fatto2
fatto2 s. m. [lat. factum, propr. part. pass. sostantivato di facĕre «fare»]. – 1. a. Avvenimento, azione, fenomeno, ciò che si compie o si è compiuto: assistere, essere presente al f.; mi è capitato [...] , comprendendo anche l’elemento soggettivo e intenzionale. Nel diritto processuale civile, f. irrilevanti, quelli la cui prova o dimostrazione non ha effettiva utilità per l’azione o eccezione cui si riferiscano. In contrapp. a di diritto, la locuz ...
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imperniare
(meno com. impernare) v. tr. [der. di pernio, perno] (io impèrnio o impèrno, ecc.). – 1. Mettere, fissare su un perno, munire di perni: i. i ripiani della libreria; nelle costruzioni meccaniche, [...] , i chiodi, le caviglie, ecc., di uno scafo. 2. fig. Fondare, basare come su un perno o fulcro: intendo i. la dimostrazione su un’ipotesi ormai acquisita; l’avvocato ha imperniato la sua difesa sull’asserita incapacità d’intendere e di volere dell ...
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de plano
locuz. avv., lat. – Propr., nel lat. class., facilmente, senza difficoltà; nel linguaggio giur. medievale, pianamente, senza formalità, soprattutto per indicare, nel diritto processuale, l’esclusione [...] solenni e la conseguente accelerazione del giudizio nella procedura sommaria, o planaria. Nell’uso corrente odierno, la locuz. è talora adoperata con riferimento a conseguenze che si deducono senza bisogno di dimostrazione da premesse già poste. ...
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puntiglio
puntìglio s. m. [dallo spagn. puntillo, propr. dim. di punto (de honor)]. – Ostinazione caparbia nel sostenere un’idea o nel tenere un certo comportamento solo per partito preso o per falso [...] per uno stupido p., non perché ne sia convinto; mettersi in puntiglio (ant. stare sui p.), ostinarsi caparbiamente. Per estens., dimostrazione di grande volontà, di amor proprio, di impegno serio e tenace nel perseguire uno scopo o in genere nel fare ...
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favore
favóre s. m. [dal lat. favor -oris, der. di favere «favorire»]. – 1. Benevolenza, buona disposizione, dimostrata per lo più concretamente con atti d’approvazione, di protezione, di concessione, [...] : col f. del vento, della corrente, della notte, dell’oscurità; col f. della fortuna. 2. a. Azione concreta che è effetto e dimostrazione di benevolenza: fare, chiedere un f.; avrei bisogno di un f. da te; iron., fammi il f. di levarti di torno; e ...
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elegante
agg. [dal lat. elĕgans -antis, der. di eligĕre «scegliere»]. – 1. Che ha insieme grazia e semplicità, rivelando cura e buon gusto senza affettazione o eccessiva ricercatezza, detto degli atti, [...] molto elegante. Nel linguaggio dei matematici, dei fisici e degli informatici, di dimostrazione, formula, soluzione o procedura caratterizzate da semplicità di metodo dimostrativo, simmetria, e sim.; con sign. analogo, si usa anche con riferimento a ...
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eleganza
s. f. [dal lat. elegantia]. – La qualità di ciò che è elegante: l’e. del vestito, della persona, del portamento; e. del dire, dello scrivere; e. di stile, d’immagini, di concetti; minuziosa, [...] eccessiva, studiata, ricercata e.; e. d’una dimostrazione, di una formula, di una soluzione (v. elegante). Con valore concr., al plur., locuzioni, modi eleganti: le e. stilistiche dei classici. ◆ Dim. e spreg. (non com.) eleganzùccia. ...
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elenco
elènco s. m. [dal lat. tardo elenchus (nei due sign.), gr. ἔλεγχος «dimostrazione, prova, confutazione», der. di ἐλέγχω «dimostrare, confutare»] (pl. -chi). – 1. Nota, lista, indice di più cose [...] o persone, registrate ordinatamente: e. dei libri di testo; e. delle spese, delle offerte; e. dei soci, dei candidati, dei collaboratori; e. telefonico; compilare, stendere un e.; registrare, segnare nell’elenco; ...
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lemma1
lèmma1 s. m. [dal lat. lemma «premessa, assunto», gr. λῆμμα, dal tema di λαμβάνω «prendere» (cfr. perf. λέλημμαι)] (pl. -i). – 1. Nella filosofia e nelle scienze, proposizione preliminare che [...] e propria della tesi. In matematica, teorema preliminare; più precisamente, teorema che presenta interesse in quanto permette di dimostrare successivamente un nuovo e più significativo teorema. 2. a. ant. Titolo o sommario di ciascun capitolo di un ...
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sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] [...] o vi basti s. che ..., mettendo in evidenza un fatto che si ritiene il più significativo fra quanti se ne potrebbero citare a dimostrazione di ciò che si afferma, o anche per dare un’idea precisa di qualcuno o qualcosa: ti basti s. che per vederti ho ...
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Filosofia
Processo logico-discorsivo (dal gr. apodissi) in virtù del quale si arriva a garantire la validità di un enunciato.
La nozione di d. venne introdotta da Aristotele che la definì come quella forma speciale di sillogismo che deduce una...
dimostrazione (demonstrazione)
Bruna Cordati Martinelli
Vocabolo caratteristico del linguaggio prosastico; lo si trova infatti una sola volta nella Commedia, mentre è abbastanza frequente nel Convivio. Esso presenta sempre il significato di...