alticcio
altìccio agg. [dim. di alto1, prob. nel senso di «sorpassante la misura, la norma»] (pl. f. -ce). – Di persona che ha bevuto un po’ troppo, alquanto brillo: dopo desinare era, secondo il solito, [...] un po’ alticcio (Fucini) ...
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messere
messère s. m. [dal provenz. meser «mio signore»; v. sere]. – Titolo di dignità assai comune un tempo, che spettava di norma a giudici e notai, ma era usato anche, per rispetto e riverenza, come [...] appellativo di alti personaggi e attribuito persino ai santi; in posizione proclitica, troncato di solito in messèr. Poteva essere adoperato come vocativo (messer sì, messer no), o precedere il nome, senza ...
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casa
s. f. [lat. casa, propr. «casa rustica»]. – 1. Costruzione eretta dall’uomo per propria abitazione; più propriam., il complesso di ambienti, costruiti in muratura, legno, pannelli prefabbricati [...] c. del fascio. 3. a. Appartamento, o anche intero edificio, che una persona o una famiglia abita; con questo sign., è usato di norma solo al sing., e per lo più senza articolo, soprattutto quand’è seguito da agg. poss. (c. mia, c. tua; ma, con compl ...
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pentimento
pentiménto s. m. [der. di pentire (cfr. pentirsi)]. – 1. a. Sentimento di rimorso, dolore, rammarico per aver fatto cosa che si vorrebbe non aver fatto (sia perché male in sé o tale considerata, [...] sia perché dannosa, offensiva o spiacevole nei rapporti con altre persone, sia perché in contrasto con una norma di natura giuridica o morale), o al contrario per avere omesso di fare ciò che sarebbe stato doveroso o giusto fare; in partic., ...
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assunzione
assunzióne s. f. [dal lat. assumptio -onis, der. di assumĕre «assumere»]. – 1. L’atto dell’assumere, nei varî sign. del verbo: a. di un incarico; a. del comando; a. d’informazioni; l’a. del [...] , vivente o morto, in maniera temporanea o definitiva, operata da una forza divina estranea alla persona stessa; in partic. (e di norma con iniziale maiuscola), il transito della Vergine in cielo con l’anima e con il corpo, e il giorno (15 agosto) in ...
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assurdo
agg. e s. m. [dal lat. absurdus, propr. «stonato», der. di surdus «sordo»]. – 1. agg. Che è contrario alla ragione, all’evidenza, al buon senso; che è in sé stesso una contraddizione: un’affermazione, [...] . Per estens., riferito a persona, un uomo a., una donna a., un tipo a., irragionevole, dal comportamento stravagante o fuori della norma. 2. s. m. Ciò che non può essere pensato perché privo di ogni fondamento nella ragione, e quindi intrinsecamente ...
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valore
valóre s. m. [dal lat. tardo (in glosse) valor -oris, der. di valere: v. valere]. – 1. Riferito a persona indica: a. Possesso di alte doti intellettuali e morali, o alto grado di capacità professionale: [...] In matematica, v. assoluto, il valore che si attribuisce a un numero relativo n prescindendo dal suo segno positivo o negativo, di norma indicato col simbolo |n|. In logica matematica, v. di verità, la qualifica di vero (V) o falso (F) che si applica ...
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diteca
ditèca agg. f. [comp. di di-2 e teca]. – In botanica, antera d., antera formata, come di norma, da due teche; si contrappone a monoteca. ...
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curva1
curva1 s. f. [femm. sostantivato dell’agg. curvo]. – 1. a. Nel linguaggio com., ogni linea che non sia retta. b. In matematica, sinon. di linea, intendendosi quindi anche la retta come una particolare [...] 2. a. Parte di strada che gira ad arco; in partic., tratto di strada non rettilineo con limitata visibilità, che di norma viene segnalato a opportuna distanza da appositi cartelli indicatori: in quel punto la strada, o la ferrovia, fa, o disegna, una ...
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speciale
(ant. speziale) agg. [dal lat. specialis, der. di species «specie»]. – 1. Che concerne la specie, sempre con riferimento a ciò che distingue la specie dal genere (come contrario di generale [...] oscillazioni) è stata preferita all’espressione linguaggi settoriali (per la quale v. settoriale). c. Che costituisce un’eccezione alla norma, che è pensato, istituito e sim. in o per circostanze straordinarie: gode di privilegi s.; ha avuto un ...
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Protagonista dell'omonima tragedia lirica in due atti del letterato e librettista F. Romani (1788-1865), musicata da V. Bellini (1801-1835), rappresentata per la prima volta alla Scala di Milano il 26 dicembre 1831.
Figlia di Oroveso capo...
Regola di condotta, stabilita d’autorità o convenuta di comune accordo e di origine consuetudinaria, che ha per fine di guidare il comportamento dei singoli o della collettività, di regolare un’attività pratica, o di indicare i procedimenti...