cura
s. f. [lat. cūra]. – 1. a. Interessamento solerte e premuroso per un oggetto, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività: dedicare ogni c. alla famiglia, all’educazione dei figli, ai [...] fallimento; più genericam., amministrazione: la c. degli affari, dell’azienda, del patrimonio. b. In dirittoromano, istituto di diritto pubblico che consisteva nell’attribuzione a magistrati straordinarî di compiti particolari che o non rientravano ...
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suita
suità s. f. [dal lat. mediev. suitas, der. di suus «suo»]. – 1. Come termine giuridico, riferito al dirittoromano, la qualità o condizione di essere suus heres, il diritto cioè che ha il cittadino [...] nella robba del morto abbiano la ragione della suità, come sono li figli (De Luca). Con uso più generico, suità di diritto, proprietà reale, possesso indipendente ed esclusivo di un bene. 2. Nel linguaggio filosofico, il fatto di essere sé stesso, in ...
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rescritto
s. m. [dal lat. rescriptum, neutro sostantivato del part. pass. di rescribĕre «rispondere per scritto» (comp. di re- e scribĕre «scrivere»)]. – 1. a. In dirittoromano, la risposta scritta [...] per lo più singoli: queste risoluzioni imperiali divennero spesso, con il sec. 2°, fonti di diritto. b. In diritto canonico, il responso scritto con cui l’autorità ecclesiastica giurisdizionalmente competente, su istanza di un richiedente, concede ...
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comune1
comune1 (ant. commune) agg. e s. m. [lat. commūnis «comune; mediocre; affabile», comp. di con- e munus «carica, ufficio», propr. «che compie il medesimo ufficio»]. – 1. a. Che appartiene o si [...] ad altre norme limitate a un dato territorio (diritto locale o particolare), a dati destinatarî (diritto individuale), a dati rapporti (diritto speciale o eccezionale). In partic., il dirittoromano giustinianeo che, studiato nei suoi testi genuini e ...
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infamia
infàmia s. f. [dal lat. infamia, der. di infamis «infame»]. – 1. Condizione di disonore e di biasimo pubblico grave in cui viene a trovarsi una persona che abbia commesso azioni vergognose o [...] colonna d’i., quella a cui erano legate le persone esposte alla berlina. Sotto l’aspetto giuridico: a. Nel dirittoromano, speciale diminuzione dell’onore del cittadino, per cui chi ne era colpito incorreva in alcune particolari incapacità stabilite ...
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quarta
s. f. [femm. sostantivato dell’agg. quarto]. – 1. La quarta parte di un oggetto, di un elemento o di un ente. In questa accezione è ant. (per es., come sottounità di misura di peso e di superficie [...] parte del patrimonio ereditario per cui possono esistere trattamenti particolari (per es., nel dirittoromano, la q. della vedova, la q. legittima, ecc.); nel diritto canonico, q. (o porzione) funeraria, la parte della somma offerta per esequie ...
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impero
impèro s. m. [lat. impĕrium, der. di imperare «comandare, essere a capo»]. – 1. letter. In senso ampio, potere assoluto, autorità piena, incontrastata: esercitare un i. dispotico; Nettuno aveva [...] Organismo politico con a capo un sovrano che ha il titolo d’imperatore: l’i. romano; l’i. ottomano; l’i. austro-ungarico; l’i. del Giappone o del di Napoleone I), caratterizzato da linee semplici, diritte o lievemente incurvate, e da forme sobrie e ...
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patronato
s. m. [dal lat. tardo patronatus -us «condizione di patrono»]. – 1. Nel dirittoromano, rapporto personale che si stabilisce, in seguito alla manumissione, fra il manumittente (patrono) e il [...] , con funzioni di assistenza ai liberati dal carcere e alle famiglie dei detenuti, trasferite ora agli enti locali. 3. Nel diritto canonico, privilegio legale che compete ai fondatori di chiese, cappelle o benefici, o ai loro aventi causa, e che si ...
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pandettistica
pandettìstica s. f. [der. di pandette]. – Movimento di pensiero della scienza giuridica tedesca che, dalla fine del sec. 18° a tutto il sec. 19°, si basò sui testi del dirittoromano (dalla [...] Germania accolto ufficialmente nel 1495 come diritto comune dell’Impero), e in partic. sulle Pandette (o Digesto) di Giustiniano, per promuovere con metodo rigorosamente scientifico lo studio del diritto. ...
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divìdere v. tr. [dal lat. dividĕre] (pass. rem. diviṡi, dividésti, ecc.; part. pass. diviṡo). – 1. a. Fare più parti di un tutto: d. un foglio in due; d. una mela in quattro spicchi; d. una parola in sillabe; [...] più gruppi: d. un plotone in due squadre; il popolo romano era stato diviso per centurie, per curie e tribù. b. una quantità dopo averla divisa in parti uguali, o proporzionate al diritto di ciascuno: d. il patrimonio tra i figli, le sostanze ...
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diritto romano in Dante
Filippo Cancelli
Tra le tesi opposte, entrambe esagerate, di chi vede in D. un giurista e di chi lo fa ignaro affatto delle fonti giuridiche - naturalmente per cognizione diretta, ché, come si sa, citazioni derivazioni...
Insieme delle norme giuridiche che regolavano la società romana antica. Il d.r. fu riordinato dall'imperatore Giustiniano nel Corpus iuris civilis. Le compilazioni di Giustiniano raccolsero l'eredità più importante del d.r., ma tali raccolte...