rima1
rima1 s. f. [prob. lat. rhythmus «ritmo»]. – 1. L’identità di suono nella terminazione di due parole, dalla vocale tonica in poi, che si sente soprattutto quando le due parole sono a poca distanza [...] come, in Dante, pur lì - burli, in cui è diverso anche l’accento); r. ipermetra, tra una parola piana e una sdrucciola in cui la sillaba finale è elisa per sinafia o computata nel verso seguente (per es., in Pascoli, tempesta rima con restano, la cui ...
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semitonico
semitònico agg. [comp. di semi- e tonico] (pl. m. -ci). – In fonetica, di sillaba (e di vocale) che porta un accento secondario: per es. la 1a sillaba (e vocale) dell’ital. venticinque. ...
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stacco1
stacco1 s. m. [der. di staccare] (pl. -chi). – 1. a. L’azione e l’atto di staccare o di staccarsi, il fatto di venire staccato, usato soprattutto nelle espressioni s. dei biglietti (dal libretto [...] l’affresco è liberato dalle tele di protezione e restaurato. 2. fig. a. Separazione, intervallo, mancanza di continuità: fare uno s. tra sillaba e sillaba, tra nota e nota; fra il secondo e il terzo atto della commedia c’è troppo s. d’azione. b. Nel ...
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lo1
lo1 art. determ. m. sing. [lat. ĭllum, accus. di ĭlle «egli»]. – Forma dell’articolo determinativo sing. masch. che, nella sintassi italiana moderna, si adopera: a) di regola nella forma l’ (con [...] i), gn, sc(i), z, che tra vocali hanno sempre pronuncia rafforzata, e davanti a quei gruppi consonantici che si possono scindere tra due sillabe (qualsiasi gruppo diverso da f, v, p, b, t, d, c, g + l, r): lo gnomo, lo scialle, lo zero, lo scatto, lo ...
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prosodia
proṡodìa s. f. [dal gr. προσῳδία, comp. di πρός «a, verso» e ᾠδή «canto» (equivalente quindi del latino accentus, che della voce greca è un calco); lat. prosodĭa]. – Termine usato dai grammatici [...] , quantità, ecc. In senso ristretto e più com., ogni nozione o particolarità che concerne la quantità o durata della sillaba, soprattutto in rapporto alla versificazione (per cui talvolta la parola è usata come sinon. di metrica): p. greca, latina ...
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posare
v. intr. e tr. [lat. tardo pausare «cessare» (v. pausare); nel sign. 6 b ricalca il fr. poser] (io pòso, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. intr., ant. o letter. a. Cessare, o smettere temporaneamente, [...] (Parini). In senso fig., con riferimento alla voce o all’accento, per indicare che il tono si rafforza su una determinata sillaba: sillaba tonica è quella su cui si posa (o anche senza la particella, posa) l’accento della parola. 4. intr. Di liquidi ...
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battere
bàttere v. tr. e intr. [lat. tardo battĕre, dal lat. class. battuĕre]. – 1. tr. In genere, colpire ripetutamente con le mani o con altro arnese: a. In senso proprio: b. qualcuno, picchiarlo, [...] sulle equazioni di 2° grado; batti oggi, batti domani, alla fine ci riuscirai. b. B. una sillaba, una parola (anche b. sopra o su una sillaba, ecc.), pronunciarla con tono più marcato, più spiccatamente: batti meglio le desinenze; devi b. di più su ...
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decasillabo
decasìllabo agg. e s. m. [dal lat. tardo decasyllăbus, gr. δεκασύλλαβος, comp. di δέκα «dieci» e συλλαβή «sillaba»]. – Verso composto di dieci sillabe (o, più propriam., di dieci «posizioni [...] Soffermàti sull’àrida spónda) e del Berchet (L’han giuràto. Gli ho vìsti in Pontìda), o con accenti fissi sulla 4a e 9a sillaba, e un altro accento, non obbligatorio, sulla 6a o 7a (come in questa quartina del Pascoli: Udii tra il sónno le ciaramèlle ...
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pipi1
pipì1 (tosc. pippì) s. f. [voce onomatopeica, formata con la ripetizione della prima sillaba di pisciare, analogam. al fr. pipi (che è però masch.), in cui si ripete la prima sillaba di pisser]. [...] – Termine eufemistico, proprio del linguaggio infantile e dell’uso fam., per indicare l’urina e l’atto di emetterla (cioè la minzione): fare pipì o la pipì; gli scappa la pipì ...
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cambio
càmbio s. m. [der. di cambiare]. – 1. a. Permuta di una cosa con un’altra: fare, proporre, accettare un c.; rendere il c., contraccambiare; dare, ricevere in c., fare a cambio. b. In partic., [...] , che l’avversario catturerà a sua volta alla mossa successiva. b. In enigmistica, c. di vocale, di consonante, di sillaba, indovinello che consiste nella ricerca di due parole di diverso significato e che si differenziano tra loro soltanto per una ...
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sillaba La minima unità fonica (autonoma e distinta sotto l’aspetto dell’articolazione) in cui si possono considerare divise le parole.
La s. è costituita da un punto vocalico o centro o apice, formato da una vocale o da un dittongo o anche...
sillaba
È in senso proprio in Cv IV II 12, dove D. afferma che ‛ rima '... s'intende pur per quella concordanza che ne l'ultima e penultima sillaba far si suole.
Ha valore più esteso nel passo in cui D. esalta il comento alle canzoni del Convivio,...