accento
accènto s. m. [dal lat. accentus -us, comp. di ad- e cantus «canto1», per calco del gr. προσῳδία]. – 1. a. Rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà [...] dittonghi apparenti, ma non qui e qua dove non può esserci equivoco). È inoltre facoltativo segnare l’accento per indicare sia la vocaletonica, sia il timbro aperto o chiuso dell’e o dell’o, e questo senza limiti precisi, ma per lo più soltanto là ...
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anafonesi
anafonèṡi s. f. [comp. di ana- e gr. ϕώνησις «pronuncia»]. – Fenomeno fonetico caratteristico in origine del solo fiorentino e toscano occidentale (trasmesso quindi alla lingua letteraria ed [...] toscani, ma estraneo tuttora a quasi tutti gli altri), per cui le vocalitoniche é e ó – esiti normali del latino classico ĭ o ē e rispettivamente ŭ o ō – si mutano nelle vocali più alte, ì e rispettivamente ù, quando siano seguite da determinate ...
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vocale2
vocale2 s. f. [dal lat. (littĕra) vocalis, der. di vox vocis, traduz. del gr. (στοιχεῖον o γράμμα) ϕωνῆεν, der. di ϕωνή «voce»]. – 1. Nella grammatica scolastica, e nella fonetica tradizionale, [...] , il centro della sillaba): la tradizionale distinzione tra vocali e consonanti; le sette v. dell’italiano nazionale greche, o latine, o inglesi. Tra le più rilevanti determinazioni: v. toniche o atone, secondo che vi cada o non vi cada l’accento; ...
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fonico
fònico agg. e s. m. [dal gr. ϕωνικός, der. di ϕωνή «voce, suono»] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Che concerne la voce, il suono, il timbro di un suono: emissione f., l’emissione della voce; accento [...] usato per indicare il timbro aperto o chiuso delle vocali e, o toniche; valori f., nella critica letteraria contemporanea, i valori di suono che la parola, la sillaba, o la singola vocale o consonante, hanno in rapporto all’ispirazione lirica e ...
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forte1
fòrte1 agg. [lat. fŏrtis]. – 1. a. Di persona, che può sopportare facilmente un grave sforzo, che può resistere alle fatiche materiali e morali, che sa vincere le difficoltà e imporre il proprio [...] lo stesso che consonanti di grado rafforzato (v. grado1, n. 3 f, e rafforzato), vocali f., sillabe f., quelle che portano l’accento d’intensità (dette anche toniche). In musica, didascalia (abbreviata f) che, apposta a un passo musicale, ne prescrive ...
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acuto
(ant. aguto) agg. [lat. acūtus, part. pass. di acuĕre «acuire»]. – 1. a. Che termina in punta sottile, aguzzo: Con una spada lucida e aguta (Dante); d’acuti strali Ambe carche le mani (Caro); l’ombra [...] nell’ortografia italiana l’uso del solo accento acuto (escludendo quindi il grave) per indicare la posizione dell’accento tonico, su qualunque vocale questo cada; uso che è, invece, di norma nella lingua spagnola, ed è anche per lo più seguito dai ...
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grave
agg. [lat. gravis]. – 1. a. Che ha peso, che è soggetto alla forza di gravità: i corpi g. (anche s. m., spec. al plur.: le leggi della caduta dei g.); e cantando vanìo Come per acqua cupa cosa [...] e sui monosillabi che richiedono distinzioni di significato (per es. città, laggiù, il dì, là avv., ecc.), oppure sulle vocali e, o toniche per indicare il timbro aperto (per es. liève, mòbile, ecc.). In altre lingue è usato con funzione analoga o ...
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Insieme alle ➔ consonanti, le vocali (dal lat. (litteram) vocālem «lettera provvista di voce») sono una delle due fondamentali categorie di foni linguistici (➔ fonetica; ➔ fonologia).
Per definire le vocali occorre innanzi tutto identificare...
Fenomeno fonetico, caratteristico nel Medioevo del solo fiorentino e toscano occidentale e poi trasmesso agli altri dialetti toscani e alla lingua letteraria, per cui le vocali toniche é e ó si chiudono rispettivamente in ì e ù, quando siano...