voglia /'vɔʎa/ s. f. [der. di volere, attrav. la 1a pers. sing. del pres. indic., voglio]. - 1. (fam.) [l'essere disposto a fare qualche cosa, con la prep. di: un ragazzo che non ha v. di studiare] ≈ disposizione (a, per), intenzione, propensione (a), (tosc.) uzzolo, volontà. ▲ Locuz. prep.: di buona voglia [con buona disposizione d'animo] ≈ con piacere, di buon grado, volentieri. ↔ (lett.) di contraggenio, di mala voglia; di mala voglia [con cattiva disposizione d'animo] ≈ contro voglia (o controvoglia), (lett.) (di) contraggenio, malvolentieri, per forza, svogliatamente. ↔ di buona voglia, volentieri. 2. (con la prep. di) a. [spinta o impulso, momentaneo e per lo più poco controllabile, a soddisfare un bisogno fisico o spirituale: ho v. di partire] ≈ desiderio, (lett.) desio. ↑ brama, bramosia, (lett.) foia, (fam.) fregola, frenesia, smania. ↔ avversione, rifiuto, ripulsa. ↓ ritrosia. b. (estens., fam.) [desiderio improvviso e spesso bizzarro: mi è venuta la v. di cantare] ≈ capriccio, desiderio, fantasia, ghiribizzo, (pop.) gnagnera, (fam.) grillo, (merid.) sfizio, (fam.) ticchio, (tosc.) uzzolo. ‖ ubbìa, velleità. 3. (estens.) [spec. al plur., bramosia sessuale: una v. irrefrenabile] ≈ desiderio, (lett.) foia, (volg.) fregola, libidine. 4. (fam.) [macchia discromica cutanea] ≈ Ⓣ (med.) emangioma. [⍈ VOLERE]