indiretto2
indirètto2 agg. [comp. di in-2 e diretto]. – 1. Non diretto, che non procede diritto ma subisce deviazioni o soste; più spesso, che giunge a un effetto attraverso operazioni intermedie o con [...] luogo, di tempo, ecc.), i quali di solito si uniscono al sostantivo o al verbo reggente mediante una preposizione; discorso i. (o costruzione i.), v. discorso2; proposizione interrogativa i., v. interrogativo. n. Nella critica testuale, tradizione i ...
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dove
dóve avv. [lat. de ŭbi; v. ove] (radd. sint.). – Serve a domandare o a determinare un luogo. Introduce in genere prop. interrogative dirette o indirette, oppure prop. relative, unendosi con verbi [...] abita chissà d.; prevedo già d. s’andrà a finire; d. siamo capitati! Per esprimere altri rapporti di luogo è preceduto da preposizione, e cioè per o di per indicare moto attraverso luogo: per dove intendi passare?, di dove sei passato?; da o di per ...
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composizione
compoṡizióne s. f. [dal lat. compositio -onis, der. di componĕre «comporre»]. – 1. a. L’atto, l’operazione, il lavoro del comporre, cioè del mettere ordinatamente e organicamente insieme; [...] , in cui si uniscono due nomi (capostazione, ferrovia), o un nome e un aggettivo (francobollo, ossobuco), o una preposizione, un avverbio, un prefissoide o suffissoide con un nome (consocio, controprova, decimetro, frutticoltore), o un nome con un ...
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parallage
paràllage s. f. [dal lat. tardo parallăge, traslitt. del gr. παραλλαγή «scambio», der. di παραλλάσσω (v. parallasse)]. – Nella terminologia retorica delle lingue classiche, termine (che significava [...] genericam. «trasmutazione») adoperato talvolta per indicare una figura grammaticale o un semplice fenomeno consistenti nello scambio di una preposizione (o di una lettera in una parola) per un’altra. ...
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specificazione
specificazióne s. f. [dal lat. mediev. specificatio -onis, der. del lat. tardo specificare «specificare»]. – 1. Lo specificare e l’essere specificato; indicazione esplicita, descrizione [...] il genitivo (per es., in lat., magister puerorum), mentre nelle lingue in cui manca la flessione è espresso con una preposizione (per es., in ital., di: il maestro dei bambini). 4. Nella filosofia kantiana, legge (trascendentale) della s., regola con ...
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invariabile
invariàbile agg. [comp. di in-2 e variabile]. – Non variabile, non soggetto a variazione: norme, leggi i.; quindi anche costante: mantenere i. la temperatura di un ambiente; persona di carattere, [...] » e «nequam». Parti i. (o indeclinabili) del discorso, quelle che non hanno flessione, e cioè l’avverbio, la preposizione, la congiunzione, l’interiezione. ◆ Avv. invariabilménte, senza mai variare, sempre nello stesso modo: questo fenomeno si ripete ...
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posporre
pospórre v. tr. [dal lat. postponĕre, comp. di post «dopo» e ponĕre «porre»] (coniug. come porre). – 1. Mettere, collocare dopo un’altra cosa (in contrapp. a anteporre e preporre): p. il cognome [...] al nome; in latino la preposizione «versus» di solito si pospone al sostantivo; ha invertito gli argomenti posponendo quelli meno importanti. In senso fig., porre in secondo piano, considerare meno importante rispetto ad altra cosa o persona: p. l’ ...
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stanotte
stanòtte avv. [lat. ista nocte, da cui anche l’ant. istanotte; cfr. stamani]. – Questa notte, cioè la notte in corso o quella immediatamente passata o quella immediatamente futura: s. ho fatto [...] tre il suono di un allarme ci ha svegliato; s. il silenzio è totale; partiremo s. in macchina per la montagna; spesso preceduto da preposizione: i turni di s.; ho rimandato la partenza a s.; è da s. che ci penso; la partenza è fissata per stanotte. ...
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sor-
sór- [lat. sŭper: v. sopra-]. – Prefisso verbale di molte parole composte di formazione italiana (come sormontare, sorprendere, sorvolare, ecc.) o adattate dal francese (come sorvegliare), in cui [...] esprime più o meno esplicitamente l’idea di «sopra». Nella lingua ant. si trova usato anche con funzione autonoma di preposizione: non piaccia a Dio, nostro sire, che sì malvagia cotta stea sor me (Novellino). ...
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extra-, extra
èxtra-, èxtra [dal lat. extra «fuori»]. – 1. Nel sign. originario, «(che è) fuori di», si adopera per lo più come prefisso, in parole dotte di formazione moderna quali extradotale, extragiudiziale, [...] com. e pertanto non sempre registrata in questo Vocabolario per le voci che seguono. Ha invece funzione di preposizione in espressioni abbreviate del tipo relazione extra-famiglia, infortunî extra-lavoro, spese extra-bilancio e sim.; analogamente ...
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Parte invariabile del discorso che serve a precisare la funzione sintattica di un nome, pronome o espressione nominale, cui generalmente è premessa. Le p. si distinguono generalmente in proprie (per es., in italiano, di, a, da, in, con, per,...