segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, [...] verbo fare: una donna giovane, ... danzando e vociferando, faceva segno di grandissima allegrezza (Leopardi); seguito da un infinito, dare segno di, accennare a (come preannuncio): continuava imperterrito senza dare alcun s. di volere smettere; non ...
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successione
successióne s. f. [dal lat. successio -onis, der. di succedĕre «succedere»]. – 1. Il succedere ad altri, cioè il subentrare, il prendere il posto di un altro in una carica, in un ufficio, [...] , a2, ... an, ..., dove 0, 1, 2, ..., n, ... sono gli indici della s.; una successione è pertanto formata da infiniti elementi, elencati in modo ordinato; talvolta, una successione è indicata con a′, a′′, ... (leggi «a primo, a secondo, ...») oppure ...
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incoare
v. tr. [dal lat. incohare o inchoare, voce di origine oscura], letter. – Intraprendere, avviare, dar principio. È verbo di uso rarissimo, e quasi esclusivo (ma solo nell’infinito e nel part. [...] pass.) del linguaggio forense: i. una lite, un processo ...
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monitorare
v. tr. [der. di monitor]. – Controllare, mediante monitoraggio, l’andamento di una o più grandezze variabili nel tempo; in partic., in medicina, controllare le condizioni e il funzionamento [...] fiumi; m. la pressione di un paziente; nel linguaggio giornalistico, osservare, verificare in modo sistematico: m. le tendenze degli elettori attraverso i sondaggi. ◆ È usato per lo più nell’infinito e nel part. pass. (o tempi composti con questo). ...
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cagione
cagióne s. f. [lat. occasio -ōnis: v. occasione]. – 1. Causa di un determinato effetto, occasione, motivo: Non è sanza cagion l’andare al cupo (Dante); anche pretesto: cominciò a trovar sue c. [...] sempre più raramente) soprattutto parlando di cose che diano dolore o provochino danno: i greci eroi, Cagione ai Persi d’infinito affanno (Leopardi); essere c. di scandali, di sventure; non hai c. di lamentarti (più com. motivo). Locuzioni: a c. di ...
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tacito
tàcito agg. [dal lat. tacĭtus, der. di tacere «tacere»]. – 1. Che tace, che sta senza parlare (sinon. letter. o più elevato di silenzioso): Taciti, soli, sanza compagnia N’andavam l’un dinanzi [...] pesce (Poliziano); la notte ... declina Con tacit’ombra sopra l’emispero (Parini); al tacito Morir d’un giorno inerte (Manzoni); Del t., infinito andar del tempo (Leopardi); o in cui non si ode rumore: nella t. notte, per le t. vie. In usi fig., poet ...
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ci1
ci1 pron. e avv. [lat. tardo hīce per hīc «qui»]. – 1. pron. pers. Si considera vera particella pronominale solo quando concorre alla declinazione del pron. pers. noi, come compl. oggetto (egli ci [...] (come negli esempî già citati), o posposto come enclitico a ecco (eccoci) e ai verbi di modo infinito (che vengono troncati: sentirci, entrarci), participio (toltoci), gerundio (avendoci), imperativo (raccontaci); si antepone però di regola nell ...
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zero
żèro agg. e s. m. [dal lat. mediev. zèphyrum, adattam. (Leonardo Fibonacci nel Liber abbaci, 1202) dell’arabo ṣifr «nulla, zero», calco del sanscr. śūnyá «vuoto» e poi «zero» (v. anche cifra)]. [...] . sing. dell’imperativo di ferre solo in quanto si oppone alle altre forme del verbo dotate di morfema, come, appunto, l’infinito ferre, e fers, fert, ferte, ecc.); analogam., deverbali a suffisso z., i sostantivi derivati dal tema del verbo con la ...
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riducere
ridùcere (o redùcere) v. tr. – Variante ant. dell’infinito di ridurre: io intendo riducer la gente in diritta via (Dante); venuta già l’ora che tutti levati erano e tempo era da riducersi [raccogliersi, [...] recarsi] a novellare (Boccaccio) ...
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pepare
v. tr. [der. di pepe] (io pépo, ecc.). – Condire, aromatizzare con pepe, lo stesso che impepare, rispetto al quale è più com., spec. in forme come l’infinito e il part. pass., o nei tempi comp.: [...] gli piace pepare abbondantemente il pollo alla diavola; si mangiò una bella bistecca ben salata e pepata. ◆ Part. pass. pepato, anche come agg. (v. la voce) ...
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Opera (1584) del filosofo G. Bruno (1548-1600), che forma una trilogia, con De la causa, principio et uno e La Cena delle Ceneri, di dialoghi in italiano pubblicati a Londra nello stesso anno. In polemica con l'aristotelimo, ha per tema centrale...
INFINITO (lat. infinitus o infinitivus [modus], impropria traduzione del greco ἀπαρέμϕατος [ἔγκλιοις], cioè "(forma) sprovvista di determinazioni supplementari")
Giacomo Devoto
Formazione nominale del verbo che indica l'azione, senza specificazione...