vecchio
vècchio agg. e s. m. [lat. tardo e pop. vĕclus per il lat. class. vĕtŭlus, dim. di vetus «vecchio»]. – 1. a. Che è molto avanti negli anni, che è nell’età della vecchiaia (contrapp. a giovane [...] la sua v. mamma; i suoi v. genitori; due v. sposi; Io e ’ compagni eravam vecchi e tardi (Dante); sono diventato v.; mi sento passato ieri a vedere la v. casa, quella in cui abitavo prima; penso che tornerò al v. sistema, ai v. rimedî, al sistema, ai ...
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perche
perché avv. e cong. [comp. di per e che1 o che2]. – Grammaticalmente, oltre alle funzioni di avverbio interrogativo e di congiunzione, che sono le più frequenti, può avere quella di pronome relativo [...] (per il quale, per la quale): vi dirò la ragione p. la penso diversamente; non c’era un motivo p. se ne andasse così all’improvviso. o ipotetico più o meno avvertibile: e voi non gravi Perch’io un poco a ragionar m’inveschi (Dante); Né gli giova a ...
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differente
differènte agg. [dal lat. diffĕrens -entis, part. pres. di differre «esser diverso»]. – Che ha natura o qualità dissimili da quelle di un altro oggetto o persona con cui è confrontato: il [...] d.; sono due caratteri differenti. È in genere sinon. di diverso, che è anche più com. nell’uso. ◆ Avv. differenteménte, in modo differente: io la penso differentemente da te; tutti fanno bello il primo giro, E differentemente han dolce vita (Dante). ...
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adonestare
(ant. aonestare) v. tr. [der. di onesto] (io adonèsto, ecc.), letter. – Fare apparire onesto, giustificare: la virtù di chi benefica adonesta i benefizî (Foscolo); pensò di adonestare con [...] una onesta cagione la disonestà dell’animo suo (Machiavelli) ...
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dolce1
dólce1 agg. [lat dŭlcis]. – 1. Di sapore (di cui è prototipo quello dello zucchero) che costituisce, con l’amaro, il salato e l’acido, una delle quattro sensazioni gustative fondamentali e che [...] d., guardare teneramente o mostrando di desiderare ardentemente la persona o l’oggetto. c. Mite, benigno, cortese: io son troppo d. di cuore, non penso che a levar di mezzo gli ostacoli, a facilitar tutto, a far le cose secondo il piacere altrui, e ...
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meritometro
s. m. Sistema ideato per determinare aumenti retributivi commisurati a un effettivo incremento della produttività nel lavoro. ◆ Molti si ingegnano in questi giorni per stabilire una sorta [...] quale, appunto, pagare meglio gli insegnanti meritevoli. Penso sia una strada molto accidentata e difficilmente praticabile anche Non è la figura dell’insegnante, globale ? Molto meglio, io credo, curare al massimo l’accesso alla professione con una ...
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opinione
opinióne (ant. oppinióne) s. f. [dal lat. opinio -onis, affine a opinari «opinare»]. – 1. Concetto che una o più persone si formano riguardo a particolari fatti, fenomeni, manifestazioni, quando, [...] inveterata; è ormai o. invalsa, prevalente, comune, generale, unanime, universale; formarsi un’o. propria; dire, esprimere la propria o.; io la penso così, ma, ripeto, questa è solo una mia o. (o una semplice o., nulla più che un’o.); secondo la mia ...
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hojatoleslam
s. m. inv. Alta dignità religiosa islamica. ◆ Cappuccino e cornetto per l’hojatoleslam. Appena sbarcato a Ciampino [...] Mohammad Khatami riceve sorridente il benvenuto dell’occidente. (Marco [...] Ansaldo, Repubblica, 10 marzo 1999, p. 9, Cronaca) • Io non ho nulla contro il velo, ma non penso sia obbligatorio per le musulmane in Europa. Lo sostiene anche una riconosciuta autorità religiosa come l’hojatoleslam iraniano Youssef Eshkevari (che ...
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zampognare
v. intr. [der. di zampogna] (io zampógno, ... noi zampogniamo, voi zampognate, e nel cong. zampogniamo, zampogniate; aus. avere), non com. – Suonare la zampogna; per lo più in frasi di tono [...] scherz. o spreg.: quei suonatori ambulanti zampognano tutto il santo giorno. Fig. (ant.), con ironia, gridare, urlare di dolore: pensò d’appiccarli un susorno [= colpo] Al capo, e dir ch’a suo modo zampogni (Pulci). ...
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discernere
discèrnere v. tr. [dal lat. discernĕre, comp. di dis-1 e cernĕre: v. cernere] (pass. rem. discernéi, ecc., raro; mancano il part. pass. e i tempi composti). – 1. a. Vedere chiaro, con la vista [...] dal male, il vero dal falso; o distinguere e riconoscere insieme: non è chi, al primo vederlo [il Resegone], non lo discerna tosto, a un tal contrassegno (Manzoni). 2. ant. Giudicare: Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno Che tu mi segui (Dante). ...
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oltrapagato
Solo in Rime XCI 52 Quand'io penso un gentil disio... / parmi esser di merzede oltrapagato. Il vocabolo è " un composto di gusto provenzale " (Contini), conforme alla dotta elaborazione che caratterizza tutta la lirica.
Pronome di 1ª persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) che parla quando si riferisce a sé stessa. Sia nel linguaggio della filosofia e psicologia sia nell’uso corrente, designa la personalità umana, l’uomo in quanto ha coscienza...