scappare
v. intr. [der. di cappa1, col pref. s- (nel sign. 4); cfr. incappare2] (aus. essere). – 1. a. Darsi alla fuga per paura o per viltà, per evitare un pericolo, una punizione, un danno (è più fam. [...] cercava se ci fosse maniera di riprenderlo (Manzoni); mio figlio scrive discretamente, ma ogni tanto gli scappa un errore d’ortografia; nel pulire la rivoltella gli è scappato un colpo; gli scappò una risata, uno sbadiglio; scappar detto, s. di bocca ...
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su
prep. e avv. [lat. sūsum: v. suso] (radd. sint.). – È, in generale, sinon. di sopra, rispetto a cui è più pop. e più breve, e quindi più usato; ma accanto ai sign. e agli usi che le due parole hanno [...] u (v. oltre, al n. 3). Seguito da parola con consonante scempia iniziale, su ne produce il rafforzamento, espresso dall’ortografia nelle parole composte (tali le prep. articolate, per es. sulla, e i composti con su avv., per es. suddetto), altrimenti ...
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ricevere
ricévere v. tr. [lat. recĭpĕre, comp. di re- e capĕre «prendere»]. – 1. Prendere ciò che viene dato (oppure consegnato, mandato, recapitato, somministrato, trasmesso) o che si porge da sé; è [...] (con riferimento alla critica testuale); in un vocabolario, la regola da seguirsi è quella sicuramente di dare alle parole l’ortografia più ricevuta (V. Monti); chi lo volesse difendere in questo, ci sarebbe quella scusa così corrente e ricevuta, ch ...
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c, C
(ci, ant. o region. ce ‹čé›) s. f. o m. – Terza lettera dell’alfabeto latino, derivata dal Γ (gamma) greco. Inizialmente rappresentò la consonante occlusiva velare sonora ‹ġ› d’accordo con l’uso [...] segno diacritico h, e a consonante, il nesso grafico sc rappresenta s sorda + c duro, e soggiace alle regole d’ortografia e di pronuncia dei due componenti. Per il valore fonetico della lettera ç (c con cediglia), presente nella grafia dell’italiano ...
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bisticcio
bistìccio s. m. [der. di bisticciare]. – 1. Litigio non grave e passeggero, battibecco, scambio vivace di parole: i soliti b. fra suocera e nuora; un b. da bambini; s’è trattato di un b. tra [...] di pazzo, che è un pezzo»). Anche, gioco di parole basato sulla identità dei suoni e la varietà del senso senza tener conto dell’ortografia (come, per es., nel verso del Petrarca «Erano i capei d’oro a l’aura sparsi», dove a l’aura può significare ...
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diascheuaste
s. m. [dal gr. διασκευαστής, documento nella forma del plur. διασκευασταί, der. di διασκευάζω «correggere, rimaneggiare», comp. di δια- (v. dia-) per indicare «trasformazione, mutamento» [...] , ma molti altri scritti, ... non solo poesie ma prose ancora, esistenti in oggi o perdute, ebbero probabilmente i loro diascheuasti, che ridussero la loro ortografia e dicitura a forma più moderna e meno rozza ed irregolare (Zibaldone, 4435). ...
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i, I
s. f. o m. (radd. sint.). – 1. Nona lettera dell’alfabeto latino, che nell’uso ortografico odierno sostituisce anche, per tutte le parole italiane (eccezion fatta per pochi nomi proprî che conservano [...] sdrucciole con i vocale sillabica (es. acacie, conscie). Un po’ per questo riguardo, un po’ per l’innegabile influsso dell’ortografia latina, un’abolizione totale dell’i nel plurale dei femminili in -cia -gia -scia non è stata mai proposta né messa ...
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acuto
(ant. aguto) agg. [lat. acūtus, part. pass. di acuĕre «acuire»]. – 1. a. Che termina in punta sottile, aguzzo: Con una spada lucida e aguta (Dante); d’acuti strali Ambe carche le mani (Caro); l’ombra [...] posizione dell’accento tonico, quando questo cade sopra una i o una u (balía, circúito). Non ha attecchito nell’ortografia italiana l’uso del solo accento acuto (escludendo quindi il grave) per indicare la posizione dell’accento tonico, su qualunque ...
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Caio
Càio s. m. [dal prenome lat. Gaius, per errata lettura del segno C, che nell’ortografia latina arcaica aveva valore di G]. – Nome proprio spesso adoperato per indicare una persona indeterminata; [...] è di solito accompagnato da altri nomi che hanno analoga funzione (Tizio e Sempronio) ...
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da
prep. [lat. de ab] (radd. sint.). – Si fonde con l’articolo dando luogo alle preposizioni articolate dal, dallo, dalla, dai (da’), dagli, dalle. Seguìta da parola con consonante scempia iniziale, [...] ne produce, secondo l’etimologia e la pronuncia toscana, il rafforzamento, espresso dall’ortografia nelle parole composte (es. davvero), altrimenti sottinteso (es. da tutti 〈da ttutti〉); non rafforza quando è apostrofata (da’, per dai). Non si elide ...
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In grammatica, il modo corretto di scrivere, ossia l’impiego corretto dei segni grafici e d’interpunzione in una determinata lingua, e l’insieme delle norme che lo regolano.
Teoricamente l’o. di una lingua determinata si potrebbe dire perfetta...
Il termine ortografia (dal gr. ortographía, comp. di orthós «retto, corretto» e -graphía «scrittura») identifica l’insieme delle convenzioni normative che regolano il modo di scrivere una lingua considerato corretto in un dato momento storico...