potenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo potentialis, der. di potentia «potenza»]. – 1. agg. a. Nel linguaggio filos., che concerne la potenza, che è in potenza (nel senso partic. per cui potenza si contrappone [...] ad atto): intelletto p., che è capace di ricevere gli intelligibili. b. Analogam., in logica e in matematica, infinito p., v. infinito, n. 2 b. Nel linguaggio com., che ha aspetto, qualità, possibilità, e sim., che non si sono ancora manifestate o ...
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sottilita
sottilità (ant. suttilità) s. f. [dal lat. subtilĭtas -atis, der. di subtilis «sottile»], non com. – Sottigliezza: s. d’un filo, d’una tela; anche in senso fig.: alcuno [dei compagni di san [...] Francesco] volava, per sottilità d’intelletto, infino alla luce della divina sapienza (Fior. di s. Franc.); benché non si convenga forse ora entrar in queste suttilità, rispondo ... (B. Castiglione). ...
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coscienza
cosciènza (letter. ant. consciènza, consciènzia) s. f. [dal lat. conscientia, der. di conscire; v. cosciente]. – 1. a. Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con [...] del subconscio, quando ancora debole o pressoché inesistente risulta l’azione delle facoltà riflessive e organizzative dell’intelletto razionale. L’espressione è talora usata, ma impropriamente, come sinon. di monologo interiore (v. monologo). 2. a ...
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discernimento
discerniménto s. m. [der. di discernere]. – Il discernere con i sensi o con l’intelletto: d. dei colori; d. del vero dal falso. Più spesso, la facoltà e l’esercizio del discernere, cioè [...] del distinguere il bene e il male, e per estens. giudizio, criterio: avere l’età del d.; persona di molto, di sottile d.; mostrare poco d.; procedere, agire, parlare con d., senza discernimento ...
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abbagliamento
abbagliaménto s. m. [der. di abbagliare]. – 1. L’abbagliare, l’essere abbagliato. In senso proprio, diminuzione delle facoltà percettive dell’occhio che si verifica quando nel campo visivo [...] sullo schermo un’immagine con intensità luminosa molto più forte di quella delle immagini che precedono. 2. Raro con gli usi fig. di abbagliare, cioè improvviso illuminamento (e conseguente offuscamento) dell’intelletto, effetto illusorio, e sim. ...
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abbagliare
v. tr. e intr. [forse der. del lat. varius «vario», per la varietà del colore] (io abbàglio, ecc.). – 1. tr. a. Offuscare la vista, diminuire o togliere momentaneamente la facoltà visiva con [...] riempire di attonita ammirazione: uno sfarzo di decorazione che abbaglia i visitatori; sopraffare la capacità dei sensi o dell’intelletto: Gittò il battaglio, tanta ira l’abbaglia, E con gran furia addosso a quel si scaglia (Pulci); illudere, sedurre ...
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poverta
povertà s. f. [lat. paupertas -atis, der. di pauper -ĕris «povero»]. – 1. a. Genericam., la condizione di chi è povero, di chi cioè scarseggia delle cose necessarie per una normale sussistenza: [...] valore, esiguità, limitatezza: scusa la p. del dono, dell’offerta; la domanda rivela la p. della sua cultura; p. di stile, di idee, di linguaggio; p. lessicale; p. d’ingegno, d’intelletto, di fantasia. c. Aridità, meschinità: p. di mente, di cuore. ...
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lume
s. m. [lat. lūmen (-mĭnis), affine a lūx «luce»]. – 1. a. In genere, sorgente luminosa, apparecchio o mezzo, anche molto semplice, per produrre luce artificiale e illuminare: Facesti come quei che [...] discussione. c. La luce che irraggia dalla mente stessa o da cui la mente è irraggiata; quindi: l. della ragione, l. dell’intelletto, la facoltà e l’uso della ragione; perdere il l. della ragione, diventare pazzo, o infuriarsi fino a non aver più il ...
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celloria
cellòria s. f. [incrocio scherz. di cella1 con memoria], ant. – Cervello, intelletto, memoria: tutte veniano dalla sua profonda celloria (Sacchetti). ...
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nootropo
noòtropo agg. [comp. del gr. νόος «mente, intelletto» e -tropo]. – Nel linguaggio medico, di farmaco che mira a migliorare il trofismo delle cellule cerebrali (attivando l’irrorazione sanguigna [...] e il metabolismo energetico cellulare) e quindi anche le funzioni intellettive. ...
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La facoltà, propria dello spirito, o pensiero, di intendere le idee o di formare i concetti, o il potere conoscitivo della mente (contrapposta alla sensibilità, alla volontà ecc.). L’uso filosofico del termine, nella forma greca del νοῦς, è...
intelletto
Cesare Vasoli
D. usa questa parola in sensi diversi, sempre però legati al lessico filologico e teologico scolastico e al suo particolare carattere dottrinale e speculativo. Talvolta, infatti, come in Vn XXXIII 8 25, Cv II IV 11,...