ossianico
ossiànico agg. (pl. m. -ci). – 1. Che si riferisce a Ossian, leggendario guerriero e bardo gaelico che si suppone vissuto nel 3° sec. d. C.: poemi, canti ossianici. Ciclo o., denominazione [...] stile il tono epico a quello elegiaco, e che ebbero particolare fortuna negli ambienti preromantici europei, soprattutto per il gusto delle descrizioni di paesaggi naturali selvaggi e notturni, per il ricorrere dei motivi della morte e dei sepolcri e ...
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sconcio
scóncio agg. e s. m. [der. di sconciare]. – 1. agg. (pl. f. -ce, raro -cie) Brutto, ripugnante, che offende la vista o il senso estetico: uno s. animale; una s. costruzione; La vostra s. e fastidiosa [...] individuo; fare atti s.; dire parole s. e triviali; un libro, uno spettacolo s.; una storiella s. e di pessimo gusto; Dante in una corte ripulita e delicata ... non avrebbe adoprato tante rozze e sconce espressioni (Alfieri). Anticam., con senso più ...
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retro
rétro 〈retró〉 agg. fr. [abbrev. di rétrospectif «retrospettivo»], invar. – Che si rifà al passato, ai decennî o ventennî precedenti, e quindi arretrato, invecchiato, datato e superato: stile r., [...] arredamento volutamente r.; gusto, idee, mentalità rétro. ...
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strapaese
strapaéṡe s. m. [comp. di stra- e paese]. – Tendenza letteraria della prima metà del sec. 20° che si ispirò alle tradizioni schiettamente paesane, contro ogni forma di cosmopolitismo o esterofilia [...] al manifesto nazionalista compilato da G. Papini (1904), ma assunse questo nome, e si affermò come polemica espressione di un gusto, solo nel primo dopoguerra; la tendenza fu soprattutto rappresentata da M. Maccari, L. Longanesi e C. Malaparte. ...
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vincere
vìncere v. tr. [lat. vĭncĕre] (pres. io vinco, tu vinci, ecc.; pass. rem. vinsi, vincésti, ecc.; part. pass. vinto). – 1. a. Sopraffare l’avversario in armi, in guerra o in uno scontro qualsiasi, [...] e scoppiò in un pianto dirotto. f. Superare, essere superiore: li vinceva tutti in bravura, in intelligenza, per raffinatezza di gusto, come cultura; vinceva in bellezza tutte le coetanee; lo vinse di cortesia; ma vinta è la materia dal lavoro ...
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grignolino
s. m. [voce dial. piem.]. – Vitigno piemontese (coltivato soprattutto nell’Astigiano), che dà grappoli non molto grandi, di color rosso violaceo o grigio rossastro, con acini lievemente ellittici, [...] a maturazione un po’ tardiva; anche, il vino che se ne ricava, di colore rosso rubino chiaro, brillante, con profumo delicato, gusto amarognolo, sapido, gradevole. ...
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sconocchiare
v. tr. [der. di conocchia, col pref. s- (nel sign. 3)] (io sconòcchio, ecc.), non com. – 1. Filare, trarre il pennecchio avvolto alla rocca. 2. fig. a. tosc. Mangiare qualcosa di gusto, [...] avidamente, senza lasciarne nulla: una solenne padellata ... che comparsami calda calda, e ben rosolata in tavola, me la sconocchiai francamente quasi tutta (Redi); spesso con la particella pron. in funzione ...
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disgeusia
disgeuṡìa s. f. [comp. di dis-2 e gr. γεῦσις «gusto»]. – In medicina, qualunque alterazione o indebolimento delle facoltà gustative, riscontrabile durante stati tossici, infettivi, stomatiti, [...] gastriti, malattie del sistema nervoso, gravidanza, ecc ...
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sconoscente
sconoscènte agg. [part. pres. di sconoscere]. – 1. ant. Privo di discernimento, incapace di conoscere e quindi distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto e sim.: Tu di’ ch’i’ sono [...] ricevuti; dimostrarsi s. verso i proprî benefattori (o ai proprî benefattori); l’insegnare a persone grate sarebbe ... gran gusto; ma ’l levar di ignoranza uomini s. è veramente una pena (Galilei); non credessi alle chiacchiere dei contadini, che ...
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iniziare
v. tr. e intr. [dal lat. initiare, dapprima «iniziare ai misteri religiosi», poi «cominciare», der. di initium «inizio»] (io inìzio, ecc.). – 1. a. tr. Dare inizio, compiere i primi atti di [...] ’arte difficile, e sim.: i. a un gioco; i. all’uso della droga; i. all’ascetismo; i. all’arte, a un’arte, al gusto della buona musica; i. ai piaceri della buona cucina; e in senso più ampio: il Gravina iniziò il Metastasio agli studî classici. ◆ Part ...
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Senso specifico per mezzo del quale viene riconosciuto e controllato il sapore delle sostanze introdotte nel cavo orale. Per estensione il termine è adoperato in etica e in estetica per designare la sensibilità del buono e del bello.
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gusto
Senso specifico per mezzo del quale viene riconosciuto e controllato il sapore delle sostanze introdotte nel cavo orale. Le sensazioni destate dagli stimoli gustativi si chiamano sapori.
Anatomia del sistema gustativo
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