richiamare
v. tr. [comp. di ri- e chiamare]. – 1. Chiamare di nuovo: se avrò ancora bisogno di te, ti richiamerò; il telefono è ancora occupato, richiamerò più tardi; l’ho chiamato e richiamato, ma non [...] che le richiamano (Manzoni). Con senso affine, di idea, pensiero, ricordo che, per associazione d’immagini o per connessione logica, riporta alla mente altre idee, altri pensieri o ricordi: è un profumo che richiama il muschio; il racconto richiama ...
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molecolare
agg. [der. di molecola]. – 1. Della molecola, che è caratteristico di una molecola o ha comunque rapporto con le molecole: struttura m.; attrazione m.; fisica m., ecc. Associazione m., la [...] al fatto che la molecola è una combinazione di due o più atomi, è detto enunciato m. (o composto), in logica matematica, un enunciato formato di più enunciati semplici, detti invece enunciati atomici (v. atomico, n. 3 b). ◆ Avv. molecolarménte, non ...
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continuita
continuità s. f. [dal lat. continuĭtas -atis]. – 1. Qualità d’esser continuo, estensione non interrotta nel tempo, o anche nello spazio: c. d’un moto; impiego che ha carattere di c.; c. di [...] di una tradizione di pensiero da un periodo storico all’altro; discorso, scritto che manca di c., di connessione logica fra le varie parti. Soluzione di c., nel linguaggio medico, discontinuità in un tessuto organico (anche, soluzione di continuo ...
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neoempirismo
s. m. [comp. di neo- e empirismo]. – Termine con il quale sono designate correnti filosofiche ed epistemologiche di fine Ottocento e del Novecento (pragmatismo, neopositivismo, operazionismo, [...] cui pensiero e linguaggio, conoscenza e comunicazione, desumono i proprî contenuti: strutture e strumenti formali – logica, matematica – sarebbero incapaci di produrre novità conoscitive, conservando un valore utilitario o riducendosi alla messa in ...
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subcontrario
subcontràrio agg. [dal lat. tardo subcontrarius, comp. di sub- e contrarius «contrario»]. – Nella logica scolastica, proposizioni s., due proposizioni di uguale soggetto e predicato, ed [...] entrambe particolari, ma opposte nella qualità, cioè l’una affermativa e l’altra negativa (es.: «alcuni popoli sono bianchi, alcuni popoli non sono bianchi»): la loro caratteristica è quella di poter essere ...
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dialettico
dialèttico agg. e s. m. [dal lat. dialectĭcus, gr. διαλεκτικός, der. di διαλέγομαι «conversare»] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Che concerne la dialettica come arte del discutere e del persuadere [...] d., corrente dottrinale manifestatasi nel protestantesimo tedesco alla fine della prima guerra mondiale, che tende a superare le forme logiche del conoscere e le sue consuete forme espressive, e a giungere alla conoscenza di Dio solo attraverso una ...
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antinomia
antinomìa s. f. [dal lat. antinomĭa, gr. ἀντινομία, comp. di ἀντί «contro» e νόμος «legge»]. – Contraddizione, reale o apparente, fra due leggi o disposizioni di legge, fra due concetti, fra [...] da Kant in sede di critica della ragion pratica e di critica del giudizio), e sono costituite ciascuna da una tesi e da un’antitesi, entrambe secondo Kant rigorosamente dimostrabili. In logica matematica, a. logiche, lo stesso che paradossi ...
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sbilenco
sbilènco agg. [prob. der. del longob. link (ted. link) «sinistro, a sinistra»] (pl. m. -chi). – 1. Storto, che pende più da una parte che dall’altra, detto spec. di persone dalla conformazione [...] ; Gobba, sbilenca, colle tempie vuote (Giusti); anche riferito a cose: un tavolo s.; sedie tutte s.; le file erano s.; parecchi volumi erano messi di traverso (Cassola). 2. In senso fig., privo di logica, di senso comune: ragionamenti sbilenchi. ...
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rubatore
rubatóre s. m. (f. -trice) [der. di rubare]. – 1. non com. Chi ruba, o chi ha commesso un determinato furto: non è che io fossi sicuro che lui fosse il r., però la logica e il sospetto di tutti [...] erano su di lui (Tobino). 2. ant. Ladrone, rapinatore: l’esser gentile uomo e cacciato di casa sua e povero e avere molti e possenti nimici hanno ... condotto Ghino di Tacco ... a essere rubatore delle ...
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prefisso
s. m. [dal lat. praefixus, part. pass. sost. di praefigĕre «prefiggere»]. – 1. In linguistica, morfema che viene anteposto alla radice o al tema, nominale o verbale, per la formazione di una [...] , per comunicazioni fra nazioni diverse; è detto anche, correntemente, p. di teleselezione o p. teleselettivo. 3. In logica matematica, la sequenza iniziale dei quantificatori di una formula del calcolo dei predicati scritta in forma normale prenessa ...
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Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio e della conoscenza» nell’ambiente protostoico,...
logica
Il termine designa l'insieme delle dottrine che presiedono al corretto uso dell'argomentazione e del linguaggio al fine di stabilire la verità o la falsità di un enunciato. Il termine l. non occorre nelle opere dantesche, ma occorre...