secondo2
secóndo2 prep. [lat. secŭndum, dall’agg. secundus «secondo1»]. – 1. a. In modo conforme a, nel modo richiesto o voluto da: regolarsi s. coscienza; agire s. la legge; vivere s. natura; decidere [...] ; curarsi s. le prescrizioni del medico. In partic., s. la mia opinione, s. il suo parere e sim., stando a come la pensoio, a ciò che pensa lui; anche, con lo stesso senso, s. me, s. lui, s. noi e sim. (spesso con valore limitativo: s. me, hai torto ...
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lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] (Dante); lasciami fare, fam., non seccarmi, non toccarmi, e sim.; lascia fare a me, non preoccuparti, ci pensoio: «ebbene», gli disse, o gli gridò: «signore spaccone, signor capitano, signor lascifareame?» (Manzoni); lasciar fare, lasciar passare ...
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lampadarsi
v. intr. pron. Abbronzarsi con l’aiuto di una lampada a raggi UVA. ◆ [Sven-Göran] Eriksson: Ormai dirige la squadra soltanto la domenica: il resto della settimana lo passa a lampadarsi. (Vanni [...] tempo anch’io mi sentivo un guru degli addominali. Anch’io mi “lampadavo” per esser sempre un po’ abbronzato, anch’io insomma facevo (Messaggero, 6 aprile 2004, p. 1, Prima pagina) • Penso, infine, che un marito che prende a depilarsi e lampadarsi sia ...
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opposto
oppósto agg. [dal lat. opposĭtus, part. pass. di opponĕre «opporre»; cfr. opposito]. – 1. Posto di contro, di fronte, detto di un luogo rispetto a un altro, o di due cose che si trovino dalle [...] ciò che è in opposizione con altra cosa: la civiltà, che è l’opposto della barbarie (Leopardi); iopenso esattamente l’o.; sono convinto dell’o.; è l’o. di ciò che io volevo; è tutta l’o. di suo fratello. Locuz. avv. all’opposto «in modo opposto»: le ...
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indurre
(ant. indùcere) v. tr. [lat. inducĕre, comp. di in-1 e ducĕre «condurre»] (coniug. come addurre; part. pass. indótto, ant. indutto]. – 1. Propr., far penetrare, quindi destare, suscitare in altri [...] rami induca ombra su l’onde (Sannazzaro); i. gli occhi, lo sguardo in un luogo, rivolgerli: più mi triema il cor qualora iopenso Di lei in parte ov’altri li occhi induca (Dante). Anche mettere sopra, indosso (un abito e sim.): Al divin corpo induce ...
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punto3
punto3 avv. e agg. [dal sost. punto2, come rafforzativo di una negazione: non punto «neanche un punto, neanche in quantità minima»]. – 1. avv., tosc. e letter. a. Affatto, come rafforzativo di [...] una negazione (non, senza): non ci penso p., non ne sono p. convinto; senza p. stupirsi, senza p. commuoversi; in unione con sost.): come il corpo senza l’anima non può vivere, così io senza di voi non potrei un p. durare (Pasqualigo); questo concetto ...
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espedire
v. tr. [dal lat. expedire, der. di pes pedis col pref. ex-; propr. «liberare i piedi»] (io espedisco, tu espedisci, ecc.), ant. – Rendere spedito, facilitare, sbarazzare, liberare: a fender [...] ... le espedirono in brevissino tempo (Machiavelli); nel rifl., sbrigarsi, liberarsi: poiché di questo ancor volete ch’io dica, penso potermene e. con poche parole (B. Castiglione). ◆ Part. pass. espedito, anche come agg., sbrigato, libero: già ...
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sbagliare
v. intr. e tr. [lo stesso etimo di abbagliare, con altro prefisso] (io sbàglio, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) a. Incorrere in un errore, in un’inesattezza di valutazione o di giudizio: credo [...] in equivoco, prendere un abbaglio, confondersi: scusi ma lei sbaglia, io non ho il piacere di conoscerla; s. di persona, di se non mi sbaglio, ci siamo già visti; mi sbaglierò, ma penso che quei soldi non li rivedrò più. b. Agire, comportarsi in modo ...
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molto
mólto agg., pron. e avv. [lat. mŭltus agg., mŭltum avv.]. – 1. agg. Indica in genere quantità o numero notevole, e si contrappone direttamente a poco. Quindi, unito a un sost. sing., che è in grande [...] di trovarlo; abbiamo riso m.; mi piace m.; l’ho m. gradito; ci penso m.; è un libro m. letto, un’opera m. ammirata; e con locuz. per dire che una cosa non importa affatto; ne so m. io!, soprattutto come risposta seccata a chi ci chiede cosa che non ...
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sedere2
sedére2 v. intr. [lat. sĕdēre «stare seduto», diversificato da sīdĕre «sedersi, mettersi a sedere»] (pres. indic. sièdo [letter. sèggo, ant. o poet. sèggio], sièdi, sediamo [ant. o poet. seggiamo], [...] : lo fece s. accanto a sé; mi invitò a s.; nessuno pensò a dargli da s. (cioè a dargli una sedia su cui potesse sedersi : non sono stato certo a s., non sono stato ozioso, mi sono dato anch’io da fare, e sim.; non si mette (o non sta) mai a s., di ...
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oltrapagato
Solo in Rime XCI 52 Quand'io penso un gentil disio... / parmi esser di merzede oltrapagato. Il vocabolo è " un composto di gusto provenzale " (Contini), conforme alla dotta elaborazione che caratterizza tutta la lirica.
Pronome di 1ª persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) che parla quando si riferisce a sé stessa. Sia nel linguaggio della filosofia e psicologia sia nell’uso corrente, designa la personalità umana, l’uomo in quanto ha coscienza...