scomunicascomùnica s. f. [der. di scomunicare]. – 1. Nella Chiesa cattolica, pena canonica medicinale o censura ecclesiastica che esclude il fedele dalla comunità ecclesiale; chi ne è colpito non può [...] (Codice di diritto canonico, can. 1331): infliggere, togliere la s.; lanciare la s.; minacciare di scomunica; incorrere nella scomunica. In senso fig., nell’uso fam. soprattutto region., avere la s. addosso, di persona perseguitata dalla ...
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fulminare
v. intr. e tr. [dal lat. fulminare, der. di fulmen -mĭnis «fulmine»] (io fùlmino, ecc.). – 1. intr. a. impers. (aus. essere o avere) Cadere fulmini: Dio, come fulmina!; ha tuonato e fulminato [...] che sta facendo o che ha intenzione di fare; di pene ecclesiastiche in genere: il Papa fulminò di scomunica il ribelle (o fulminò il ribelle con la scomunica). b. Scagliare fulmini e, fig., altre cose: i fabbri di Giove fabbricano le folgori le quali ...
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pena
péna s. f. [lat. poena «castigo, molestia, sofferenza», dal gr. ποινή «ammenda, castigo»]. – 1. Punizione, castigo inflitti a chi ha commesso una colpa, ha causato un danno e sim. In partic.: a. [...] pena di (o assol. pena), locuz. che introduce l’enunciazione della pena comminata per un determinato reato: sotto p. della vita, della scomunica; sotto p. di multa; gli proibì di tornare in patria, p. la morte (o, che è lo stesso, p. la vita). c ...
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anatema
anatèma (raro anàtema) s. m. [dal lat. tardo anathēma e anathĕma, gr. ἀνάϑημα «offerta votiva», poi ἀνάϑεμα «maledizione», der. di ἀνατίϑημι «dedicare»] (pl. -i). – 1. Presso i Greci, offerta [...] giuramento» e infine di «bando dalla comunità religiosa». 3. a. Nell’uso mod., sinon., più dotto e letter., di scomunica, spec. nelle locuz. lanciare, scagliare, fulminare l’a. contro qualcuno. b. estens. Maledizione: gridare l’a. contro qualcuno; un ...
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medicinale
agg. e s. m. [dal lat. medicinalis, der. dell’agg. medicinus; v. medicina]. – 1. a. agg. Dotato di proprietà curative: erbe m.; sostanza m.; prodotti m.; piante m., lo stesso che piante officinali [...] disprezzi l’autorità ecclesiastica, non ottemperando alle sue ingiunzioni di resipiscenza; nel codice di diritto canonico attualmente vigente sono pene medicinali la scomunica, l’interdetto e la sospensione (dall’esercizio di un potere canonico). ...
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arma
(ant. e letter. arme) s. f. [lat. arma, neutro pl., nel lat. tardo femm. sing.] (pl. armi e ant. arme). – 1. a. Qualsiasi oggetto che può essere usato come mezzo materiale di offesa o di difesa; [...] ’a. in mano a qualcuno, levargli l’a. di mano, dargli o togliergli la possibilità di nuocere. A. spirituali, l’interdetto e la scomunica, a cui la Chiesa ricorre in circostanze particolari. 3. a. In molte frasi e locuz., spec. al plur., è simbolo del ...
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scomunicare
v. tr. [dal lat. tardo (eccles.) excommunicare «escludere dalla comunione (dei fedeli)», comp. di ex- e communicare «rendere partecipe»] (io scomùnico, tu scomùnichi, ecc.). – 1. Colpire [...] con la scomunica: Gregorio VII scomunicò l’imperatore Enrico IV; un teologo rischia di essere scomunicato per certe sue affermazioni troppo azzardate sul sacerdozio. 2. estens. Mettere al bando, espellere, sconfessare e, più genericam., riprovare ...
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scomunicato
agg. e s. m. (f. -a) [part. pass. di scomunicare]. – Colpito da scomunica: un eretico, un sacerdote, un sovrano s.; come sost.: uno s.; gli scomunicati. Per estens., di comportamento che [...] manca del dovuto rispetto per ciò che è sacro: gente che ha un linguaggio tanto scomunicato (Segneri). In senso fig., privo di sentimenti umani, truce, losco: vede presentarsi e venire avanti due logori ...
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scomunicatorescomunicatóre agg. e s. m. (f. -trice), [der. di scomunicare], non com. – Che, o chi, scomunica (più usabile in senso fig.). ...
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scomunica Nelle Chiese cristiane, censura ecclesiastica che esclude il battezzato dalla comunione dei fedeli, vietandogli, in particolare, di amministrare e ricevere i sacramenti. Presuppone una grave responsabilità morale, cioè un peccato...
scomunicati
Raoul Manselli
I termini s. e ‛ scomunica ' non ricorrono in Dante. Per scomunica il poeta adopera l'espressione lor maladizion (Pg III 133), cioè maledizione degli ecclesiastici, ai quali allude in modo non certo positivo l'aggettivo...