scetticismo
s. m. [der. di scettico, sull’esempio del fr. scepticisme e ingl. scepticisme]. – 1. Corrente filosofica del pensiero antico sviluppatasi dal 4° sec. a. C. al 2° sec. d. C. (tradizionalmente [...] che nega la veridicità degli elementi concettuali dellaconoscenza, riconoscendola solo a quelli sensibili, riprendendo così in maniera unilaterale i motivi dello sc. antico, il cui senso filosofico consisterebbe invece nella critica di qualsivoglia ...
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gnoseologia
gnoṡeologìa s. f. [dal lat. mod. gnoseologia, termine coniato dal filosofo ted. A. G. Baumgarten (1714-1762) con il gr. γνῶσις -εως «conoscenza» e -λογία «-logia»]. – Termine usato (in una [...] partizione ormai desueta dellafilosofia in metafisica, etica e gnoseologia) per indicare la dottrina o teoria dellaconoscenza umana, con riferimento soprattutto alla ricerca dei suoi fondamenti, alle sue strutture e modalità, nonché alla sua ...
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episteme
epistème s. f. – Nel linguaggio filosofico, traslitt. del gr. ἐπιστήμη, che indicava inizialmente ogni conoscenza abilitante a compiere determinate attività o mestieri, e in seguito, più specificamente, [...] sia alla ἐμπειρία (empirìa) che indicava solo la capacità operativa. Nella filosofia contemporanea, il termine comprende l’insieme delleconoscenze positive e delle teorie scientifiche che caratterizzano una data epoca, con una sfumatura relativa ai ...
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platonismo
s. m. [der. del nome del filosofo Platone (v. platonico1)]. – 1. La filosofia, la dottrina, il pensiero di Platone: il nucleo centrale è costituito dalla dottrina delle idee eterne, universali, [...] prima di incarnarsi, perdendo conoscenza (il corpo è un «carcere») per riacquistarla lentamente nel progressivo sforzo di superare la sfera della sensibilità risalendo alla contemplazione delle idee. 2. Orientamento filosofico, visione del mondo che ...
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specie
spècie (ant. spèzie) s. f. [dal lat. species, propr. «aspetto, forma esteriore», der. di specĕre «guardare»], invar. – 1. non com., letter. Aspetto, forma esteriore, apparenza: E potess’io, Nel [...] a Dio, lei dovesse recare a’ suoi piaceri (Boccaccio). 2. In filosofia, termine usato nella dottrina atomistica dellaconoscenza per indicare i simulacri, cioè le immagini sensibili delle cose che si imprimono sull’occhio mediante il flusso di ...
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trascendentale
agg. [dal lat. mediev. transcendentalis, der. del lat. class. transcendĕre: v. trascendere]. – In senso generico, che trascende, cioè va oltre, supera certi limiti, un certo grado, un [...] In filosofia, nel linguaggio della scolastica, sono dichiarati nozioni t., attributi t., gli aspetti generali dell’ente dell’idealismo: in Fichte definisce la caratteristica della dottrina della scienza secondo cui tutti gli aspetti dellaconoscenza ...
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ontologismo
s. m. [der. di ontologico]. – Termine usato dal filosofo Vincenzo Gioberti (1801-1852) in opposizione a psicologismo, per indicare il metodo dellafilosofia che «colloca il termine immediato [...] sistema. Più in generale, nel linguaggio filosofico, esso è usato per significare la priorità, variamente affermata, dellaconoscenza di Dio o dell’Essere – immediata e intuitiva – rispetto a ogni altra conoscenza che da essa è fatta dipendere. L ...
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neuroetica
s. f. Lo studio del comportamento etico sulla base dei progressi compiuti nell’ambito delle neuroscienze. ◆ la Dana Alliance for Brain, l’organizzazione no profit che promuove la settimana [...] etiche sollevate dalle scoperte delle neuroscienze. Che, a differenza dellafilosofia, sembrano ad esempio capaci , 24 marzo 2003, p. 25, Cronaca) • [tit.] Frontiere dellaconoscenza / Neuroetica, una mappa: fin dov’è lecito potenziare la mente umana ...
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sostanza
(ant. sustanza e sustànzia) s. f. [dal lat. substantia «essenza, realtà; mezzi di sussistenza», der. di substare «stare sotto», sul modello del gr. ὑπόστασις]. – 1. a. Termine che, fin dalle [...] ’idea stessa. Nella filosofia di Rosmini sostanza è l’idea pura e universale dell’essere, realizzata in ogni ente concreto e teoreticamente fondata sul principio di s., secondo cui tale nozione si deduce dalla conoscenza degli accidenti (attraverso ...
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pratico
pràtico (ant. pràctico, pràttico) agg. [dal lat. tardo practĭcus, gr. πρακτικός «attivo, pratico», der. del tema di πράσσω «fare, agire»] (pl. m. -ci; ant. o pop. -chi). – 1. a. Che si riferisce [...] dell’agire (filosofia p., o filosofiadella pratica) distinta dalla filosofia teoretica o speculativa; in partic., nella filosofia costante ha acquistato una notevole conoscenza di una disciplina, di un’attività, dell’uso di un meccanismo o di ...
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L'Eta dei Lumi: la fine della conoscenza naturale 1700-1770. Mathematica mixta
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Astronomia
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Nel XVIII sec. l'accuratezza delle misure astronomiche aumentò...
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