un cittadin de’ boschi (Petrarca); si compiea l’anno che questa donna era fatta de li c. di vita eterna (Dante). 2. a. Chi appartiene a uno stato (cioè a una comunità politica, a una nazione), e per tale sua condizione è soggetto a ...
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arco
s. m. [lat. arcus -us] (pl. archi; ant. anche le àrcora). – 1. Arma usata fin dai tempi antichissimi per caccia e guerra, formata di un lungo e sottile elemento di materia flessibile e di una corda, [...] l’a., allentare la forza di volontà, la tenacia: Del mondo seppi, e quel valore amai Al quale ha or ciascun disteso l’a. (Dante), al quale oggi nessuno più tende l’animo; stare con l’a. teso, star bene attento, stare in guardia, o anche, usare rigore ...
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salire
(ant. saglire) v. intr. e tr. [lat. salire «saltare»] (pres. salgo, sali, sale, saliamo, salite, sàlgono [ant. o pop. salisco, salisci, ecc.; ant. sàglio, sagli, sàglie, sagliamo, saglite, sàgliono]; [...] : l’ho incontrato nel s., sul primo s.; raro con valore e uso più strettamente nominale: Drizzate noi verso li altri saliri (Dante), verso i gradini della scala che porta al girone successivo. b. Andare su, verso l’alto o verso un luogo più alto con ...
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timido
tìmido agg. [dal lat. timĭdus, der. di timere «temere»]. – 1. a. Facile a impaurirsi, che ha e dimostra scarso coraggio, riferito a persone e ad animali: una t. fanciulla; [la natura] ci ha fatte [...] non agisce con la fermezza che la sua condizione richiederebbe: E s’io al vero son t. amico, Temo ... (Dante); più spesso, incerto, impacciato, esitante nel comportamento per timore di non riuscire, di essere giudicato male dagli altri, di apparire ...
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sovrano
agg. e s. m. [der. di sovra, sul modello del fr. ant. soverain]. – 1. agg. a. ant. o poet. Che sta sopra, più in alto di tutti gli altri: Non voltò ruota mai con più prestezza Il macigno sovran [...] Sovrano a tutti (Caro), sovrastando a tutti gli altri; anche sostantivato: Così ’l sovran li denti a l’altro pose (Dante). V. soprano, che in questa accezione è la forma più comune. b. fig. Eccelso, sommo, grandissimo: una mente, un’intelligenza ...
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veglio
vèglio agg. e s. m. [dal provenz. vielh, che (come il fr. ant. vieil) è il lat. vĕtŭlus; v. vècchio], ant. o poet. – Vecchio; raram. riferito a cose: gli molti esempi che già letto De’ capitani [...] Petrarca); Vidi presso di me un v. solo, Degno di tanta reverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo (Dante); Con prudenti parole il santo veglio Così loro a dir prese (V. Monti, di Nestore). Come sost., in denominazioni specifiche: il ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...