voce
vóce s. f. [lat. vox vōcis]. – 1. Serie o insieme di suoni articolati emessi dall’uomo (v. fonazione), o di suoni inarticolati emessi da varî animali (o anche dall’uomo), alla cui produzione concorrono [...] , emettere, mandare fuori la v. (nell’uso ant. anche muovere la v.: Sì tosto come il vento a noi li piega, Mossi la voce, Dante); alzare, abbassare la v. (per un altro sign. di alzare la v., v. alzare, n. 2 b); perdere la v., diventare afono; mutare ...
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voglia
vòglia s. f. [der. di volere (come doglia da dolere, vaglia da valere)]. – 1. Sinon. letter. o raro di volere1, volontà: Perché recalcitrate a quella voglia A cui non puote il fin mai esser mozzo [...] dalla volontà: ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo ’l pasto ha più fame che pria (Dante); Or ecco ch’una donna ha in man le chiavi D’ogni tua v. (Poliziano). Tra le espressioni più frequenti nell’uso: avrei v ...
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volere2
volére2 v. tr. [lat. *vŏlēre, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo’], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, [...] ; chi vuole, vada, e chi non vuole mandi (prov.); Né pentere e volere insieme puossi Per la contradizion che nol consente (Dante); sempre è più leggier ch’al vento foglia, E mille volte el dì vuole e disvuole (Poliziano, della donna); Volere è potere ...
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molto
mólto agg., pron. e avv. [lat. mŭltus agg., mŭltum avv.]. – 1. agg. Indica in genere quantità o numero notevole, e si contrappone direttamente a poco. Quindi, unito a un sost. sing., che è in grande [...] m. altri o altri m. (si intende oltre a quelli noti o già nominati): I0 dico d’Aristotile e di Plato E di molt’altri (Dante). Più specificamente con un compl. partitivo: molti di noi, molti di loro, molti fra i presenti; e così quand’è usato il femm ...
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sedere2
sedére2 v. intr. [lat. sĕdēre «stare seduto», diversificato da sīdĕre «sedersi, mettersi a sedere»] (pres. indic. sièdo [letter. sèggo, ant. o poet. sèggio], sièdi, sediamo [ant. o poet. seggiamo], [...] pranzo; letter. s. a (o alla) mensa: beati quelli pochi che seggiono a quella mensa dove lo pane de li angeli si manuca (Dante: qui in senso fig.). b. In altri casi, il verbo indica non lo stato, ma il movimento con cui si assume una delle posizioni ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, [...] non ti faccio segno; mi ha fatto segno d’entrare; E ’l savio mio maestro fece segno Di voler lor parlar segretamente (Dante). Come sinon. di cenno, si usò anticam. anche per esprimere posizione di dipendenza, in frasi quali essere al s. di qualcuno e ...
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profondo
profóndo agg. [lat. profŭndus, comp. di pro-1 e del sost. fundus «fondo2»; anche sostantivato al neutro, profundum]. – 1. a. Con riferimento a uno sviluppo in senso verticale, detto di massa [...] un organo o di una parte del corpo umano: Ed ecco del p. de la testa Volse a me li occhi un’ombra e guardò fiso (Dante). c. In senso estens. e fig., la parte più intima e segreta di una persona: dal p. del petto, delle viscere; nel p. del cuore, dell ...
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mano
s. f. [lat. manus -us] (pl. le mani; pop. in alcune regioni d’Italia le mane, con un sing. mana; ant. e dial. le mano [continuazione del plur. lat. manus]. Il sing. può troncarsi anche nell’uso [...] con m. sicura, con m. ferma, con m. maestra; similemente operando a l’artista Ch’a l’abito de l’arte ha man che trema (Dante); m. benedette, che riescono bene in tutto ciò che fanno; avere la m. leggera, anche fig., di chi agisce con moderazione, con ...
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temere
temére v. tr. e intr. [lat. timēre] (io témo, ecc.). – 1. tr. a. Aspettarsi, con timore, che avvenga, o sia avvenuta, cosa considerata un danno, un pericolo, o comunque un fatto spiacevole: temo [...] di timore (di fronte a un pericolo determinato o vago): ond’io lasciai la cima Cadere, e stetti come l’uom che teme (Dante); Pace non trovo, e non ho da far guerra, E temo, e spero; e ardo, e son un ghiaccio (Petrarca). Preceduto dalla negazione ...
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porgere
pòrgere v. tr. [lat. pŏrgĕre, forma sincopata di pŏrrĭgĕre, comp. di por- «in avanti» (affine a pro- e per-) e rĕgĕre «dirigere in linea retta»] (io pòrgo, tu pòrgi, ecc.; pass. rem. pòrsi, porgésti, [...] attenzione, dare retta; solo ant., p. gli occhi, p. il guardo, fissare lo sguardo: Poi fisamente al sole li occhi porse (Dante); In lei [la vita] porgendo il guardo, Cerca il confuso viatore invano Del cammin lungo che avanzar sì sente Meta e ragione ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...