colmare
v. tr. [der. di colmo2] (io cólmo, ecc.). – 1. a. Riempire fino all’orlo, al colmo: c. un sacco, un bicchiere; c. un piatto di cibo; Sette fiasche di lacrime ho colmate (Carducci). b. Riferito [...] fra noi un vuoto che difficilmente si potrà colmare. 3. intr. pron., ant. Compiersi, avverarsi: colminsi ... tutte le profezie (Machiavelli). ◆ Part. pass. colmato, tosc. o letter. cólmo, senza suffisso, largamente usato come agg. (v. colmo1). ...
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spogliare
v. tr. [lat. spŏliare (der. di spolium «spoglia»), propr. «portare via le spoglie»] (io spòglio, ecc.). – 1. a. Togliere di dosso i vestiti, gli indumenti, in parte o completamente (in quest’ultimo [...] spogliato della sua parte di eredità; i Romani ... quando pure spogliavano alcuna terra del suo contado, vi distribuivano colonie (Machiavelli); nel rifl., privarsi a favore di altri di ciò che si possiede: si è spogliato di tutto per far studiare ...
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antisagoge
antiṡagòge s. f. [dal lat. tardo antisagoge, gr. ἀντεισαγωγή, comp. di ἀντί «contro» e εἰσαγωγή: v. isagoge]. – Artificio retorico che consiste nel trarre da un’affermazione, ammessa come [...] ne facesse, fosse altro che falso trovato» (dove si sarebbe aspettata invece la conclusione «fosse trovato falso»). E Machiavelli, con procedimento simile, parlando di papa Alessandro Borgia (Principe, XVIII): «non fu mai uomo che avessi maggiore ...
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vilipendere
vilipèndere v tr. [da un lat. *vilipendere, erronea lettura per ni(hi)li pendĕre «non valutare per nulla» (Plauto, Truculentus, v. 539), influenzato dal lat. vilifacĕre] (pres. io vilipèndo, [...] disprezzare apertamente: fu stimato dai Romani ... cosa dannosa il v. gli uomini ed il rimproverare loro alcuna vergogna (Machiavelli); se ti mostrerai più risoluto, non sarai vilipeso da tutti; chi vilipende la cultura dimostra la propria ignoranza ...
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soldo
sòldo s. m. [lat. tardo sŏldus, per sŏlĭdus (sottint. nummus), nome di una moneta d’oro del tardo Impero romano (v. solido2); propriam. «intero, fatto tutto dello stesso materiale»]. – 1. a. Antica [...] ; simili disordini non nascono da altro che da essere stati uomini che usavano lo esercizio del s. per loro propria arte (Machiavelli). 4. Antica unità di misura di lunghezza in uso a Firenze prima dell’adozione del sistema metrico decimale; era la ...
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voltolare
v. tr. [der. di voltare] (io vòltolo, ecc.). – Voltare e rivoltare più volte su sé stesso: v. una botte per caricarla sul carro; desiderio arei [= avrei] che questi signori Medici mi cominciassino [...] adoperare, se dovessino cominciare a farmi v. un sasso (Machiavelli). Più frequente nel rifl.: voltolarsi nel letto, sulla sabbia; c’era un gruppo di maiali che si voltolavano nel fango. ...
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valentuomo
valentuòmo (meno com. valent’uòmo, ant. 'valènte uòmo') s. m. (pl. valentuòmini). – Uomo valente, persona di grande valentia in qualche arte, professione, attività, o, in genere, di grande [...] uno avaro religioso (Boccaccio); nelle republiche è questo disordine, di fare poca stima de’ valenti uomini ne’ tempi quieti (Machiavelli). Nell’uso corrente, ha di solito valore attenuato, o anche, talora, leggermente iron. o scherz. (con uso e sign ...
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giocare
(letter. giuocare, ant. giucare) v. intr. e tr. [lat. iŏcare, iŏcari «scherzare»] (io giòco o giuòco, tu giòchi o giuòchi, ecc., ma le forme con dittongo sono ormai rare, sia fuori d’accento [...] si vedrebbe che quindici anni che io sono stato a studio all’arte dello stato, non gli ho né dormiti né giuocati (Machiavelli). 4. fig., tr. G. una persona, prendersene gioco, ingannarla, truffarla: ti ha giocato come ha voluto; temo che siamo stati ...
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addentellato
s. m. [part. pass. di addentellare]. – 1. Parte terminale di una muratura provvista di alcuni elementi lapidei sporgenti (morse) che consentono l’innesto di altra struttura muraria. 2. fig. [...] Appiglio, aggancio, possibilità di ulteriori sviluppi: la vicenda ha degli a. con un episodio precedente; sempre una mutazione lascia lo a. per la edificazione dell’altra (Machiavelli). ...
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assomigliare
v. tr. e intr. [lat. *assimiliare, der. di simĭlis «simile»] (io assomìglio, ecc.). – 1. tr., letter. a. Ritenere o dichiarare una persona o una cosa simile a un’altra; paragonare: era così [...] bella che tutti l’assomigliavano a un angelo; e assomiglio quella [fortuna] a uno di questi fiumi rovinosi (Machiavelli). b. Rendere simile: il cedere agl’impulsi dell’istinto assomiglia l’uomo a’ bruti (Tommaseo). 2. intr. (aus. avere, ma i tempi ...
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Pensatore e letterato (Firenze 3 maggio 1469 - ivi 21 giugno 1527). Figlio di Bernardo, dottore in legge (1430 o 1431-1500), e di Bartolomea de' Nelli. Grazie ai Ricordi del padre relativi agli anni 1474-87, sappiamo che studiò grammatica dal...
Pittore (n. Firenze 1418 - m. forse Pisa 1479). Formatosi a Firenze, sugli esempî di Filippo Lippi e del Pesellino, fu poi attivo a Lucca e a Pisa dove è documentato fino al 1475. Tra le numerose opere, caratterizzate da un'accentuata preziosità...