spostamento
spostaménto s. m. [der. di spostare]. – L’azione di spostare, il fatto di spostarsi e di venire spostato: lo s. provvisorio di una fermata d’autobus; un impiego in cui si è soggetti a continui [...] due punti considerati sono infinitamente vicini, e s. finito, se sono a distanza finita tra loro. S. di un sistema, lo isometria diretta, cioè indica una corrispondenza biunivoca dello spazio in sé che conserva la lunghezza dei segmenti, e ...
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trasformazione
trasformazióne s. f. [dal lat. transformatio -onis, der. di transformare «trasformare»]. – 1. L’atto, l’azione o l’operazione di trasformare, il fatto di trasformarsi o di venire trasformato, [...] spontaneamente un nuovo stato di equilibrio in un tempo finito, si parla di t. irreversibile (che passa cioè ogni punto di un piano (o dello spazio) uno o più punti dello stesso o di un altro piano (o spazio): t. razionali, t. conformi, ecc. ...
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iperoggetto s. m. Oggetto o evento le cui enormi dimensioni spaziali e temporali, congiunte alla pluralità di forme con cui si manifesta, lo rendono non direttamente esperibile come unicità concreta (l’esempio [...] Gli iperoggetti sono quei fenomeni plurali così estesi, nello spazio e nel tempo, da risultare al di là della nostra livello dei mari, ma non possiamo esperirlo come un oggetto finito e concreto, che può essere localizzato e osservato. Anche perché ...
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rutellata
s. f. (iron.) Comportamento o trovata tipici di Francesco Rutelli, esponente politico del centrosinistra, già sindaco di Roma e ministro. ◆ Ci vogliono idee. Per esempio (anche se è una tipica [...] rutellata’’: Francesco – spiegano – prova a occupare tatticamente uno spazio nel Pd, candidandosi a guidarne l’ala destra. E soprattutto tenta di uscire dal cono d’ombra in cui è finito». (Federico Geremicca, Stampa, 14 luglio 2007, p. 1, ...
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tutto
agg. e pron. [da una variante, non bene spiegata, del lat. tōtus «tutto, intero», forse *tuttus con geminazione intensiva, o *tuctus influenzato dal plur. cuncti «tutti»]. – L’intera quantità, [...] riferito a nomi singolari, ne indica l’intera estensione nello spazio o nel tempo, l’intera quantità, o esprime il letter. al tutto, interamente: il lavoro non è ancora finito del t.; affermando ... niuna cosa potere maggiormente giovare alla stirpe ...
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out
‹àut› avv. e prep., ingl. – 1. Propriam., fuori. È parola che compare come primo elemento compositivo in espressioni usate anche in ital. (v. le voci seguenti). Ha inoltre usi partic. nel linguaggio [...] palla fuori delle righe, e, in senso concr., lo spazio fuori del tracciato del campo che consente ai giocatori completa libertà degli avversarî non si sia rialzato prima ch’egli abbia finito di contare fino a dieci (equivale quindi a una dichiarazione ...
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metafisico
metafìṡico agg. e s. m. [der. di metafisica] (pl. m. -ci). – 1. agg. Nel linguaggio filos., che concerne la metafisica (intesa come scienza della realtà assoluta) o è proprio di essa: problemi [...] è o si considera particolare, relativo, contingente, transeunte, finito, derivato), o a ciò che è o si considera oggetti disparati (manichini e statue solitarie in uno spazio costruito secondo le regole della prospettiva quattrocentesca, ombre ...
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lagrangiano
agg. – Che si riferisce o è dovuto al matematico G. L. Lagrange (1736-1813). Nella meccanica analitica, coordinate l., parametri arbitrarî di numero finito (uguale al numero dei gradi di [...] nella meccanica dei sistemi continui, quello che considera le varie grandezze in corrispondenza alle singole particelle del sistema, contrapposto al punto di vista che le riferisce invece al generico punto dello spazio occupato dal sistema medesimo. ...
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terminare
v. tr. e intr. [dal lat. terminare, der. di termĭnus «confine, limite»] (io tèrmino, ecc.). – 1. tr. a. Finire, ultimare, portare a termine, a compimento: ha terminato gli studî; il lavoro [...] mattina disse allo re: «Io ho terminato partirmi presto» (Piovano Arlotto). 2. intr. (aus. essere) Finire, giungere al termine, non procedere oltre nello spazio o nel tempo: nella zona dove termina il bosco; la strada, la linea tranviaria termina qui ...
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completezza
completézza s. f. [der. di completo]. – 1. L’esser completo, o anche compiuto, finito in sé: c. di un elenco, di una raccolta, di una narrazione; la follia della c. persegue una totalità [...] irreale per inibirci l’unico spazio aperto a noi, quello della parzialità (Giuseppe Pontiggia). 2. Proprietà di un ente matematico consistente nel fatto che esso non è contenuto in un altro ente più ampio dello stesso tipo. ...
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La nozione di finito è correlativa a quella d'infinito e quindi in rapporto ai due sensi d'infinito anch'essa duplice. Se l'infinito è preso nel senso di indeterminato, il finito sarà la perfezione dell'infinito; se invece è preso nel senso...