polonico
polònico agg. [der. del nome della Polonia] (pl. m. -ci). – Forma ant. per polacco. Rimane in uso, con sign. particolari, nelle seguenti espressioni: frumento o grano p., specie di frumento [...] aristata con tendenza alla sezione quadrata e cariossidi piuttosto lunghe e sottili; febbre o influenza p., nel linguaggio medico, malattia infettiva trasmessa dai pidocchi, caratterizzata da febbre periodica e dolori di tipo reumatico e nevralgico ...
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momento
moménto s. m. [dal lat. momentum, der. della radice di movere «muovere»; propr. «movimento, impulso; piccolo peso che determina il movimento e l’inclinazione della bilancia», da cui i sign. estens. [...] per te va bene così, non mi oppongo; dal m. che non t’interessa, è inutile che tu ci vada. c. Nel linguaggio filos., in partic. nella dialettica hegeliana, ogni singola fase, o stadio genetico, del divenire dialettico. d. Equivale genericam. a «ora ...
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volo
vólo s. m. [der. di volare2]. – 1. L’azione del volare, la capacità di volare, cioè di sostenersi e muoversi nell’aria. a. Con riferimento ad animali alati, e spec. a uccelli, il volo è distinto, [...] , che serve per memorizzare segni di riferimento utili a ritrovare gli stessi luoghi al ritorno da voli in cerca di cibo. Nel linguaggio venatorio, v. a campanile, volo verso l’alto, verticale o quasi; v. alto, basso e v. ordinato, in formazione, ecc ...
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volonta
volontà (ant. volontade e volontate) s. f. [lat. voluntas -atis, dal tema vol- delle forme volo, volui di velle; v. volere2]. – 1. La facoltà e la capacità di volere, di scegliere e realizzare [...] energia vitale, intesa a fini e a valori che superano la vita stessa e la morale corrente (l’espressione appartiene anche al linguaggio com., nel quale è per lo più adoperata e intesa nel suo sign. più ovvio). f. Con valore più concr., ciò che ...
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repechage
repêchage 〈rëpešàaˇ∫〉 s. m., fr. [der. di repêcher «ripescare»]. – 1. Ricupero, ripresa, riesumazione di qualcosa o di qualcuno già da tempo abbandonato, accantonato, interrotto: una rappresentazione [...] moda femminile è frequente il r. di modelli degli anni Sessanta del Novecento; r. di un vecchio attore, cantante, uomo politico. Nel linguaggio parlamentare, r. di un disegno o di una proposta di legge, la loro ripresa in esame da parte di una nuova ...
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piazzamento
piazzaménto s. m. [der. di piazzare e, nelle accezioni dei nn. 2 e 3, del rifl. piazzarsi]. – 1. L’atto, l’operazione di piazzare; cioè di collocare secondo un determinato criterio: disporre [...] corridore, una squadra sono riusciti ad assicurarsi in una competizione: ottenere un buon p., un cattivo piazzamento. 3. Nel linguaggio sport., il termine assume anche altri sign.: a. Negli sport a squadre, la posizione che assumono i varî atleti per ...
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colloquiale
agg. [dall’ingl. colloquial, der. del lat. colloquium «colloquio, conversazione»]. – Proprio della conversazione, e in partic. della conversazione familiare: una lettera scritta in forma [...] c.; lo stile c. della prosa di un autore; linguaggio c. (e determinando, l’italiano c., l’inglese c., ecc.), contrapp. al linguaggio letterario, dotto, o tecnico. ...
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lido
(ant. e poet. lito) s. m. [lat. lītus (-tŏris)]. – 1. a. Striscia di terra pianeggiante a contatto diretto, nel suo limite esterno, con le acque del mare (e, nel linguaggio del diritto, anche la [...] come toponimo per indicare tutta la località: L. di Roma o di Ostia, L. di Camaiore, ecc. b. Nel linguaggio scient., deposito sabbioso-ghiaioso litoraneo dovuto all’accumulo di materiale lungo la zona neutra, dove i materiali sospesi o trascinati sul ...
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carta
s. f. [lat. charta (dal gr. χάρτης), che indicava dapprima il foglio di papiro, charta papyri, usato per scrivere, poi la pergamena, charta pergamena, e infine, dal medioevo, il tipo di carta moderna]. [...] e carta per lista delle vivande (mangiare alla c., contr. di a prezzo fisso). b. Accezioni e usi partic. del linguaggio finanz. e comm.: c. moneta o monetata, carte-valori (v. cartamoneta, carte-valori); c. commerciale, c. finanziaria (v. ai singoli ...
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fratello
fratèllo s. m. [lat. *fratĕllus, dim. di frater] (pl. poet. fratègli e fratèi). – 1. Ciascuno dei figli nati dagli stessi genitori, nel reciproco rapporto dell’uno con gli altri; nel sing., [...] (Mameli); I f. hanno ucciso i f. (Manzoni); i nostri f. all’estero; e, per estensione, nel rap e nel linguaggio giovanile, per indicare un vincolo di appartenenza al gruppo o genericamente di amicizia ma anche come semplice allocutivo (spesso ...
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Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente socioculturale. Dalle peculiarità della...